Il rasoio di Occam è un metodo attribuito a Guglielmo di Occam, filosofo e teologo inglese, vissuto nel XIV secolo, il quale richiedeva di “non moltiplicare gli enti oltre il necessario“.
In altre parole il principio di base vorrebbe che, tra ipotesi e spiegazioni in competizione tra loro per operare la scelta più attendibile ed efficace, venga presa in considerazione la più elementare, quella cioè in cui la ricerca delle prove per avvalorarla e renderla inconfutabile è meno dispendiosa. Pertanto minore è il numero di assunzioni per corroborare una tesi e più semplice sarà l’ipotesi, quindi la scelta preferibile tra le tante.
Nato ad Ockham, un piccolo paese a Sud Ovest di Londra, nel 1288 e morto a Monaco di Baviera il 10 aprile del 1347), il religioso francescano inglese era conosciuto anche con gli epiteti Venerabilis Inceptor e Doctor Invincibilis; Guglielmo di Occam, nella disputa tra papa, imperatore e i nuovi poteri delle monarchie nazionali e delle città, che si ponevano spesso allo stesso livello dei poteri universalistici propri di papa e imperatore, si opponeva tanto alle tesi ierocratiche di Bonifacio VIII, quanto a quelle della laicità dello Stato di Marsilio da Padova: per lui autorità religiosa e civile dovevano essere nettamente separate perché, proprio per loro natura, finalizzate a scopi diversi, così come diversi erano i campi della fede e della ragione.
Al centro del pensiero di Occam, a cui è ispirato Umberto Eco per il personaggio Guglielmo da Baskerville, protagonista del romanzo “Il nome della rosa”, vi era il volontarismo, ossia la concezione secondo cui Dio non avrebbe creato il mondo per “intelletto e volontà”, espressione cara a Tommaso d’Aquino, ma per sola volontà e dunque in modo arbitrario, assecondando la sua stessa imperscrutabile volontà, senza regole o leggi che ne limiterebbero la libertà d’azione, secondo il teologo inglese. Da ciò Guglielmo ne traeva come conseguenza che anche l’essere umano fosse del tutto libero ed era soltanto a partire da questa libertà che potesse fondarsi la moralità dell’uomo, i cui meriti o demeriti non possono in alcun modo influenzare la libertà divina.
Come già detto è l’autore di quel principio metodologico di filosofia, conosciuto come rasoio di Occam, che raccomando a chi volesse metterlo in pratica di non postulare o ammettere elementi non necessari quando si cerca di spiegare un dato fenomeno.
Tale metodo invita a prediligere spiegazioni che abbiano una logica e che pertanto risultino attendibili, dunque essenziali e prive di elementi inutili o impalcature di pensiero troppo elaborate, consentendo al rasoio di Occam di essere ampiamente messo in pratica nei campi più svariati.
Nel campo filosofico, ad esempio, contribuisce ad eliminare quelle ipotesi che non aggiungono né supporto alla tesi né tantomeno valore esplicativo.
Nella ricerca scientifica tale metodologia aiuta moltissimo nella formulazione di teorie efficienti, evitando congetture superflue, semplificando e quindi rendendo più eleganti gli enunciati.
Nel settore Informatico il rasoio di Occam contribuisce ad ottimizzare sia i processi decisionali che gli algoritmi.
Ovviamente il principio su cui si basa il rasoio di Occam non garantisce di certo che la semplice scelta della più semplice ipotesi garantisca sempre l’intercettazione della più corretta, ma piuttosto suggerisce di impiegare tale scelta almeno come punto di partenza.
Certamente scegliere questo approccio metodico vuol dire praticare scelte con maggior pragmatismo e praticità, anche perché la mente tende a prediligere generalmente schemi semplici al fine di avere comprensione del mondo reale, quindi il rasoio di Occam è una garanzia sulla semplificazione della complessità, diventando un solido ausilio alla necessità di ridurre i margini di incertezza e il sovraccarico cognitivo che ne potrebbe derivare. Infatti, a proposito di bias cognitivi, l’applicazione del rasoio di Occam potrebbe amplificarne alcuni, come il bias della semplicità, che porta a ignorare spiegazioni più complesse ma corrette.
Rispetto a questa possibilità di ottenere semplicità per sottrazione, si potrebbe affermare che la stessa pratica su cui si fondano i ragionamenti del metodo del rasoio di Occam costituiscano una base utile alle virtù del problem solving e del pensiero critico.
In fondo, dal punto di vista psicologico, il principio promuove una certa oggettività di fondo e l’uso di strategie decisionali razionali, basate su economia mentale, quindi dispendio di elaborazione, aiutando a focalizzarsi su soluzioni pratiche e intuitive, mentre in situazioni complesse ed ansiogene può essere uno strumento per ridurre lo stress, semplificando altresì decisioni e conferendo l’interpretazione di certi eventi in maniera più rilassata; ritornando ai bias cognitivi invece e per quanto attiene alla percezione della realtà, esso può influenzare la costruzione delle narrazioni personali o l’interpretazione degli eventi, favorendo spiegazioni più lineari e accettabili.
In breve, il rasoio di Occam non è soltanto uno strumento teorico, ma il riflesso di un aspetto profondo della natura umana: la tendenza e il desiderio di trovare ordine e semplicità in un mondo complesso, a patto che non si abusi di esso, in quanto il rischio di sottovalutare talvolta la complessità reale di certe situazioni è comunque una probabilità. In fondo viviamo in una giungla di informazioni e di input ad alto condizionamento, quindi settare la propria mente proiettandola alla ricerca dell’ordine e della semplicità, esercitandosi al ragionamento, foss’anche per sottrazione o per riduzione al minimo comun divisore, sarebbe senz’altro un’ottima strategia per affinare le proprie capacità di discernimento e sintesi, prestando sempre attenzione a non usare le scorciatoie del cervello e confondere il semplicismo con la semplicità.
Sarebbe interessante osservare quanto l’esercizio del rasoio di Occam possa risultare trasversalmente utile se applicato alle materie Steam, afferenti a discipline come le Scienze, la Tecnologia, l’Ingegneria, L’Arte e la Matematica, così come sarebbe altrettanto interessante chiedersi quanto del pensiero di Guglielmo di Occam sia espressione della consulenza filosofica, nata in Germania nel 1981 ad opera del filosofo Gerd Achenbach, e del metodo Peace, acronimo di problema, emozione, analisi, contemplazione ed equilibrio, finalizzato al raggiungimento di una solida capacità di ponderazione ed introspezione, nonché di una durevole pace interiore, fattori che spesso consentono di sostituire egregiamente la terapia psicologica e l’uso di certi farmaci a queste buone pratiche. D’altronde, come soleva dire Ludwig Wittgenstein “il problema della filosofia è la consapevolezza del disordine nei nostri concetti, e lo si può risolvere conferendo loro ordine”.