Articolo di Laura Gatto
“Se il tuo olio da cucina finisce in mare noi siamo fritti! Rispetta l’ambiente non ti costa niente.” suona così la campagna di sensibilizzazione inerente la raccolta di olio alimentare esausto. Si tratta degli oli che comunemente utilizziamo in cucina e che sistematicamente buttiamo negli scarichi dei lavandini finendo così per rendere ancora più inquinate le acque dei mari.
’Assessorato Ambiente e Territorio e Palermo Ambiente hanno firmato a maggio una convenzione con l’azienda Ecologica Italiana s.r.l. che ha dato avvio ad un progetto sperimentale. Quest’ultima ha distribuito in diversi siti della città delle bonze gialle sperando nella partecipazione della cittadinanza all’iniziativa ecologica e assumendosi il servizio di raccolta, trasporto e recupero dell’olio esausto. Ecco che Palermo si aggiunge alle già numerose città italiane che hanno sposato responsabilmente un modo di vivere più attento ai problemi della salute del pianeta.
Una bella iniziativa gratuita e a quanto pare a domicilio per le persone diversabili che ha anche una duplice validità sia sul piano della riduzione dei danni ambientali sia su quello delle casse comunali. Gli oli che comunemente utilizziamo in casa per preparare gustosi piatti, infatti, compiono un lungo e costoso viaggio in termini ecologici ed economici: dalla cucina di casa nostra finiscono negli scarichi e di lì al mare passando prima attraverso i depuratori comunali. Ammesso che ci siano e che funzionino, i sistemi di depurazione e la loro gestione hanno un costo elevato per i comuni.
Qualche consiglio pratico: lasciare raffreddare l’olio utilizzato per cucinare, versarlo in un contenitore e quando pieno riversarlo nella bonza gialla più vicina a casa nostra. Chiaro a tal proposito il volantino illustrato recapitato a casa e in bella posta sui banconi dei negozi alimentari a Palermo. Le stazioni di raccolta si trovano in diverse zone della città e della provincia e per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.ecologicaitaliana.com oppure chiamare il numero verde 800-987719.
L’olio delle bonze viene recuperato dall’azienda Ecologia Italiana, consorziata Conoe( Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento Oli e grassi vegetali ed animali Esausti), e attraverso i trattamenti di riciclo il materiale oleoso viene riutilizzato per diverse produzioni industriali quali biodisel, lubrificanti, glicerina e combustibile. Va specificato che il biodisel è la versione più civile del gasolio perché mentre quest’ultimo viene prodotto a partire dal petrolio, fonte non rinnovabile, il biodisel viene ottenuto da fonti rinnovabili quali appunto gli oli vegetali e i grassi animali.
Forse qualche dato può spingerci di più a comportamenti corretti e responsabili nei confronti di quel prodotto alimentare tanto buono ma che proprio innocuo non è: un litro di olio è sufficiente a rendere non potabile un milione di litri di acqua che servirebbero a dissetare una persona per circa quattordici anni.
Un gustoso piatto all’italiana quindi non ci preclude la possibilità di essere buongustai ecologici e responsabili e di pensare che gli oli inquinano. A noi adesso la decisione di gettare l’olio nei lavandini con danni per l’ecosistema o far sì che venga riutilizzato a tutela della salute e dell’ambiente.