Il Prosecco è un fenomeno nazionalpopolare ed in quanto tale dovrebbe poter essere valorizzato e protetto in tutte le espressioni che lo rendono degno di essere bevuto e contemplarlo fieramente tra le eccellenze del Made in Italy… a partire dagli italiani stessi s’intende!
La Lardiata coi Tacchi a Spillo… un abitino rosso fiammante per i mezzanelli, quelli rigati però, brioso e sbarazzino, proprio come quelle donne che ne indossano uno e che ispirano da subito leggiadria e finezza.
La piccola cittadina di Tiràn, così si scrive in dialetto valtellinese, conta quasi 9 mila anime oggigiorno e fu abitata già nella preistoria, come testimoniano i pugnali del XVIII secolo a.C., le incisioni rupestri e la stele dell’Età del Rame esposta presso l’Antiquarium Tellino. Dapprima vi furono gli Etruschi ed i Celti poi, in Età Imperiale, furono gli Antichi Romani a stanziarvisi, dando origine al nucleo abitativo presso il pendio di Roncaiola e quindi assegnarle il nome: l’etimo sembra derivi da inter amnes, ossia tra i fiumi, ed in effetti Tirano si trova proprio tra l’Adda e il Poschiavino
La prima cosa che si scorge, senza necessariamente conoscere il suo iter studiorum, è che nel cuore di Nicolò Grippaldi, classe ‘86 e vignaiolo biodinamico, c’è una visione kantiana della vita e della vigna: il cielo stellato sopra le sue vigne riflesso in un suo personale ed intimo codice interiore che a poco a poco esce dalle sue mani e si traduce in ostinato lavoro ed in una carezza per ogni grappolo amorevolmente portato a maturazione.
Una bella costruzione enologica, ammaliante e disorientante per certi versi, tanto che mai nome fu tanto indovinato per un vino: infatti quando lo si assaggia si pensa a tutto fuorché alla Campania ed ai suoi grandi vitigni autoctoni.
Non ci sta niente da fare, per fare ristorazione ci vogliono sicuramente tanti requisiti, e saper cucinare oltre che trafficare tra i tavoli è importante, ma tra i primi c’è che le persone bisogna amarle, bisogna saperle prenderle ciascuna per il verso suo, ci vuole insomma una grande empatia ed una grande umanità.
Il Mondo Vino è un complesso apparato fluidodinamico costantemente in evoluzione, esigente e cangiante. Chi vi opera deve avere una grande vocazione, deve avere una profonda conoscenza della materia ed una forte volontà ad aggiornarsi costantemente e non soltanto in ambito vitivinicolo poiché, indipendentemente dalla propria specializzazione professionale, occorre essere dei bravi sensorialisti, conoscere il mercato ed il trend di consumo, la comunicazione ed i fondamenti del neuromarketing, la conoscenza delle lingue straniere, delle strategie di vendita e della più ampia cultura generale poiché il Vino è materia multidisciplinare in sé.
Un italiano dovrebbe perdere temporaneamente la memoria per qualche giorno, così, giusto per ritrovarsi in una città d’arte, dentro una pinacoteca, nel bel mezzo di un paesaggio o di un sito archeologico del suo Paese per poter ricevere la benedizione di un grande dono: poter guardare tutto ciò con gli occhi di un bambino o di uno straniero al fine di provare lo stesso rapimento che gli animi sensibili provano quando vengono colpiti dalla sindrome di Stendhal, atterriti dalla magnificente bellezza di cui sono circondati…
Il Made in Italy è attraente ed ha tantissimi ammiratori nel mondo, a dimostrazione che il nostro Paese piace ed all’Estero piace ciò che a noi italiani piace bere e mangiare. Per quanto si possa immaginare al Made in Italy come al frutto di una strepitosa campagna di marketing strategico, come quelle che il genio di Dino Villani sapeva condurre con successo, creando dal nulla San Valentino, la Festa della Mamma e la Colomba Pasquale, superbe macchinette dei soldi quasi alla pari con l’aspetto più laicamente consumista e sprecone del Natale, non è così
Tempi durissimi per i Marittimi d’Italia e dopo le speranze nutrite dall’intera Categoria, tutte riposte nel documento redatto a più mani da esponenti della Gente di Mare e consegnato a Montecitorio circa due anni fa, ci si chiede perché ancora oggi non siano arrivate risposte significative da parte delle istituzioni. Soprattutto ci si chiede come mai, dopo aver espresso puntualmente tutte le criticità sul lavoro marittimo, e le plausibili risoluzioni, alla commissione interministeriale il 5 febbraio del 2019, non arrivano risposte dai tanti esponenti del Movimento 5 Stelle che oggi occupano ruoli strategici presso i dicasteri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, dei Trasporti Marittimi e della Pubblica Istruzione.
La cantina di Euro Parovel è stata fondata nel 1898 dal suo trisavolo Pietro Parovel, anno in cui vennero impiantati i vigneti e gli oliveti che in buona parte si possono ammirare anche oggi, tutti nel comune di San Dorligo della Valle sulle colline del Rio Ospo.
Il vino, oggetto del desiderio e fonte di piacere allo stesso tempo, diventava elemento di fusione tra la gioia di banchettare e quella dell’amoreggiare se non addirittura l’innesco delle pulsioni che esplodevano in orge collettive tra cibi raffinati e corpi sinuosi.
Il salame di Mugnano rappresenta ancora oggi il salume delle feste, quelle che pur riunendo talvolta il sacro col profano continuano ad essere feste concrete, fatte di valori familiari e gioia, pertanto un rosso frizzante della Penisola Sorrentina Doc come il Gragnano sarebbe un abbinamento ideale grazie al brio ed all’eleganza contadina che entrambi sono capaci di evocare con la loro genuina rusticità.
L’area di provenienza delle uve impiegate per il vino Rambëla è proprio quella di Boncellino di Bagnacavallo nel ravennate, lo stesso paesino in cui Antonio Longanesi acquistò nel 1913 la proprietà che oggi costituisce l’odierna Azienda Agricola Longanesi Daniele, costituita dalla stessa famiglia di vignaioli che al tempo scoprirono la vite che oggi porta il loro nome attuandone la diffusione.
la triangolazione tra tipo di farina, tecnica di impasto ed ingredienti utilizzati sulla pizza è un’ottima strategia per stabilire l’abbinamento ideale col sake in cui la carta vincente resta sempre la voglia di scoprire nuove sensazioni gustative
Coltura biologica, cultura del vino è il core value dell’azienda vinicola Corte d’Aibo, nata nel 1989 grazie alla passione di Antonio Capelli e Mario Pirondini. L’azienda, consistente in 35 ettari, si trova proprio nel cuore del Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio e vanta un paesaggio di intatta armonia tra caseggiati dal tipico rosso bolognese, distese di grano e vigneti a perdita d’occhio.
La passione di Gerardo Di Dato per l’arte pasticcera è radicata nella terra che lo ha visto crescere, nelle giornate vissute col padre Salvatore nei frutteti di famiglia e dallo stupore che provò per la prima volta a tredici anni quando andò in visita nel laboratorio di pasticceria di suo zio Franco.
“L’Ulivo” dell’ing. Francesco Terrone, poeta e scrittore, è un’ode alla bellezza di questa pianta, fiera testimone della civiltà umana, poiché è dai tempi più remoti che ad essa si accompagna.
Pur fondata nel 2004 la Cantina Rizzo è sinonimo di viticultura cilentana e parte integrante del paesaggio felittese in quanto le vigne impiantate da lunghissimo tempo accompagnano da sempre la vista del visitatore che desidera raggiungere il rio Calore e le sue gole lungo i percorsi boschivi oppure in canoa
Per facilitare il passaggio tra i banchi di scuola e le navi il prof. Domenico di Prisco ha redatto un manuale sulle comunicazioni marittime ed il relativo Glossary dello S.M.C.P. dell’IMO, ad uso dello studente e dei futuri Ufficiali di Navigazione nella fase di preparazione agli Esami per Patenti e Patentini di Ufficiale di Guardia
Investito ufficialmente del ruolo di delegato nel marzo del 2010, ed oggi al suo IV mandato, Nevio guida la comunità dei sommelier salernitani da buon padre di famiglia, abbracciando, oltre alla città di Salerno, un territorio che si estende da Scafati fino ad Eboli, che si estende quindi dall’Agro Sarnese Nocerino fino alla Valle dell’Irno.
Il chorizo è tra i salumi più famosi di Spagna, condiviso col Portogallo e presente in tutti quei paesi influenzati dall’ispanica cultura che hanno contribuito a renderlo internazionalmente diffuso tanto da essere apprezzato persino in Italia
Vino è una poesia che porta con sé l’evocazione di un’antica metafora filosofica: οἶνοψ πόντος, letteralmente “Mare che agli occhi ha il colore del Vino”
Fabbrica di Idee e Coesistenza tra i Popoli del Mare Nostrum, questo è quanto si prefigge di rappresentare la Mostra sul Mediterraneo “Terracqueo”, in allestimento al Palazzo Reale di Palermo a partire dal 20 settembre prossimo.
La Bottaia è fatta da Aglianico in purezza proveniente da terreni collinari tra i 450 ed i 600 metri sul livello del mare, le cui viti sono impiantate in terreni di origine vulcanica e di matrice tufaceo-argillosa e vengono allevate a Guyot
La Vernaccia Nera è tra le uve più rappresentative delle Marche, così ben radicata nel suo areale da essere poco incline all’adattamento in contesti territoriali diversi e già famosa nel 1877 da essere considerata da Giuseppe di Rovasenda, autore del Saggio di Ampelografia Universale, una varietà molto pregiata; iscritta al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel 1970, generalmente quest’uva vede maggior concentrazione nell’area preappenninica nel maceratese ed il suo nome si fa derivare, come per tutte le vernacce in effetti, dal termine latino vernaculum, ossia di ciò che appartiene al luogo.
Quando un progetto è, prim’ancora che un’operazione commerciale, un progetto che avvalora la terra, la materia prima e gli uomini coinvolti, lo si nota a prima vista: due distinte realtà della pasticceria campana e due territori che si abbracciano idealmente: come affermare il contrario?
Si terrà a Torchiara l’11 luglio presso il Palazzo Baronale De Conciliis la V Edizione di Aglianicone Vinum Nostrum, kermesse legata alla valorizzazione del vitigno autoctono cilentano.
Il rosato della Cantina Rizzo è figlio di una promessa d’amore, quella che Gianvito Capozzoli, proprietario, enologo ed agronomo dell’azienda, fece alla moglie Angela quando erano ancora fidanzati e che pertanto ne porta il nome.
La storia del formaggio ha origini antichissime e questo grande prodotto ha da sempre costituito nel metodo di lavorazione il miglior criterio per concentrare e preservare il grande patrimonio di nutrienti apportati dal latte.
Lui è Luigi Tecce, classe del ’71. Non crede in Dio ma ad una prima occhiata pare sappia campare molto meglio di chi lo fa e vive i suoi tempi col distacco tipico di chi ha subito il fascino ed il successivo disincanto dai grandi ideali, facendolo da pragmatico e anche con una sottile vena da nostalgico sognatore, ma non ditelo a nessuno sennò finisce che perde la sua aria di strafottente.
Il Grappolo d’Oro dimostra quanto il Fiano possa trovare degna dimora anche fuori dal contesto irpino e quanto riesca a dare emozioni diverse per una esperienza di beva che ben caratterizza il complesso quadro geomorfologico cilentano. Indicatissimo per un ricchissimo fish & fruit estivo.
Tra i vitigni più emblematici dell’Emilia Romagna L’Albana è noto fin dai tempi dell’antica Roma ed i primi a darne testimonianza, grazie alle loro opere letterarie, furono Catone, Varrone, Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, tramandandoci il gran pregio dei vini che se ne producevano già allora.
Il Satyricon è un vino che per quanto sia degno di ogni lode non si spiega ma si beve, come probabilmente direbbe il suo autore tagliando corto, e si contempla bevendo e ridendo con gli amici, magari ascoltando che coss’è l’amor di Capossela, canzone mai troppo scontata davanti a dei fumanti fusilli avellinese col ragù misto nel tegamino.
Spesso, parlando di sake, ci si imbatte in luoghi comuni tanto diffusi quanto errati e ciò è dovuto al fatto che in molti ristoranti orientali nel nostro Paese ci viene dato un tipo di grappa cinese al suo posto a fine pasto, mentre in realtà il sake è un fermentato e non un distillato come spesso viene erroneamente riportato. Nella misura in cui tantissimi sono i vini italiani che si abbinano perfettamente alla cucina giapponese anche il sake, con un range alcolico mediamente compreso tra i 16 ed i 22°, riesce ad essere un ottimo compagno a tavola per le più svariate pietanze, tipiche della cucina italiana e della Dieta Mediterranea in generale
Il paesaggio che si riesce ad ammirare nei pressi di Sennori, piccolo paesino nella regione storica della Romangia di poco più di 7000 abitanti, è davvero incantevole, colmo di bellezze naturalistiche e di rilevanti testimonianze storiche: macchia mediterranea a perdita d’occhio, frutteti, oliveti e vigne costituiscono la cornice che all’azzurro del Golfo dell’Asinara in una zona in cui non mancano ruderi nuragici, castra romani e resti di insediamenti medievali, giudicali ed aragonesi in una delle aree più floride del Logudoro, vasto territorio centro-settentrionale della Sardegna che un tempo corrispondeva all’antico Giudicato di Torres
Da qualche tempo a questa parte la già gravissima situazione che investe i Lavoratori del Mare da anni è decisamente peggiorata a causa dell’emergenza corona virus che ha messo decisamente in ginocchio i trasporti marittimi e gli uomini che ne costituiscono il motore pulsante.
I cultivar di questo agrume hanno come denominatore comune quello di essere ambientati in una terra vulcanica ricchissima di minerali e dalla grande ossigenazione grazie alla presenza di tufo giallo e verde, nonché dal clima perfetto, condizioni decisamente molto favorevoli sia alla salute delle piante che al pregio del frutto.
Dopo condizioni salariali ferme ad un ventennio, scarso senso del welfare a bordo, la soppressione del titolo di Capitano di Lungo Corso, un’alimentazione fatta da cibo spesso scadente, il costante ricatto di una formazione a pagamento costante e sovente inutile, la pessima interpretazione ed applicazione delle norme internazionali in fatto di titoli professionali, la mediocrità di tutte le istituzioni coinvolte in questo settore, l’inutilità e la corruzione dei sindacati, il declino dell’Istituto Nautico, depauperato del suo ruolo formativo, la Gente di Mare era già alla frutta per queste e tutta una lunghissima serie di altre ragioni che la metà basta ed avanza a gettare nella vergogna uno Stato che un tempo era considerato una grande Repubblica Marinara.
La Pale Whale è una birra chiara in stile Golden Ale ad altra fermentazione, non filtrata, non pastorizzata e rifermentata in bottiglia dall’aspetto giallo dorato carico e con una schiuma candida e compatta, anche se non molto persistente, leggermente velata e dal perlage piuttosto fine.
A dimostrazione del fatto che il Mandarino Flegreo fa riferimento ad un progetto di ampio respiro atto a massimizzare anche la partecipazione collettiva alla vita politico sociale dell’area puteolana flegrea i lavori sono stati aperti presso il comune proprio dal primo cittadino, Giuseppe Pugliese, e da Francesco Escalona, locale assessore alle politiche territoriali ed all’innovazione urbana, discutendo proprio il nuovo Piano Urbanistico Comunale rispetto al seguente tema…
Monchiero con viti di età variabile tra i 10 ed i 60 anni ed una resa che non supera mai i 50 quintali per ettaro, la vendemmia per ottenere il Visadì ha inizio verso metà settembre
Furono le Popolazioni Pelasgiche provenienti presumibilmente da una città della Tessaglia di nome Aminaios ad importare il vitigno Greco e a diffonderne l’allevamento in Campania.
La perizia di Agostino Landi consta innanzitutto nel reperire una materia prima che corrisponda effettivamente al concetto di rispetto per l’ambiente, di sapore autentico e di cibo della salute, elementi che una volta ottenuti vengono sapientemente coniugati nella artigiana manualità della sua arte di pizzaiolo; dunque imprescindibile la selezione dell’ingrediente fondamentale: la farina.
Il Teratis rosso è frutto di un blend di Merlot all’80% e di Cabernet Sauvignon allevati a cordone speronato su terrazzamenti alle pendici del Monte Orfano i cui suoli sono di origine calcarea con una matrice quarzosa-arenitica in parte argillosa
Sabato 18 gennaio, presso il Museo Archeologico dei Campi Flegrei al Castello di Baia, c’è stato un grande fermento per l’entusiasmo, la qualità e l’articolazione del dibattito brillantemente condotto da tutti i relatori intervenuti durante il Convegno “Agricoltura sostenibile e produttiva dei Campi Flegrei: Cases History 2019 e Prospettive” con grande soddisfazione del numerosissimo pubblico intervenuto da tutta la Campania.
Nella mattinata del 21 gennaio presso l’Istituto “Francesco De Gennaro” di Vico Equense, polo d’eccellenza dell’istruzione alberghiera, si è tenuto l’Open Day organizzato al fine di orientare gli studenti nella difficile scelta di stabilire se proseguire il triennio tra i percorsi di sala & bar, accoglienza e cucina; una scelta fondamentale per il futuro degli studenti che diventeranno, in Italia e nel mondo, professionisti dell’industria alberghiera.
il Senes di Argiolas è il Cannonau che si pone al di sopra sui suoi fratelli minori per saggezza ed esperienza acquisita, è il Cannonau che racchiude la gioventù della maturità che sboccia lentamente, con prudenza e senza adolescenziali irruenze, pensando con affetto, dolcezza e melanconia al ricordo di Antonio Argiolas ed a tutti i centenari sardi a cui è dedicato
Nella mattinata di domenica 12 gennaio Mediterranea Online ha avuto il piacere di presenziare ad una delle tappe più significative dell’ottava edizione della Festa del Mandarino dei Campi Flegrei, organizzata dall’associazione L’Immagine del Mito grazie all’intuizione ed all’amore per il territorio del presidente Domenico Ferrante, coadiuvato nel progetto dal vicepresidente Sergio Pepicelli.
L’estensione degli ettari vitati di proprietà dell’Azienda Agricola Bellaria e la loro diversificata ubicazione nel territorio avellinese è una dimostrazione di quanto le cantine della famiglia Maffei, con sede a Montefalcione, abbiano a cuore i concetti di zonazione e di vocazionalità del terreno a seconda dei vitigni di riferimento.