Cagliari (ITALIA)Lino Cannavacciuolo
, un suono che non si dimentica. Elena Ledda una voce che non si dimentica.
Queste due personalità artistiche si incontrano di nuovo in un teatro a Cagliari, esattamente il Teatro delle Saline. Un luogo bellissimo, un edificio che anticamente era dedicato ai lavoratori delle saline. Non molto tempo fa, molte categorie di lavoratori avevano un cinema, un teatro a loro dedicato. Oggi sembra un utopia. Ma il lavoro prima era qualcosa da rispettare, un aspetto della dignità umana. In un luogo dove gli attori della compagnia Akroama si esibiscono in proposte di teatro contemporaneo, la musica del concerto del 1° novembre ripercorre invece la tradizione delle note mediterranee. Il violino lui, la voce lei.
Il gruppo di Cannavacciuolo si componeva di percussioni, batteria, tastiere, chitarra napoletana, basso e una corista essenzialmente napoletana, con l’anima del Sud.
Un musicista che fa rivivere gli antichi suoni della tradizione popolare di tutto il Sud del Mediterraneo, suoni interiorizzati ed interpretati da un artista che continuamente ricerca e sperimenta: ritmi popolari come la pizzica e la tarantella, miscelati all’elettronica, si mescolano alle influenze africane, arabe e greche a loro volta contaminate dalla musica tzigana.
Il violino, nelle sue mani prende vita. È suonato fino all’inverosimile, sfruttata ogni singola corda all’infinito per creare ritmi classici della tradizione popolare, ritmi quasi da colonna sonora felliniana. Melodie antiche condite di elettronica, insomma ascoltare questo gruppo provoca una sensazione di benessere.
Si legge da altre parti che “ogni volta assiste allo spettacolo vitale dove l’anima del musicista esce fuori sotto forma di note del suo violino”, non si può non essere d’accordo con chi vede lo spettacolo di un artista appassionato che amplifica ogni volta la forza della musica.
La collaborazione con Elena Ledda risale alla partecipazione di Cannavacciuolo al disco “Amargura”, che raggiunse un grande successo. Elena Ledda è una signora del palcoscenico, una “signora” che sa il fatto suo. Dura e dolce allo stesso tempo, è capace di acuti, di tenere la nota per molto, molto tempo, esattamente come si fa nel canto lirico, mondo da cui proviene l’artista.
La serata ha riproposto i successi di Elena Ledda accompagnati dall’intera orchestra, esclusa una canzone-filastrocca che l’artista ha cantato-parlato senza l’accompagnamento musicale. Una lunga storia che ha retto l’impatto sul pubblico (tutti possono immaginare quanto sia difficile prestare attenzione ad un monologo), è finita con un grande applauso.
Il finale per cantare e suonare tutti insieme, due voci femminili e orchestra.
La sfida sul palco è stata evidentemente impari, la personalità di Elena Ledda sovrastava qualunque cosa nella sua improvvisazione infinita di suoni vocali della tradizione sarda. La cantante del gruppo di Cannavacciuolo però è riuscita comunque ad esprimere quelle che sono le sue note in stile napoletano, una lingua che è musicale e tragica ogni volta che si trasforma in canzone e ritmo.
Un concerto che era inserito all’interno della manifestazione Cost Day, promosso dalla Regione Sardegna, iniziativa che promuove e difende le coste sarde, ma è un suggerimento da seguire per la difesa di tutte le coste del Mediterraneo.