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Sono già trascorsi alcuni mesi da quando il contest artistico dedicato al progetto Divinamente Abili, condotto egregiamente dall’Associazione Nazionale delle Città del Vino in Campania con il patrocinio morale di Identità Mediterranea, ha avuto luogo. Diversi sono stati i passaggi, tutti amorevolmente seguiti ed eseguiti dal dott. Marco Razzano, a partire dalla presentazione del progetto a Sant’Agata de’ Goti sino alla fase operativa, che ha visto sul campo 31 ragazzi dalle diverse abilità e da lui guidati in vigneto per diventare operatori agronomici. Razzano, dottore in agronomia, ha portato il progetto sperimentale a compimento presso le Cantine Ciervo a Dugenta, supportato da psicologi e terapisti occupazionali, nonché dal CMR e dalla Neuromed.

Con Identità Mediterranea ed i giovani di Diversi Abili è scattata subito una grande empatia e dopo il primo incontro si è pensato subito di fare una bellissima visita al MAVV-Wine Art Museum, dove è scattata la traccia artistica: dopo un percorso sensoriale infatti è stato chiesto ai fanciulli di cimentarsi nel disegno, riproducendo ricordi, sensazioni ed elementi salienti, vissuti nel vigneto, e di tracciare la sagoma delle loro mani.

Tutti gli elaborati sono stati presentati a San Domenico Maggiore nell’ambito del Mediterranean Wine Art Fest dello scorso settembre, a dimostrazione che l’arte, soprattutto quella manifestata da questi giovani, è tutta degna di essere rappresentata. La mostra ha potuto prendere luogo grazie al lavoro di volontariato portato avanti dal prof. Felicio Izzo e dal prof. Crescenzio D’Ambrosio, oltre che di altri operatori. Tutti e 31 gli elaborati sono stati passati ad artisti del territorio e professionisti, tra cui l’architetto Pasquale Pagano, così che l’opera definitiva, quindi destinata a diventare l’etichetta della bottiglia prodotta grazie alle uve allevate dai ragazzi, potesse essere realizzata come sintesi di tutti i disegni e votata per l’occasione dai ragazzi e dai loro genitori.

A vincere è stata “Verso il Cielo” e che presto verrà indossata dalla bottiglia “Divinamente Abili”, il cui nome è ispirato al progetto che oggi ha egregiamente formato 31 specialissimi operatori agronomici nel campo della viticultura.

L’autore? Ve lo presentiamo subito…

È Crescenzio D’Ambrosio, pittore acrobata e poeta. Nato nel 1963 a Trecase, sulle “ginocchia” del Vesuvio, dove è cresciuto e tuttora vive e lavora. Ha studiato presso l’Istituto Statale d’Arte di Torre del Greco, e, successivamente, all’Accademia di Belle Arti di Napoli, allievo del maestro Enrico Bugli.

Nella primavera del 1994 ha proposto “Viaggi della memoria: ricordi di un pittore-acrobata”, prima mostra personale tenuta presso l’Associazione Culturale Arcobaleno Fiammeggiante di Napoli. Ha realizzato numerosi libri d’artista, illustrato e pubblicato taccuini d’arte e criptici con Pulcinoelefante, CUEN, Hibernum Solstitium, DDT, LArS, Aestatis Solstitium.

Una sua poesia è stata inserita nell’antologia “Dedicato”, pubblicata da Aletti Editore nel dicembre 2007. Nella primavera del 2008 ha scritto “La via mistica” raccolta di 15 haiku per il lavoro fotografico “Silenzi” di Enzo de Gianni.

Nel 2011 un suo libro d’artista è stato esposto al Salone del Libro di Torino. È tra i fondatori del gruppo artistico indigeno vesuviano “Creator Vesevo”, del collettivo d’arte “La città che sale”. È stato insieme a Felicio Izzo, ideatore dei progetti “Poesie precarie” nell’autunno 2010, ardita performance estemporanea di scrittura sull’acqua, di “Cercasi italiani: astenersi perditempo” nella primavera 2011), pro-vocazione sociale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, e dell’utopia letterale dei “Poeti analfabeti”.

È vegan-vegetariano, buddista involontario e anarchico pacifista. Ama andare in bicicletta, e gira in giro con la sua vecchia Alfasud del 1979. Appassionato di storia locale, si occupa di volontariato e di piccola editoria autogestita. Ha lavorato per alcuni anni presso il Liceo Artistico Statale “Amedeo Modigliani” di Giussano, tornando poi a vivere “sotto” il Vesuvio. Attualmente insegna Discipline Grafiche presso il Liceo Artistico StataleGiorgio de Chirico” di Torre Annunziata.

Hanno scritto di lui Rosco Arbacold, Domenico D’Alessandro, Vitaliano Corbi, Anna Pumpo, Rosalba Coppola, Lina Lupoli, Mara Zilio, Mariantonietta Di Chiara, Angelo Calabrese, Gianni Nappa, Maddalena Castegnaro, Carlo Avvisati, Antonella Nigro e lo stesso Felicio Izzo.

Nel 2022 ha partecipato alle seguenti manifestazioni a carattere collettivo:

Il pakko kol nulla dentro, Arti-sta, Monza, Libro d’Artista, mostra/concorso al Palazzo ex Fondaco delle Biade, Padova, Le primavere dell’Accademia Ercolanese nella piazzetta villa Favorita ad Ercolano, Padiglione Ukraina alla Biblioteca Civica “Andrea Aonzo” di Qualiano, “Ascoltando i silenzi del mare”, Premio Internazionale di Poesia Visiva “Isola d’Elba”, in cui si è classificato al 2° posto, presso il Centro Culturale De Laugier a Portoferraio, Bacio d’Artista, Spazio B a Vigevano, Premio Giacinto Gigante, al Wespace Vasto a Chiaia, Napoli, Volammo davvero, Villa Excelsa, a Sannicola, poi al Museo della Ceramica, Cutrofiano e presso la Vedetta del Mediterraneo a Giovinazzo, I Care, a Casa Delfino a Cuneo, Vitis seminalis Vitae, presso il Refettorio Grande di San Domenico Maggiore a Napoli ed infine a Mediterraneum, presso il Castello Aragonese di Taranto.

Di lui sostiene Angelo Calabrese: vive appieno gli orientamenti dell’arte attuale ma resta intanto fedele alla tradizione del valore umano, per cui ricostruisce momenti di forte comunicazione, dando senso alla memoria rievocata con la poesia del buon tempo antico. È poeta che predilige la semplicità, i valori perenni, le “parabole” esistenziali riscattate da quelle evangeliche, senza le quali sarebbe vuota la comprensione del mondo. Le sue teche e i suoi libri d’arte rimandano a fioriture di ricordi, di armonie, di viaggi in casa sua e nei dintorni che confinano nell’universo.

L’ispirazione per creare la sintesi di 31 disegni e per far nascere dunque “Verso il Cielo” è stata favorita dagli occhi, dai sorrisi e dalle mani dei ragazzi di Divinamente Abili, mani innocenti che hanno imparato i valori della Civiltà Contadina e del lavoro onesto, coadiuvati da tanti adulti pronti al passaggio generazionale di un testimone di cui certo sapranno essere custodi.

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