Dal 3 giugno è possibile spostarsi tra regioni, e i cittadini dell’Unione Europea, dell’area Schengen e della Gran Bretagna possono venire in Italia senza obbligo di quarantena. Il nostro Paese ha oltre 7.000 km di coste e un numero elevato di aree di balneazione (un quarto del totale europeo) abitate da 17 milioni di persone, che durante la stagione estiva possono anche raddoppiare. Questo ci fa capire quanto potenzialmente rischioso possa essere il turismo balneare senza le giuste precauzioni. Proprio in tema di Covid19 e spiagge, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha reso nota una serie di indicazioni “per una balneazione sicura” destinate ai bagnanti e ai gestori di stabilimenti.
Dunque vacanze salve nonostante la pandemia, ma a patto che vengano rispettate le regole per una balneazione in piena sicurezza. Assume invece scarsa rilevanza il rischio correlato alla potenziale contaminazione delle acque da reflui o da escreti infetti presenti a monte dell’area di balneazione o diffusi da imbarcazioni. Le misure di controllo e monitoraggio a carattere ambientale e sanitario applicate in base alla normativa vigente, infatti, ma anche la suscettibilità̀ del virus alle variabili ambientali rendono trascurabile il rischio.
Sono queste le principali conclusioni del “Rapporto sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2” del Gruppo di Lavoro Ambiente-Rifiuti COVID-19 in collaborazione con il Ministero della Salute, l’INAIL, il Coordinamento di Prevenzione della Conferenza Stato Regioni, esperti delle ARPA e altre istituzioni, appena pubblicato con l’obiettivo di alzare il livello di sicurezza nelle spiagge in vista della stagione balneare.
Nel rapporto, per una balneazione sicura sono fornite raccomandazioni per tenere sotto controllo i rischi sanitari, integrando i documenti che INAIL e Conferenza Stato regioni avevano già pubblicato.
Si tratta di indicazioni semplici, di tipo tecnico che riguardano i controlli ambientali, dal funzionamento dei depuratori, al controllo delle acque reflue e degli scarichi illeciti e di norme igieniche/comportamentali da seguire in stabilimenti e spiagge libere indirizzate ai gestori degli stabilimenti balneari e agli stessi bagnanti.
Le norme ambientali richiamano e rafforzano la vigilanza su eventuali scarichi illeciti di reflui nei corpi idrici (mare, fiumi, laghi), sul controllo degli impianti di depurazione e sugli scarichi da imbarcazioni. Una particolare attenzione deve essere anche indirizzata all’applicazione delle norme di controllo delle acque di balneazione. È possibile prevedere sospensione, a carattere cautelativo, della balneazione qualora i dati storici di monitoraggio segnalino l’area come interessata, direttamente o indirettamente, dalla presenza di reflui non depurati, scarichi illeciti e/o contaminazione da fosse settiche, che possono influenzare la qualità delle acque nell’area di balneazione.
Tra le diverse indicazioni, per i gestori degli stabilimenti e per i bagnanti viene raccomandato:
- di prenotare l’accesso agli stabilimenti (anche online), eventualmente per fasce orarie, mantenendo l’elenco delle presenze per un periodo di almeno 14 giorni, nel rispetto della normativa sulla privacy;
- di utilizzare cartellonistica e locandine con le regole comportamentali per i fruitori delle aree di balneazione e i bagnanti – comprensibili anche per utenti di altre nazionalità;
- di regolamentare gli accessi e gli spostamenti sulle spiagge, anche attraverso percorsi dedicati, e disporre le attrezzature, in modo da garantire in ogni circostanza il distanziamento interpersonale;
- di garantire distanziamento interpersonale di almeno 1 metro tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare, anche durante la balneazione;
- di controllare la temperatura corporea, ove possibile, del personale e dei bagnanti con interdizione di accesso se questa risulta superiore ai 37,5°C;
- di vietare aggregazioni che possano creare assembramenti (attività di ballo, feste, etc.);
- di interdire gli eventi musicali con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale;
- di pulire, almeno giornalmente, le varie superfici, gli arredi di cabine e le aree comuni e sanificare in modo regolare e frequente attrezzature, materiali, oggetti e servizi igienici;
- di non trattare in alcun caso spiagge, terreni, arenili o ambienti naturali con prodotti biocidi;
- di evitare l’uso promiscuo di qualsiasi attrezzatura da spiaggia;
- di dotare i bagnanti di disinfettanti per l’igiene delle mani;
- di fornire al personale disinfettanti e DPI adeguati (mascherine, schermi facciali, guanti).
Per quanto concerne l’informativa e la sorveglianza, in ambienti di libero accesso, come le spiagge libere, risulta di difficile praticabilità. Pertanto, in questo ambito sono chiamati i sindaci e/o agli altri enti locali competenti a dover applicare ogni adeguata misura volta a garantire condizioni di riduzione dei rischi e, ove necessario, a definire attività di vigilanza sul rispetto delle misure da parte dei fruitori delle spiagge, a regolamentare gli accessi per consentire il distanziamento interpersonale, individuare le procedure di sanificazione delle attrezzature e delle aree comuni.
Rimangono valide le seguenti indicazioni per tutti:
- rispetto del distanziamento interpersonale di almeno 1 metro;
- responsabilità di vigilanza sul distanziamento anche dei bambini;
- misure di igiene personale, pulizia e disinfezione frequenti delle mani;
- igiene respiratoria: starnutire e/o tossire in fazzoletti di carta o nel gomito;
- uso di mascherine quando le misure di distanziamento siano di difficile mantenimento (le mascherine dovranno essere smaltite con i rifiuti indifferenziati).
Quanto emerge dal rapporto è che nella riuscita del contenimento e del controllo della diffusione del Covid19 ciò che conta maggiormente sono i comportamenti individuali – soprattutto il distanziamento fisico, nel rispetto degli altri. Per poter garantire il distanziamento fisico anche in spiagge dalle dimensioni limitate verranno attivate delle modalità di fruizione differenti rispetto al passato, come per esempio il contingentamento degli accessi su prenotazione e la vigilanza sui bambini.
Fonte: Istituto Superiore di Sanità
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