Il gusto, la tradizione gastronomica e la ritualità nelle cucine di altri tempi assolvevano a soddisfare esigenze corporali, celebrali ed affettive, hanno da sempre costituito una sorta di programma di integrazione culturale in quanto la Dieta Mediterranea è inclusione, ospitalità e convivio, soprattutto la cucina di questo angolo del mondo è uno stato d’animo. Questo è quello che affiorava già dagli scritti di Grazia Deledda e dalla sua bravura nel cucinare anche le parole.
Il progetto Mosaico per Procida si arricchisce di un nuovo partner, tra i protagonisti più iconici della gastronomia campana: Peppe Guida, cuoco artigiano dell’Antica Osteria Nonna Rosa a Vico Equense.
Un Analitico Umanista è proprio quello che meglio descrive la forma mentis di Anton F. Börner ed il suo approccio alla vita ed al lavoro. Una carriera da uomo eccezionale, affiancando personalità altrettanto eccezionali, capi di stato ed esponenti del mondo dell’economia tedesca ed internazionale, qui lo conosciamo nei panni di deus ex machina e fondatore di Ômina Romana, la splendida cantina da lui fondata a Velletri.
La varietà Rovello Bianco è attualmente censita in solo due comprensori dell’Irpinia: Taurasi e Bonito, per certi versi simili dal punto di vista microclimatico e per la diffusione di questa cultivar vitivinicola, diffusione pressoché sparuta in pochi filari o addirittura ceppi, comunque avanti negli anni e a piede franco.
Mosaico per Procida è la dimostrazione di quanto grande sia il cuore della Campania, di quanto i progetti più significativi non siano mossi dal denaro ma dai sentimenti e da punti di valore veraci: ogni giorno si uniscono a noi nuovi partner, tutti consapevoli di essere davanti ad un grandissimo banco di prova il cui unico risultato possibile è poter affermare che Procida è senza ombra di dubbio la nostra Capitale della Cultura ma è anche quella di tutti gli Italiani. Il successo di Procida è responsabilità di ciascuno di noi, ecco perché questa bottiglia celebrativa sta diventando ogni giorno un abbraccio sempre più caloroso all’Isola non soltanto da parte delle splendide cantine che tra poco vi racconteremo ma di tutto il mondo dell’Enogastronomia della Campania.
La descrizione di uno dei vini frutto della filosofia cipressiana del 43° Parallelo Nord: Punto Bianco Toscana Igt 2014.
Un viaggio ideologico in un cocktail che diventa esperienza di beva intellettuale, meditata. Resoconto di una serata al Rasputin con un miscelato a sorpresa, confezionato dalla mano e dal pensiero di Daniele Cancellara, grandissimo lettore della forma mentis dell’ospite, tra i più competenti Bar Manager e conoscitori di Whiskey in Italia.
È successo ad Ischia, siamo al Danì Maison, ristorante dello chef Nino Di Costanzo, insignito da due stelle Michelin, il primo del settore a dare aiuto al progetto di Roberto Cipresso ed Identità Mediterranea.
Terra di Sicilia, Inzolia, Mal d’Africa e Grecanico in un solo Blend…
La genuina vocazione al dialogo culturale ed alla territorialità dell’Associazione Italiana Sommelier, da sempre sospinta a collaborare per progetti di valore, non poteva che sortire una cooperazione da parte della presidenza campana con Mosaico per Procida, la bottiglia celebrativa nata dall’idea di Roberto Cipresso e da Identità Mediterranea, associazione culturale fondata da Gaetano Cataldo, a sua volta sommelier professionista e sostenitore ultradecennale dell’AIS.
La descrizione di un artigiano della pasticcera nell’Agro Sarnese Nocerino e di un suo lievitato. Eccovi Francesco Romano ed il suo panettone ai frutti di bosco con un piacevole abbinamento alla fine.
Avverrà nel pomeriggio di domenica 19 dicembre l’incontro a Villa Calvanese tra il famoso winemaker e scrittore cult Roberto Cipresso e l’amministrazione comunale di Castel San Giorgio. Il noto enologo, ideatore del progetto Mosaico per Procida assieme a Gaetano Cataldo, fondatore della locale associazione culturale Identità Mediterranea, incontrerà la delegazione politica, l’imprenditoria e la cittadinanza sangiorgese per condividere l’esperienza alla base della creazione della bottiglia celebrativa per Procida, capitale della cultura 2022.
La vitivinicoltura è una branca complessa dell’agricoltura e costituisce un cluster economico di assoluto rilievo sia dal punto di visto agronomico che enogastronomico, oltre che un elemento trainante per il turismo rurale, colto ed itinerante, attraverso il paesaggio, un paesaggio che merita di essere protetto e preservato poiché in esso si determina il grado di civiltà di chi lo abita e lo vive. Ce ne parla il prof. Leonardo Valenti, uno dei massimi esponenti in materia.
Una famiglia procidana con una piccola attività chiamata Il Riccio Apartaments si innamora del progetto Mosaico per Procida e decide di fare una libera donazione all’associazione Identità Mediterranea che ne segue gli sviluppi, dietro cui otterrà delle bottiglie in omaggio. Un segno di grande affetto per Procida ed un esempio tipico di famiglia mediterranea.
Evento riuscitissimo quello di Salerno organizzato dal Consorzio Vita Salernum Vites di questa provincia e che convince gli operatori del settore, sia per l’atmosfera ricreata che per i propositi futuri.
Al via la collaborazione del MAVV-Wine Art Museum con l’associazione Identità Mediterranea per Mosaico per Procida.
La Famiglia Gimmelli è un riferimento per il vetro e le bottiglie di pregio in Campania, ha da sempre aderito a progetti di valore ed ha dato subito il suo contributo a Mosaico per Procida fornendo le bottiglie per il vino celebrativo per la Capitale della Cultura 2022.
quando Gerardo Di Dato fa il panettone milanese il Duomo meneghino trema. Non ci stanno Santi e la Campania, e lo dico fuori da ogni forma di provincialismo, ormai sta in cima al podio dei panettoni artigianali e ne ha per tutti i gusti. È un fatto oggettivo, chiedete in giro.
Stiamo immolando la nostra Identità Mediterranea al progresso, alla comodità ed all’omologazione, senza renderci conto della profonda connessione tra il cibo che compriamo e mangiamo ogni giorno, la salvaguardia degli ambienti naturali ed agricoli, le sorti delle comunità rurali che vivono qui e di quelle che vivono in condizioni precarie dall’altra parte del mondo per poter continuare ad ingozzare le fauci del consumismo.
Il Viognier, varietà francese proveniente dalla Valle del Rodano, è stata adottata dalle cantine Ômina Romana, così come per tutti gli altri cultivar viticoli, perché dopo attenti studi sul terroir veliterno è stato possibile confermare la vocazionalità dei suoli ove il vigneto è stato messo a dimora, confermando, nella natura vulcanica con matrice franco sabbiosa degli stessi, l’alto potenziale espressivo del vino che questa azienda produce.
Il Dinavolo parla di uve autoctone non molto note, narra di luoghi e di persone, soprattutto narra della filosofia enologica di Giulio Armani
Questa bottiglia è figlia di un’epoca che traccia di per sé una linea di demarcazione per la storia di questa bellissima realtà vitivinicola, in quanto costituisce l’ultima prodotta dalla sapiente mano di Luigi Di Meo e che riluce tuttavia del tocco cipressiano.
Salvatore Tortora si aggiudica il primo premio per il miglior panettone artigianale tradizionale 2021
A distanza di pochi giorni l’uno dall’altro arrivano, dopo quello di Città del Vino, i patrocini morali del Museo dell’Arte, del Vino e della Vite e quello dell’Associazione Nazionale Donne del Vino, attestazioni di stima verso Identità Mediterranea, la piccola associazione impegnata nella divulgazione della cultura del Mare Nostrum, mediante la quale è stato lanciato il progetto “Mosaico per Procida”, nato da un’idea di Roberto Cipresso.
Un anno che vede, a dispetto di tutto quello che si possa pensare dei sopraccitati accadimenti e della grande ondata di freddo ad ottobre, una vendemmia ottima, addirittura maestosa a detta di altri, con un Barolo caratterizzato da profumazioni ampie ed intense, struttura notevole, austera ed armonica, di buona intensità gusto olfattiva e dalla piacevole persistenza.
Col suo cuore mediterraneo e la sua nipponica cura del dettaglio Molaro non è soltanto riuscito ad avvicinare due vulcani, il Vesuvio ed il Monte Fuji, lontani anni luce ma con la sua empatia riesce a trasmettere la matrice più intima della sua idea di ricetta, come in un viaggio condiviso tra sapori, scenari di vita vissuta e stati d’animo.
Il Camilu Langhe Nebbiolo Docg del 2018 possiede una luminosissima veste color rubino con orli sottilmente granato, si presenta cristallino e di buona consistenza.
Don Mario 1946 è tra le ultime creazioni di Gerardo Di Dato, maître pâtissier accademico e decano della pasticceria campana. La Don Mario 1946 è una torta ispirata dalla figura di Mario Manzo, il secondo tra i maestri di Gerardo Di Dato, durante il praticantato svolto dall’ottobre 1984 al gennaio del 1986 ed il quale ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore e nell’artigianalità di Gerardo.
La Quadratura del Cerchio, oggi evoluta in Cipresso 43 e che con l’edizione del 2017 di viaggi ne ha compiuti ben 20, inscrive nel suo perimetro non una semplice area vitivinicola con una tessitura che sa di geografia, geologia, altitudine, latitudine, orografia e clima, ma un tratto orbitale contenente misticismo e teologia, la teologia operosa e creativa di un nuovo punto di partenza per il pensiero enologico: il terroir diffuso, conditio sine qua non per ottenere il Vino d’Autore, unico, irripetibile.
Successo di Pubblico al Sake Day 2021 di Firenze Sake, grazie a Giovanni Baldini ed alla sinergia tra le Associazioni Lailac, Iroha, Washoku Kentei e Aistugia.
Il primo di ottobre Firenze celebra il Sake Day 2021 grazie a Giovanni Baldini, fondatore della Scuola Italiana Sake, ed alla partneship con le più importanti Associazioni di Cultura Giapponese.
È un’iniziativa davvero encomiabile quella di Ischia Wine Time, la quale si prefigge di tirar fuori e sottolineare una grande vocazione dell’Isola Verde: essere accogliente ed affascinante al punto di poter offrire proposte turistiche tutto l’anno ad un pubblico davvero trasversale, sia nazionale che straniero.
Ci sono pochi posti dove il mare è disposto ad entrare fin dove l’uomo domina i fuochi delle cucine, portato dal vento attraverso le finestre delle casette, i vicoli e le stradine, per benedire la Dieta Mediterranea che mani laboriose ed esperte celebrano con la stessa risolutezza e cura con la quale i pescatori issano le reti, estraendo rispettosamente dalla materia prima tutta la sua marinara essenza ed il suo sapore più autentico per comporre piatti gustosi.
Da un’idea di Roberto Cipresso, winemaker e scrittore cult di fama internazionale, nasce l’idea di una bottiglia celebrativa che possa dare un senso di coesione e di appartenenza ai produttori di vino in Campania e renderli attivamente partecipi a questo grande evento.
Il Costacielo Bianco Igt Campania 2019 è brioso nella sua veste giallo dorata, viva e luminosa che, fluttuante al calice lascia orli di buona consistenza.
Non esattamente un vino del ‘900 ma sicuramente frutto dell’anarchia enologica di un produttore che sa essere custode della viticultura di quell’epoca e che sa fare grandissimi vini rossi.
A circa un mese dall’anteprima del Merano Wine Festival e dopo il grande successo della prima edizione della Creative Cocktail & Drink Competition è ufficiale: a novembre verrà eletto il miglior bartender ed il miglior locale d’Italia.
la metafora del tempo che scorre così come il vino fluisce nel calice è calzante, soprattutto quando la nostra visione umana non è incentrata sull’inesorabilità del primo né sulla fretta di stappare il secondo bensì sul diritto all’attesa, per volontaria o casuale che sia.
È ormai passata quasi una settimana e lontano da ogni logica che abbia meramente a che fare con un fatto di cronaca ci sembra doveroso ricordare la memoria di Mario Zingone, chef del Bagatto Club nel comune di Pagani.
Ci sono due cose fondamentali a qualificare un territorio e sono esattamente chi lo abita e ciò che esso contiene. Se chi abita una terra ha consapevolezza di ciò che essa offre probabilmente non resterà indifferente alla sua bellezza, alla sua storia ed alle sue tradizioni, anzi: condividendo il valore territoriale innanzitutto con le persone che vi vivono si andranno ad alimentare sia il culto di quella terra che la memoria collettiva la quale, nella profondità delle radici in cui affonda il passato, diventa memoria storica.
Creato da Louis Havaux, la competizione enologica si è tenuta per la prima volta a Bruges in Belgio nell’aprile del 1994, esordendo poi all’estero per la prima volta nel 2006 sfiorando tappe come Lisbona, Maastricht, Bordeaux, Valencia, Palermo, Lussemburgo, Guimarães, Bratislava, Jesolo, Plovdiv e Valladolid e non a caso è stata definita l’olimpiade dell’enologia mondiale.
Fondata nel 1950 dal padre di Silvano Ferlat, questa piccola realtà ha iniziato la produzione di vino sfuso svolgendo attività agricola e di allevamento di bestiame al contempo, successivamente l’Azienda Agricola Ferlat ha concentrato tutti i suoi sforzi sulla viticultura ed il suo profilo ha cominciato a smussarsi e delinearsi nel tempo fino a diventare quello di un’autentica cantina a conduzione familiare.
I popoli del Mediterraneo conobbero il riso dopo la conquista dell’Asia da parte di Alessandro Magno e Teofrasto, contemporaneo del condottiero, il quale è stato il primo a dare descrizione della pianta nei suoi trattati, parlandone come di un cereale che cresceva in acqua dopo lungo tempo ed i cui semi erano particolarmente idonei ad essere bolliti onde soddisfare il fabbisogno alimentari dei popoli asiatici. Aristobolo, compagno di Alessandro in diverse campagne militari e durante le spedizioni in Asia, ci dà addirittura notizie più dettagliate: il riso era una pianta che poteva raggiungere i quattro piedi di altezza, aveva abbondanti spighe, era ricca di semi, coltivata in aiuole chiuse e ben irrigate.
L’Estasi in Ascesa Moscato di Trani del 2018 ondeggia nel calice come velluto liquido dal biondo dorato, lasciando tracce di buona densità. I suoi profumi ammalianti danno aspettativa di dolcezza nelle sue note di uva spina e fiori di arancio, albicocca matura, mela champagne e guayaba con rintocchi di salvia essiccata ed una scia finale di crema pasticcera, ma al palato giunge da subito il disinganno: una tensione sapida che primeggia sulla freschezza, quest’ultima a rendere succoso il sorso, avviluppate in voluttuosa rotondità.
Le viti di Pinot Grigio si trovano su terreni marnoso-arenacei, la tipica ponca per intenderci, posti ad un’altitudine media di 300 metri, guardano al Mar Adriatico e trovano alle loro spalle la protezione dei rilievi prealpini, condizioni queste che assieme al clima fresco e piovoso sono caratterizzanti per questo terroir.
In effetti non se ne parla mai abbasta e dunque è bene che la comunicazione accenda il focus sui vini rosati, sulla loro qualità enologica e sulla straordinaria capacità di abbinamento. Ben venga dunque l’iniziativa curata da Chiara Giorleo e di Adele Elisabetta Granieri dedicata ai vini fermi ed alle bollicine in rosa: 50 Top Italy Rosè, guida online al suo esordio quest’anno.
Editore dinamico del webzine e del relativo press network è il Team 5 Hats, già partner di Gourmet’s International per il progetto WineHunter Tour e quindi co-organizzatore dell’evento altoatesino, la cui anteprima quest’anno si terrà dal 18 al 20 giugno in concomitanza con il Merano Flower Festival. Inedito per l’edizione vera e propria che si terrà in novembre, il Merano Wine Festival aprirà le porte ai visitatori ed agli operatori di settori con Naturae et Purae, evento nell’evento che si incerniera sulla sostenibilità e consistente in un percorso sensoriale che abbina la purezza del Vino agli aromi ed ai profumi di Madre Natura, per un pubblico selezionato di 250 persone per ogni sessione in programmazione.
Il Prosecco è un fenomeno nazionalpopolare ed in quanto tale dovrebbe poter essere valorizzato e protetto in tutte le espressioni che lo rendono degno di essere bevuto e contemplarlo fieramente tra le eccellenze del Made in Italy… a partire dagli italiani stessi s’intende!