La Famiglia Gimmelli è un riferimento per il vetro e le bottiglie di pregio in Campania, ha da sempre aderito a progetti di valore ed ha dato subito il suo contributo a Mosaico per Procida fornendo le bottiglie per il vino celebrativo per la Capitale della Cultura 2022.
Nella giornata del 4 dicembre prossimo venturo, giorno della festività liturgica di Santa Barbara, alle 10:30 verrà presentato ufficialmente preso la Chiesa Madre di Scafati, il Comitato Tecnico-Scientifico-Culturale per la Valorizzazione, Fruizione, Salvaguardia e Promozione del Real Polverificio Borbonico. L’evento avrà luogo anche nella successiva domenica del 5 dicembre alle ore 20:00 presso il nuovo tempio di San Francesco da Paola in Scafati.
L’amministrazione comunale di Castel San Giorgio ce la sta mettendo davvero tutta e, negli ultimi tempi, l’agenda si è di molto infittita di iniziative concrete per ridare un volto territoriale più garbato alla cittadina dell’entroterra salernitano, prendendo iniziative sia di natura gestionale che culturale.
Stiamo immolando la nostra Identità Mediterranea al progresso, alla comodità ed all’omologazione, senza renderci conto della profonda connessione tra il cibo che compriamo e mangiamo ogni giorno, la salvaguardia degli ambienti naturali ed agricoli, le sorti delle comunità rurali che vivono qui e di quelle che vivono in condizioni precarie dall’altra parte del mondo per poter continuare ad ingozzare le fauci del consumismo.
Si è svolto stamane, presso il prestigioso Istituto di Enologia “De Sanctis” ad Avellino, il VII Congresso Regionale della Campania della AcliTerra, branca associativa specializzata nelle professionalità agricola delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, dal titolo “Coltiviamo il Futuro, i Valori e i Beni Rurali nella Transizione Ecologica”.
Nella mattinata di domenica 21 novembre si è svolto, presso l’aula consiliare del Comune di Castel San Giorgio, un dibattito dal titolo “Donne & Diritti. Parliamone”.
Il Dinavolo parla di uve autoctone non molto note, narra di luoghi e di persone, soprattutto narra della filosofia enologica di Giulio Armani
Questa bottiglia è figlia di un’epoca che traccia di per sé una linea di demarcazione per la storia di questa bellissima realtà vitivinicola, in quanto costituisce l’ultima prodotta dalla sapiente mano di Luigi Di Meo e che riluce tuttavia del tocco cipressiano.
A distanza di pochi giorni l’uno dall’altro arrivano, dopo quello di Città del Vino, i patrocini morali del Museo dell’Arte, del Vino e della Vite e quello dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, attestazioni di stima verso Identità Mediterranea, la piccola associazione impegnata nella divulgazione della cultura del Mare Nostrum, mediante la quale è stato lanciato il progetto “Mosaico per Procida”, nato da un’idea di Roberto Cipresso.
Chiuderà sabato 6 novembre alla 11:00 presso la sala conferenze del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, integrato nello splendido castello aragonese di Baia, la V edizione di Campi Flegrei in Fiore.
Un anno che vede, a dispetto di tutto quello che si possa pensare dei sopraccitati accadimenti e della grande ondata di freddo ad ottobre, una vendemmia ottima, addirittura maestosa a detta di altri, con un Barolo caratterizzato da profumazioni ampie ed intense, struttura notevole, austera ed armonica, di buona intensità gusto olfattiva e dalla piacevole persistenza.
Col suo cuore mediterraneo e la sua nipponica cura del dettaglio Molaro non è soltanto riuscito ad avvicinare due vulcani, il Vesuvio ed il Monte Fuji, lontani anni luce ma con la sua empatia riesce a trasmettere la matrice più intima della sua idea di ricetta, come in un viaggio condiviso tra sapori, scenari di vita vissuta e stati d’animo.
Il Camilu Langhe Nebbiolo Docg del 2018 possiede una luminosissima veste color rubino con orli sottilmente granato, si presenta cristallino e di buona consistenza.
Successo di Pubblico al Sake Day 2021 di Firenze Sake, grazie a Giovanni Baldini ed alla sinergia tra le Associazioni Lailac, Iroha, Washoku Kentei e Aistugia.
È un’iniziativa davvero encomiabile quella di Ischia Wine Time, la quale si prefigge di tirar fuori e sottolineare una grande vocazione dell’Isola Verde: essere accogliente ed affascinante al punto di poter offrire proposte turistiche tutto l’anno ad un pubblico davvero trasversale, sia nazionale che straniero.
Ci sono pochi posti dove il mare è disposto ad entrare fin dove l’uomo domina i fuochi delle cucine, portato dal vento attraverso le finestre delle casette, i vicoli e le stradine, per benedire la Dieta Mediterranea che mani laboriose ed esperte celebrano con la stessa risolutezza e cura con la quale i pescatori issano le reti, estraendo rispettosamente dalla materia prima tutta la sua marinara essenza ed il suo sapore più autentico per comporre piatti gustosi.
Da un’idea di Roberto Cipresso, winemaker e scrittore cult di fama internazionale, nasce l’idea di una bottiglia celebrativa che possa dare un senso di coesione e di appartenenza ai produttori di vino in Campania e renderli attivamente partecipi a questo grande evento.
Per quanto mediterranei e nonostante l’Italia sia una piattaforma logistica naturale, tendiamo ancora a ragionare in funzione di un eurocentrismo che di certo non giova ad un cambio paradigmatico del cluster marittimo-portuale e della gestione del turismo in chiave sostenibile: il semplice rilancio degli scambi commerciali ed una programmazione dell’export filo-mediterraneo ribalterebbero sicuramente il tavolo geopolitico, purtroppo al momento siamo così obnubilati che non ci è neanche dato di comprendere che il ponte di Messina non collega il continente alla Sicilia ma apre il Mare Nostrum all’intera Europa.
Marianna Pulsinelli vanta ben due lauree da 110 e lode in biotecnologie agrarie ed in biotecnologie agroindustriali, conseguite presso l’Università Federico II di Napoli, con specializzazione in impianti biologici ed impianti a biomassa, con esperienza pregressa nella supervisione degli iter autorizzativi per la gestione dell’ammendante compostato misto ed i relativi controlli, sia presso enti pubblici che privati.
A circa un mese dall’anteprima del Merano Wine Festival e dopo il grande successo della prima edizione della Creative Cocktail & Drink Competition è ufficiale: a novembre verrà eletto il miglior bartender ed il miglior locale d’Italia.
la metafora del tempo che scorre così come il vino fluisce nel calice è calzante, soprattutto quando la nostra visione umana non è incentrata sull’inesorabilità del primo né sulla fretta di stappare il secondo bensì sul diritto all’attesa, per volontaria o casuale che sia.
Fondata nel 1950 dal padre di Silvano Ferlat, questa piccola realtà ha iniziato la produzione di vino sfuso svolgendo attività agricola e di allevamento di bestiame al contempo, successivamente l’Azienda Agricola Ferlat ha concentrato tutti i suoi sforzi sulla viticultura ed il suo profilo ha cominciato a smussarsi e delinearsi nel tempo fino a diventare quello di un’autentica cantina a conduzione familiare.
I popoli del Mediterraneo conobbero il riso dopo la conquista dell’Asia da parte di Alessandro Magno e Teofrasto, contemporaneo del condottiero, il quale è stato il primo a dare descrizione della pianta nei suoi trattati, parlandone come di un cereale che cresceva in acqua dopo lungo tempo ed i cui semi erano particolarmente idonei ad essere bolliti onde soddisfare il fabbisogno alimentari dei popoli asiatici. Aristobolo, compagno di Alessandro in diverse campagne militari e durante le spedizioni in Asia, ci dà addirittura notizie più dettagliate: il riso era una pianta che poteva raggiungere i quattro piedi di altezza, aveva abbondanti spighe, era ricca di semi, coltivata in aiuole chiuse e ben irrigate.
L’Estasi in Ascesa Moscato di Trani del 2018 ondeggia nel calice come velluto liquido dal biondo dorato, lasciando tracce di buona densità. I suoi profumi ammalianti danno aspettativa di dolcezza nelle sue note di uva spina e fiori di arancio, albicocca matura, mela champagne e guayaba con rintocchi di salvia essiccata ed una scia finale di crema pasticcera, ma al palato giunge da subito il disinganno: una tensione sapida che primeggia sulla freschezza, quest’ultima a rendere succoso il sorso, avviluppate in voluttuosa rotondità.
A completamento del trittico mediterraneo e dunque a chiusura di un ciclo sui pilastri culturali su cui poggia l’alimentazione che accomuna i Popoli del Mare Nostrum, Francesco Terrone, ingegnere ed imprenditore, poeta e letterato di fede mariana recentemente insignito del titolo di cavaliere della Repubblica, ci offre la sua prospettiva ed i suoi sentimenti rivolti al grano.
Il Prosecco è un fenomeno nazionalpopolare ed in quanto tale dovrebbe poter essere valorizzato e protetto in tutte le espressioni che lo rendono degno di essere bevuto e contemplarlo fieramente tra le eccellenze del Made in Italy… a partire dagli italiani stessi s’intende!
La Lardiata coi Tacchi a Spillo… un abitino rosso fiammante per i mezzanelli, quelli rigati però, brioso e sbarazzino, proprio come quelle donne che ne indossano uno e che ispirano da subito leggiadria e finezza.
La piccola cittadina di Tiràn, così si scrive in dialetto valtellinese, conta quasi 9 mila anime oggigiorno e fu abitata già nella preistoria, come testimoniano i pugnali del XVIII secolo a.C., le incisioni rupestri e la stele dell’Età del Rame esposta presso l’Antiquarium Tellino. Dapprima vi furono gli Etruschi ed i Celti poi, in Età Imperiale, furono gli Antichi Romani a stanziarvisi, dando origine al nucleo abitativo presso il pendio di Roncaiola e quindi assegnarle il nome: l’etimo sembra derivi da inter amnes, ossia tra i fiumi, ed in effetti Tirano si trova proprio tra l’Adda e il Poschiavino
La prima cosa che si scorge, senza necessariamente conoscere il suo iter studiorum, è che nel cuore di Nicolò Grippaldi, classe ‘86 e vignaiolo biodinamico, c’è una visione kantiana della vita e della vigna: il cielo stellato sopra le sue vigne riflesso in un suo personale ed intimo codice interiore che a poco a poco esce dalle sue mani e si traduce in ostinato lavoro ed in una carezza per ogni grappolo amorevolmente portato a maturazione.
Il senso dell’olfatto, tutt’oggi il più sottovalutato tra i cinque sensi, è quello che forse incide di più sull’inconscio, il quale elabora e raccoglie un’infinità di informazioni al di là della nostra volontà ed immaginazione. È grazie all’olfatto, tra l’altro il senso più collegato alla vista ed al tatto, che riusciamo a rievocare dalla dimensione inconscia un evento o un’esperienza passata dopo aver sentito un determinato odore e per estensione, potremmo dire, dopo aver percepito un determinato sapore.