Nei giorni in cui ricorre il 90° anniversario della consegna del Premio Nobel a Grazia Deledda, Nuoro celebra la ricorrenza con due appuntamenti che andranno a concludere il ciclo di eventi organizzati dal Comune e facenti parte delle Celebrazioni Deleddiane 2016.
Primo appuntamento venerdì 9 dicembre alle ore 18.30 presso l’Auditorium Giovanni Lilliu in via A. Mereu, 56 con il convegno “La lingua sarda nelle opere deleddiane”. Intervengono: Simone Pisano dell’Università “Guglielmo Marconi” di Roma, Dino Manca dell’Università di Sassari, Matteo Rivoira dell’Università di Torino e Monica Dovarch, regista antropologa visuale. Coordina Paolo Berria, dell’ ISTASAC.
Sabato 10 dicembre, invece, l’appuntamento è al Teatro Eliseo in via Roma 73 con “L’ora dei ricordi : omaggio artistico-musicale a Grazia Deledda”. Lo spettacolo, diretto da Gaetano Mastroiaco, musicato da Francesco Marceddu e con i disegni di Gildo Atzori, Samuele Dessì e Mario Marino, è realizzato dall’“Ensemble vocale In Cantigas”, che così rende omaggio a una delle protagoniste indiscusse della storia letteraria del nostro Paese, le cui narrazioni rievocano in maniera aspra e fedele la Sardegna, governata da leggi morali immutabili e raccontano la sofferenza umana, la morte, il senso religioso e la coscienza dolorosa di un destino inesorabile.
Commenta, così, il direttore dello spettacolo Francesco Marceddu:
“L’ora dei ricordi è il titolo della lirica giovanile di Grazia Deledda che insieme a “L’Ave in Montagna” costituisce l’impianto testuale dell’intera opera musicale. In queste liriche dominano tematiche che si possono ricondurre all’uomo e in particolare all’uomo sardo con i continui riferimenti alla natura e alle scene di vita pastorale, alla sua durezza ma anche alla sua gioia, come una via per raggiungere spiritualmente una realtà suprema, attraverso il profumo degli alberi o il paesaggio illuminato da un’argentea luna. Sono tanti gli aspetti che Grazia Deledda mette in versi: la natura, il dolore, il desiderio di fuggire, ma anche la preghiera cui affidarsi nel momento di sconforto, la fede e sopratutto l’amore.
Questi elementi nelle liriche giovanili appaiono essere come saldamente connessi tra loro, quasi a dirci che tutti insieme contribuiscono a formare la persona umana e soprattutto a darle linfa vitale. Le due liriche vengono utilizzate per comporre tre brani vocali secondo lo stile corale occidentale, con richiami al contrappunto palestriniano, ma in un linguaggio neotonale. L’intera opera alterna questi brani a pagine senza il testo, mute o vocalizzate, che rimandano liberamente a sonorità, armonie e stilemi della musica tradizionale sarda. Hanno lo scopo di far da cassa di risonanza ai versi e sono momenti in cui il pensiero può volare libero ispirato dalle parole di Grazia Deledda. Ma non costituiscono due mondi separati: infatti elementi dell’uno e dell’altro dialogano tra loro, si confondono e danno origine ad un mondo musicale nuovo. Come nei versi di Grazia Deledda coesistono i tanti aspetti della natura umana, così anche nella musica di quest’opera gli elementi della musica tradizionale si sposano con un linguaggio a lei estraneo e assumono una nuova luce. Il parallelismo con l’intento della nostra scrittrice è chiaro: la volontà di utilizzare il materiale musicale tradizionale sardo in una veste occidentale rimanda alla volontà di Grazia Deledda di rappresentare il mondo sardo nella lingua italiana per renderlo conoscibile oltre l’isola e poterlo far amare al mondo intero”.
Soddisfatti per la riuscita del ciclo di manifestazioni inserito da Agosto a Dicembre nel programma delle Celebrazioni Deleddiane, il Sindaco di Nuoro Andrea Soddu e il suo vice e assessore alla cultura Sebastian Cocco rimarcano la doverosità di quanto fatto al fine di celebrare un grande personaggio nuorese estraendolo dalla teca delle vuote commemorazioni per renderlo attuale. Un anno ricco di appuntamenti dove la forza espressiva di Grazia Deledda ha raggiunto adulti e bambini varcando i confini nazionali.