Il Pithecusa Rosso celebra l’antico nome di Ischia, la gastronomia a base dei sapori di terra e la peculiarità di due vitigni storici campani a bacca rossa, il Piedirosso e l’Aglianico, mostrandone un volto inedito per le speciali condizioni pedoclimatiche e la marittimità.
Un po’ della storia di Prignano Cilento, raccontando Viticoltori De Conciliis e il Perella, uno tra i Fiano più espressivi del Cilento.
Un territorio, quello di Montemarano, una cantina, quella di Giovanni Molettieri, e un vino, il San Giovanni Taurasi, che omaggia questo borgo irpino e il suo patrono.
Il Fiano di Agricola Bellaria dopo 10 anni: territorio, caratteristiche e abbinamento.
Il Donna Lucrezia Campania Bianco Igt 2021 di Agribeeo ondeggia al calice nell’intensità di un colore dal giallo paglierino, vivo ed ammaliante, con archi abbastanza fitti e lacrime a lenta discesa, raccontando al sorso molto della mano che lo ha prodotto. Dalle origini del Catalanesca alla storia singolare di Vito Graniglia, uomo di mare e titolare di Agribeeo, azienda agricola biologica in quel di Somma Vesuviana.
Il Fiano del Cilento prodotto da Tenuta Massanova, le sue caratteristiche e l’abbinamento, tra storia dei luoghi e paesaggio.
La zona di Morrone della Monica, è l’area di origine delle uve di Pallagrello Bianco deputate alla produzione del Morrone di Vini Alois, situata ai piedi del Monte Friento: qui le vigne, impiantate nel 2005, allevate a Guyot e poste a 360 metri di altitudine, godono di un’esposizione Est-Ovest e di declivi dalle buone pendenze, oltre che di suoli dalla matrice prevalentemente argilloso-calcarea, per un totale di poco più di due ettari.
I vini prodotti da Nino Asta provengono anche dalle uve allevate nei tenimenti aziendali di Bosco Falconeria, una contrada di Partinico in provincia di Palermo: così Astavini si fa interprete di due aree in perfetta linea di continuità, grazie al clima mediterraneo dispensato da due golfi e alla geomorfologia dell’entroterra, realizzando così vini di grande sostenibilità e carattere, espressi in poche bottiglie ma dall’alto valore qualitativo. Qui le note di assaggio del Matri Igt Terre Siciliane del 2023.
Pietro, Gianni e Francesco Daniele sono tre fratelli che, oltre a gestire la cantina Tredaniele, rappresentano dei veri e propri riferimenti per il territorio e degli ambasciatori della cultura cilentana, attraverso percorsi esperienziali e gastronomia: infatti dispongono anche di un atelier dei sapori tradizionali, incastonato in una villa settecentesca, dove i visitatori possono assaggiare pietanze tipiche in abbinamento ai vini. Qui l’assaggio di Corsole, un loro Fiano, con abbinamento
Antonella Amodio presenta Calici & Spicchi al Napò Sushi & Pizza a Teggiano il 7 agosto
Le Cantine Ciervo sono parte integrante del paesaggio e della vita, lentamente scandita ad un ritmo di altri tempi, di Dugenta e di altre aree limitrofe. Anche se l’anno di apertura ufficiale dell’azienda è il 2007, la famiglia Ciervo ha origini da generazioni di viticoltori e produttori locali: infatti era il 1864 quando il loro avo Nicola Ciervo acquistò una cospicua mole di terreni nella zona tra San Silvestro e Bosco Cupo in Sant’Agata dei Goti per piantare le viti, dando vita alla tradizione vitivinicola che possiamo apprezzare oggi.
Untold è al nastro di partenza e, nelle giornate del 22, 23 e 24 febbraio, si riuniranno le commissioni di assaggio, costituite da giurati provenienti da tutt’Italia, per attribuire alla cieca le valutazioni ai vini in rassegna. Il tour de force, visto un volume di 400 referenze di assaggi giornalieri, avrà luogo nella città di Salerno e, considerando si tratta pur sempre di una prima edizione, non è affatto male l’aver ricevuto l’adesione di circa 600 cantine da ogni regione
Arturo Erbaggio è nato a Napoli nel ’77 ed è cresciuto ad Afragola. Nel 1996 ottiene il diploma di maturità scientifica, laureandosi nel 2003 in Scienze e Tecnologie Agrarie presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e successivamente in Viticoltura ed Enologia presso l’Università di Foggia nel 2009, conseguendo inoltre diversi corsi e abilitazioni professionali durante il corso della sua ultraventennale attività lavorativa. Per quanto da piccolo abbia odiato il lavoro in campagna, oggi la sua ammirevole carriera è tutta incentrata sulla forte passione per la viticoltura e l’enologia.
Il Coda Rara viene prodotto in un vigneto a Paternopoli, precisamente in contrada Graffuri, posto a 550 metri sul livello del mare. Si tratta di viti a piede franco dell’età di circa 120 anni, una ricchezza incredibile se si pensa alla presunta o pretesa età media degli impianti attuali, allevate a tendone su terreni di natura calcareo-argillosa, ricchi di sabbie e materiale piroclastico. La prevalenza delle uve impiegate vede naturalmente la Coda di Volpe Nera e una piccolissima quota di uve a bacca rossa della stessa area, per un totale di 150 piante in 2000 m². Dopo la vendemmia manuale, verso la fine di ottobre, le uve vengono diraspate e pigiate sofficemente, quindi macerate con fermentazione a temperatura controllata. Il vino che ne deriva affina in barriques di rovere francese di secondo passaggio per 8 mesi.
Nella frazione varnese di Novacella si trova la tenuta Pacher Hof, di millenaria memoria, con la cantina e il vinhotel, dedicato al relax e all’enoturismo. Andreas Huber, viticoltore e maestro cantiniere, è l’erede di Joseph Huber, il quale sposò Maria, una delle quattro figlie di Andreas Pacher, nel 1849, avviando così la viticultura e impiantando per primo la cultivar Kerner. Andreas Huber ha studiato presso la l’Istituto di Viticultura “Veitshöchheim” a Würzburg, ereditando evidentemente la passione per il vino dai suoi avi e gestendo una superficie di ben 8 ettari, tutti vitati con varietà a bacca bianca. Insomma, la storica cantina è un punto di riferimento dell’enologia bolzanese e, da sempre di proprietà familiare, costituisce un vero e proprio condensato di passione, talento e know-how tramandato di generazione in generazione.
Da settembre 2023 Migliaccio storie di Mare, giovanissima start up tutta al femminile, si prefigge di portare in tavola il gusto più autentico delle ostriche ed elevare la cultura del frutto di mare tra i consumatori: indicazioni sul calibro e tecniche di allevamento, tracciabilità del prodotto e descrizione, sono soltanto alcuni degli aspetti finalizzati a stimolare la curiosità e favorire un approccio al consumo consapevole del prodotto.
Il Primitivo in Rosa Igt Puglia 2018, oggi Brandisio in Rosa, è una fedele traduzione della vendemmia che lo ha generato e la risultante delle interazioni fra clima, territorio e piante, oltre alla mano, decisa e delicata al tempo stesso, dell’uomo che lo ha prodotto. In questo pezzo raccontiamo il terroir dove Oreste Tombolini produce il suo rosato.
Se il recupero di queste cultivar, Il Pallagrello Bianco, il Pallagrello Nero e il Casavecchia, si è potuto attuare tra l’Alto Casertano e la Terra di Lavoro, ciò è dovuto proprio agli appassionatissimi Manuela e Giuseppe, che han lavorato alacremente, con coraggio e determinazione in un’area altrimenti inflazionata da Aglianico e Falanghina, poco incline all’intuito, alla capacità e alla volontà di investire nella sua stessa identità ampelografica. Questo pezzo è un tributo alla loro ventennale attività e alla cantina Terre del Principe.
Il vino PepeRosso, assaggiato per essere proposto ai lettori di Mediterranea Online, è esposto al Museo degli Artisti Contemporanei del Terzo Millennio, sito nel comune di Policastro Bussentino, nella sezione di tecnica, arte della conoscenza, del sapere e della tradizione. In etichetta “L’Attesa” del maestro Antonio Balbi da Roccagloriosa, a ricordare la campagna vitivinicola del 2017 caratterizzata da gelate primaverili e da un lungo periodo di siccità.
Gaetano Cataldo diventa il sommelier che per primo ha impiegato il vino quale dono della trascendenza appunto, effettuato cioè da una dimensione determinata e tangibile a quella della spiritualità e del metafisico. Il 22 aprile alle 11:00 si è tenuta una messa solenne presso il duomo di Napoli, precisamente presso la cappella di San Gennaro, durante la quale il fondatore di Identità Mediterranea ha donato una doppia magnum di Mosaico per Procida al Santo Patrono della città di Napoli.
Il Picoli prodotto da Marilena Aufiero è tra le più superbe traduzioni di Greco di Tufo, sia per espressione territoriale che per interpretazione nitida del vitigno, oltre che per scelta del modello enologico. La mano del vinificatore sparisce per poter consolidare lo spirito dell’uva Greco in forma fluida coerente e sincera.
Il Wip Burger & Pizza di Nocera Inferiore ha da subito abbracciato la causa di Mosaico per Procida e questo grazie alla sensibilità di Domenico Fortino e Lorenzo Oliva, che ne hanno condiviso la visione ed i valori, essendo il Wip stesso un Mosaico di tradizioni, cultura, sapori e risorse umane. In questa location, non a caso, si celebra la cucina nocerina e la materia prima campana in maniera attenta nell’esecuzione e disinvolta nell’accoglienza.
Riguardo alle origini del vitigno Nasco va riconosciuto che non sono del tutto certe, di fatto però non sono poche le tesi che portano a sostenere si tratti di una delle varietà a bacca bianca più antiche della Sardegna, come sostenuto da Carlo Zucchetti. Per quanto la provenienza sia piuttosto misteriosa, secondo alcuni studiosi il Nasco sarebbe giunto sull’isola direttamente dalla Grecia portato dai navigatori Fenici, mentre altri vorrebbero sia una cultivar viticola importata dagli Antichi Romani, presso i quali era già noto e molto apprezzato per le proprietà che conferiva al vino prodotto dalle sue uve. L’ipotesi più accreditata è che il Nasco sia un ecotipo e quel che è certo è che l’uva Nasco è stata riconosciuta autoctona a tutti gli effetti.
L’ottava edizione di Untold, lo smart format basato sulla valutazione di grandi vini alla cieca by Decanto, avrà luogo sabato 25 marzo 2023 a Salerno, precisamente presso la prestigiosa struttura del Saint Joseph Resort, e sarà tutta incentrata sulle 3B del vino italiano, ossia Barbaresco, Barolo e Brunello di Montalcino.
Dalla comparsa dell’ostrica sulla Terra alla storia dell’ostricultura fino alla descrizione di alcune delle tipologie più ambite del Mar Mediterraneo e qualche consiglio sull’abbinamento.
Il Lacrymanera è un uvaggio di Piedirosso, Sciascinoso e Aglianico coniugati a seconda dell’annata e tradotti in un modello enologico sostenibile e che intende riproporre, attraverso la conoscenza e l’attenzione verso tutti i processi produttivi, un vino artigianale e di grande aderenza al territorio. Fermentazione spontanea con l’uso del pied de cuve e macerazione per circa un mese, poi un anno in vasca d’acciaio, decantazione per gravità e imbottigliamento.
Il vino deve poter tornare anche alla sua dimensione di alimento. La morigeratezza è un sano atteggiamento che va adottato sia nel bere che nel parlare del vino, che fortunatamente non ha bisogno di certi paladini e continuerà ad essere la parte intellettuale di un pranzo, come sosteneva Alexandre Dumas
La celebre bottiglia ideata da Identità Mediterranea e Roberto Cipresso è stata protagonista al pranzo di chiusura dell’anno di Procida capitale, abbinata alla ricetta ideata dallo chef Nino Di Costanzo in connubio al formaggio “Mamma Bruna” di Giuseppe Iaconelli.
Nella serata del 12 dicembre Gaetano Cataldo, eletto Miglior Sommelier dell’Anno al Merano Wine Festival e fondatore di Identità Mediterranea, ha consegnato Mosaico per Procida al dott. Paolo Giulierini ed allo stesso Museo Archeologico Nazionale, dove presto verrà esposta quale esempio di prima bottiglia che celebra la Cultura e che apre la via all’Umanesimo del Vino.
Le indiscusse qualità del Fiano proveniente dalle terre di Lapio sono un’evidenza ascrivibile alla vocazionalità dei suoli, argille e materiale piroclastico in primis, e dei fattori pedoclimatici, con presenza di grande ventilazione, che talvolta rendono i vini di questo distretto vitivinicolo dell’Irpinia caratterizzanti quanto i vini di alta quota.
Verso il Cielo è l’opera che diventerà l’etichetta che cingerà Divinamente Abili, bottiglia realizzata da 31 fantastici ragazzi addestrati a diventare operatori agronomici grazie all’omonimo progetto, Qui parliamo di Crescenzio D’Ambrosio, artista acrobata e poeta vocato alla sua vulcanica terra.
L’Azienda Agricola Adanti viene fondata negli anni ‘60 grazie al lungimirante intuito di Domenico Adanti, il quale decise di acquistare la villa di Arquata, iniziando il restauro del vecchio convento dei Frati Celestini, con l’obiettivo di produrre vino di qualità che ben rispecchiassero il territorio. Attualmente la proprietà aziendale è nelle buone mani delle sorelle Daniela e Donatella Adanti, che oggi perseguono tuttavia una produzione selezionata di vini.
Il 18 novembre alle ore 20:30 si terrà presso l’enoteca La Botte la degustazione ufficiale di Mosaico per Procida in provincia di Caserta
Gaetano Cataldo ha consegnato Mosaico per Procida a Sandro Camilli, presidente nazionale AIS, all’Hotel Cetus.
Il 16 ottobre verrà presentato Mosaico per Procida al Circolo dei Forestieri di Sorrento
Il 18 ottobre una nuova tappa di Mosaico per Procida: l’attesissima degustazione ufficiale in provincia di Benevento. Sarà Maria Grazia De Luca a guidare il pubblico durante l’analisi sensoriale. Appuntamento alle ore 21:00 presso La Perla di Pascalucci a San Nicola Manfredi.
Si terrà a Galluccio la 46^ Festa dell’Uva, inclusiva della Rassegna dei Vini di Galluccio e Roccamonfina
La storia della famiglia Casoli appartiene da sempre al borgo di Candida per quanto il progetto delle Tenute Casoli sia più recente: Luigi Casoli, di professione ingegnere, decide nel 2005 di acquistare e recuperare l’antico palazzo un tempo appartenuto alla famiglia Iorio, situato proprio di fronte alle proprietà nobiliari dei FIlangieri, principiandone quindi i restauri nel 2005, innamorato dei dettagli architettonici, soprattutto del superbo esempio di scala vanvitelliana. Nel 2007 lo stesso ne avviò l’impianto di un primo vigneto, poiché la storia dell’antico palazzo era anche fatta di vendemmia, accorpandolo ai tenimenti vitati di famiglia ereditati da suo padre; dopo questa grande operazione di recupero storico, urbano ed edilizio, a grandissima vocazione rurale, l’ingegnere, supportato da sua moglie Katia ed i figli Archimede ed Antonella, fonda l’azienda agricola Le Crete-Tenuta Casoli, ben intenzionato a valorizzare la tradizione vitivinicola di queste terre, senza tralasciare la produzione di mele e nocciole.