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Lo scrittore e sceneggiatore romano ci racconta la sua iniziativa nata durante il lockdown

Coltivare. È questa l’ascendenza della parola cultura, ed è un’accezione che, per quanto si discosti dal significato attuale del termine, ne custodisce l’intimo valore: attendere con cura, affinché ogni germoglio di sapere cresca e possa diffondere la propria bellezza nella società.

Questo accade ogni giorno, ma non sempre ne abbiamo contezza perché circondati dal malanimo, dalla negatività, troppo spesso dalla cattiveria. Eppure, anche se ci è talvolta difficile scorgere semi di positività intorno a noi, non è detto che questi non siano in attesa di qualcuno che dia loro la possibilità di trasformarsi in linfa vitale.

Abbiamo avuto numerose dimostrazioni di queste dinamiche durante i mesi di isolamento forzato che ci ha visti chiusi in casa ma con un gran desiderio di comunicare, di interagire, di guardare oltre la nostra palizzata, pronti a tendere una mano come mai era accaduto prima. In molti casi si è trattato di buone pratiche limitate nel tempo. In altri, invece, gli atti di generosità compiuti durante il confinamento hanno spostato un po’ più in avanti il proprio orizzonte. Ne è un esempio l’iniziativa dello scrittore e sceneggiatore Francesco Trento, che in quel triste frangente ha deciso di offrire lezioni gratuite di scrittura creativa – in tutte le sue numerose applicazioni – in cambio di donazioni ad associazioni che operano nel sociale o a singole persone con particolari necessità, come il dover affrontare delle cure costose. Avviata con un piccolo nucleo iniziale di partecipanti, l’iniziativa è riuscita a coinvolgere, nel giro di poco tempo, centinaia di aspiranti scrittori e semplici appassionati che hanno avuto così l’opportunità di imparare e, nel contempo, di fare del bene.

Abbiamo incontrato Francesco Trento per conoscerlo meglio e per farci raccontare la genesi di questa idea.

Le competenze che l’hanno portato a diventare scrittore, sceneggiatore e formatore sono state acquisite soprattutto sul campo, sebbene la laurea in Lettere con indirizzo storico, un dottorato in Storia dell’Italia contemporanea e altre importanti esperienze abbiano contribuito in maniera determinante a segnarne il cammino, come lui stesso ci racconta: «Il mio percorso universitario non era indirizzato alla scrittura, ma lo studio della storia mi ha aiutato a trovare un metodo per svolgere le mie attività, mentre l’esperienza da allenatore – nel settore giovanile della Lazio calcio a 5, n.d.r. – mi ha suggerito come gestire il rapporto con i miei allievi.»

Dopo aver frequentato un corso di scrittura, fumetto e sceneggiatura al CentroLAB di Roma, inizia a scrivere come ghostwriter per il cinema, un’esperienza per lui fondamentale: «Ho imparato tantissimo, è stato come andare a bottega» afferma. Il suo primo lavoro firmato è il documentario Matti per il calcio, realizzato nel 2004 con Volfango De Biasi.

Poco tempo dopo scrive il romanzo Venti sigarette a Nassirya – pubblicato da Einaudi – con il regista Aureliano Amadei. Il libro racconta l’attentato avvenuto in Iraq nel 2003 in cui lo stesso Amadei – che si trovava nel Paese asiatico per lavoro – rimane gravemente ferito. «Dall’uscita di questo romanzo la scrittura è diventata il mio mestiere, sia come autore sia come insegnante» racconta Trento. «Ho insegnato allo IED per sette anni, finché ho deciso di ideare un corso tutto mio per rendere più accessibile, da un punto di vista economico, quel tipo di formazione.»

Negli stessi anni Trento prosegue anche l’attività per il cinema e nel 2010 esce il film Venti sigarette – tratto dal romanzo già menzionato –, di cui scrive la sceneggiatura insieme allo stesso Amadei.

Da allora l’attività dell’autore non ha conosciuto soste e la curiosità – oltre alle solide competenze acquisite nel tempo – lo ha portato a praticare tutti, o quasi, i mestieri della scrittura. Diversi lavori che portano la sua firma hanno ottenuto importanti riconoscimenti, come Crazy for football – a cui ha lavorato con Volfango De Biasi – che nel 2017 si è aggiudicato un David di Donatello come miglior documentario.

Fino allo scorso anno ha tenuto con regolarità lezioni in numerose città d’Italia, finché la pandemia di Covid-19 ha bloccato tutte le attività in presenza. È a quel punto che Francesco Trento comincia a riflettere su come dare una mano in quella situazione terribile, senza precedenti. Riparte quindi dal suo mestiere e decide di offrire gratuitamente lezioni di scrittura in cambio di donazioni.

Gli iscritti al gruppo si moltiplicano nel giro di poco tempo; si crea un circolo virtuoso che coinvolge gli utenti e anche tanti ospiti che sposano l’iniziativa offrendo tempo e competenze per arricchire il già nutrito programma di incontri in cambio di gesti di solidarietà: Michela Murgia, Marco Bechis, Antonella Lattanzi, Stefano Versace, Luigi De Laurentiis, Giampaolo Simi, Gaja Lombardi Cenciarelli, Ludovica Rampoldi, Fabio Bartolomei, Ludovico Bessegato sono solo alcuni dei professionisti del cinema, della scrittura, dell’editoria e del mondo imprenditoriale coinvolti nel progetto. Un percorso che ha permesso, in questi mesi, di distribuire oltre trentottomila euro ad associazioni, onlus e a singoli individui che necessitavano di sostegno economico. Come precisa Trento, «la cifra è probabilmente approssimativa perché non tutti coloro che hanno donato me lo hanno fatto sapere.»

La storia fin qui raccontata è straordinaria, ma ci sono altri aspetti encomiabili da evidenziare: in primo luogo le donazioni sono sempre state facoltative, pertanto nessuno è stato escluso dalla possibilità di seguire le lezioni gratuite. In secondo luogo, molti iscritti hanno scelto di ricambiare la disponibilità di Francesco Trento e dei suoi ospiti con il volontariato offerto all’interno del gruppo – come nel caso delle lezioni di yoga online o dei corsi per spiegare il funzionamento di programmi quali PowerPoint, Excel, eccetera – oppure all’esterno, presso associazioni e onlus. «Vedere che ci sono tante persone disposte ad aiutare gli altri è stato per me fonte di grande soddisfazione» afferma l’autore. Una piccola rivoluzione che mostra un’Italia diversa da quella che spesso percepiamo sui social – ma non solo –, dove i gesti nobili fanno meno clamore dei cattivi esempi.

Un’altra sfaccettatura di questa bella storia è tutta racchiusa in una massima di Marx che Francesco Trento ha fatto sua: “Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”. Ferma restando l’offerta di lezioni gratuite, quando l’autore ha ripreso la sua normale attività lavorativa organizzando seminari e incontri a pagamento, ha continuato a tendere la mano: chi non può permettersi di sostenerne il costo può chiedere in prestito – quindi saldando il debito più avanti –, in regalo o in cambio di volontariato l’accesso alle lezioni online non gratuite. Nonostante questa apertura, la partecipazione a pagamento è andata oltre le più rosee aspettative, tanto da indurre l’autore a reinvestire una parte del denaro guadagnato: «Si sono iscritte tantissime persone, ma io non avevo bisogno di tutti quei soldi. Così ho deciso di utilizzarne una parte per finanziare due borse di studio destinate ad accompagnare altrettante persone, un uomo e una donna, all’esordio letterario.»

Il vincitore e la vincitrice del contest saranno supportati dagli editor di CasaSirio Editore per un anno intero, durante la stesura dei rispettivi romanzi. Un’occasione unica per gli aspiranti scrittori che cercano di concretizzare i propri sogni. Ma le iniziative nate dall’animo nobile dell’autore non sono finite: all’inizio del 2021 verranno finanziate altre borse di studio destinate a chi desidera emergere come sceneggiatore.

La mente di Francesco Trento viaggia lontano, accarezza i desideri altrui e si impegna affinché possano essere realizzati, se sostenuti da forte motivazione, capacità e duro lavoro. E quando la fiducia in sé stessi tentenna, fatto non infrequente in chi si sottopone con i propri scritti al giudizio dei lettori, sono sempre le sue parole a fare da sprone. Non si tratta solo di insegnare un metodo, ma anche e soprattutto di infondere il coraggio di osare e di suggerire una proficua consuetudine di lavoro.

Il potere della cultura è anche questo: creare una società migliore a piccoli passi e con la collaborazione di ciascuno di noi. Un gioco di squadra in cui tutti sono vincitori e grazie al quale si è reso un lodevole servizio alla collettività, come evidenzia lo stesso Trento: «Grazie alle lezioni in cambio di donazioni abbiamo aiutato tantissime persone, con una mobilitazione di energie verso la solidarietà che è andata ben oltre le aspettative.»

L’autore non manca però di sottolineare le criticità che affliggono il nostro Paese: «La politica dovrebbe mettersi al servizio della cultura. La pandemia di Covid-19 ci ha mostrato in tutta la sua drammaticità cosa significhi vivere nell’ignoranza. Se un cittadino non è in grado di comprendere poche regole base a tutela della salute propria e altrui, abbiamo un grosso problema. Cultura non è avere il 99% della popolazione capace di citare Dante Alighieri a memoria, bensì saper distinguere una notizia da una bufala, un ciarlatano da un medico serio, un video contraffatto da uno autentico. La cultura deve essere tutelata e promossa dallo Stato potenziando tutti i settori in cui essa si esprime. È l’unico modo per disinnescare l’ignoranza.»

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