Ritratto d’artista con “En tus ojos (Piazzolla Tango)” – originale creazione del coreografo Luciano Padovani per la Compagnia Naturalis Labor – in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC per la Stagione di Danza 2018-2019 nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
sabato 2 febbraio – ore 21 – Tempio Pausania – Teatro del Carmine
domenica 3 febbraio – ore 21 – Alghero – Teatro Civico
Un emozionante racconto per quadri sulle note di Astor Piazzolla, accanto alle musiche di Carlo Carcano, impreziosito dalle scenografie di Mauro Zocchetta e dal disegno luci di Thomas Heuger a sottolineare istanti cruciali e atmosfere di un viaggio nei labirinti della mente del grande compositore argentino, uno tra gli artefici del tango nuevo.
Sotto i riflettori Stefano Babboni, Loredana De Brasi, Jessica D’Angelo, Silvio Grand (che ha curato le coreografie di tango), Roland Kapidani, Roberta Morselli, Elisa Mucchi e Mirko Paparusso, interpreti di una visionaria partitura gestuale in cui eleganti e enigmatioche geometrie di corpi nello spazio evocano il mutare degli stati d’animo e le segrete inquietudini del musicista, tra momenti di crisi e la certezza e forza dell’ispirazione da cui scaturiscono brani come “Adiós Nonino” e “Libertango”, “Tristezas de un Doble A”, “Muerte del Angel” accanto al “Concierto para Quinteto” e “Las cuatro estaciones porteña” e perfino un’opera surreale come “Maria de Buenos Aires”, che mettono in luce le molteplici sfumature del tango, quale piena e intensa espressione dell’animo umano.
“En tus ojos (Piazzolla Tango)” è una raffinata e evocativa partitura gestuale, scritta sui corpi e le movenze dei danzatori e liberamente ispirata alla figura del compositore argentino, nato in Mar del Plata, in provincia di Buenos Aires, da genitori di origine italiana, allievo di Alberto Ginastera e di Nadia Boulanger a Parigi, al suo precoce e innegabile talento, riconosciuto e apprezzato da Carlos Gardel e Aníbal Troilo e al suo spirito rivoluzionario – in bilico fra tradizione e innovazione. Una pièce visionaria che indaga l’universo dell’artista seguendo le tracce della sua movimentata esistenza – da New York a Buenos Aires a Parigi dove la sua insegnante, la celebre pianista e compositrice Nadia Boulanger, ne riconfermò la vocazione e il talento, invitandolo a seguire la sua naturale e spiccata inclinazione per il “pensiero triste che si balla” – secondo le felice definizione di Enrique Santos Discépolo, che ne riassume la malinconia e il fuoco, la sensualità e il pathos.
La bellezza struggente del tango argentino – quasi più una “poetica” che non semplicemente un ballo, ormai popolarissimo a tutte le latitudini, o una musica con i suoi accenti sincopati, ora vertiginosa e impaziente, ora triste e dolcissima, specchio delle passioni e dei sentimenti più privati e insieme universali – rivive sul palco nelle suggestive geometrie in movimento, nelle forme plastiche, nelle acrobatiche figure del tango come nelle eleganti, ardue e intimistiche sequenze di danza contemporanea. “En tus ojos (Piazzolla Tango)”è la sintesi folgorante e riuscita di due linguaggi, ripensati ed elaborati in una nuova grammatica dei corpi, in cui affiorano gli opposti impulsi di eros e thanatos, l’energia pulsante e prorompente e il tormento e il “dramma” di un artista quasi «perseguitato dalle sue stesse note».
«La mia anima è una misteriosa orchestra, non so quali strumenti suoni e strida dentro di me» racconta Astor Piazzolla: «mi conosco come una sinfonia, sento il battito del cuore, il ritmo del tango. Che mi perseguita, mi insegue, mi cerca, mi chiede. Per creare, mi sono distrutto; mi sono esteriorizzato dentro di me che dentro di me non esisto se non esteriormente. Sono la scena viva sulla quale passano svariati personaggi che recitano svariati drammi». Parole emblematiche che riflettono la condizione del compositore argentino, che è poi la condizione stessa dell’artista, immaginato da Luciano Padovani come imprigionato nella sua stessa arte, quasi vittima del proprio talento, ma anche ferocemente proiettato verso nuove ispirazioni, per dar forma a nuove creazioni con la sua cifra inconfondibile e la sua idea del tango.
E ancora appare una misteriosa creatura femmnile, una sorta di musa ispiratrice, cui il protagonista si abbandona, o si sottrae: «En tus ojos, nei tuoi occhi, vedo la passione, scruto l’orizzonte, immagino la musica. Sei la mia musa o il mio tormento?». Quell’incertezza, qualla vaga insoddisfazione che lo spinge verso l’ignoto, un altrove sconosciuto, è simboleggiata da una barchetta di carta, apparsa sulla sua scrivania all’inizio dello spettacolo, a rappresentare la sua voglia di ‘emigrare’: «Ho voglia di stare sempre in un altro posto, lontano da qui. Non chiedetemi perché creo, mi chiedo perché esisto».
Tra i più importanti e significativi musicisti del XX secolo – in Argentina e nel mondo – Astor Piazzolla ha trasfigurato il tango, cogliendone l’essenza per trasformarlo in un linguaggio universale, capace di trasformarsi e dialogare con altri generi e stili – musicali e non solo – senza perdere la matrice popolare e la metrica danzante. Nella sua intensa carriera ricca di successi, con fortunate tournées in Sud America, negli Stati Uniti e in Europa, il compositore argentino ha collaborato con artisti ed ensembles diversissimi – da Amelita Baltar e Lalo Schifrin al jazzista statunitense Gerry Mulligan (con cui ha inciso l’album“Summit-Reunion Cumbre” – cui si ispira un nuovo progetto del sassofonista Javier Girotto, prossimamente nell’Isola per il Jazz Club Network del CeDAC) e in Italia Tullio De Piscopo, Pino Presti e le cantanti Mina e Milva.
«La danza è, in fondo, un naturalis labor: un ‘lavoro’ del corpo, paziente e necessario, quotidiano e faticoso, caratterizzante e costruttivo; ‘naturale’ come un gesto, come il corpo che lo produce, come l’occhio che lo vede, come il tempo che lo consuma… insieme condizione dell’artista e funzione sociale, ricerca di semplicità e di immediatezza. Il resto è forma» ricorda Luciano Padovani, quasi a illustrare il nome della compagnia Naturalis Labor, da lui fondata insieme con Francesca Mosele nel 1988 e fin da subito vincitrice, con lo spettacolo “Taigà” (1989), del primo premio al Concorso Internazionale di Coreografia “Città di Cagliari”. Tra le tournées in Italia e in Europa, Naturalis Labor con sede a Vicenza (riconoscita e sostenuta dal MiBAC e dalla Regione Veneto, dalla Provincia e dal Comune di Vicenza, dal Comune di Comacchio e da Arco Danza), porta avanti un percorso di ricerca sulla danza contemporanea e sul tango, con incursioni e contaminazioni con i nuovi linguaggi dell’arte e collabora con importanti realtà e istituzioni come il Teatro Olimpico di Vicenza e il Festival Oriente Occidente, e ancora Operaestate Festival, AbanoDanza, Pergine Spettacolo Aperto, Festival d’Autunno, Segni Barocchi e Concerti in Villa.
In “En tus ojos (Piazzolla Tango)” – dopo “La Catedral” e il recente e applauditissimo “Romeo y Julieta Tango”, Luciano Padovani e la sua compagnia danno vita ancora una volta a uno spettacolo dove la danza e il tango si fondono in un unica drammaturgia, per raccontare Astor Piazzolla e la sua musica.
SCHEDA DELLO SPETTACOLO
Compagnia Naturalis Labor (IT)
En tus ojos
Piazzolla Tango
con Stefano Babboni, Loredana De Brasi, Jessica D’Angelo, Silvio Grand,
Roland Kapidani, Roberta Morselli, Elisa Mucchi, Mirko Paparusso
scene Mauro Zocchetta
musiche originali Carlo Carcano
luci Thomas Heuger
ideazione, coreografie e regia Luciano Padovani
coreografie di tango Silvio Grand
produzione Naturalis Labor
co-produzione Florence Dance Festival Porceddu
Cinque minuti e quaranta secondi.
Tanto sono durati gli applausi per questo spettacolo di forte spessore emotivo. Le musiche di Piazzolla si alternano a composizioni originali dando vita (tra danza e tango) ad un Piazzolla inquieto, un artista in crisi creativa, perseguitato dalle sue stesse note. C’è tutta l’ambiguità della sua vita vissuta in bilico tra tradizione e innovazione. C’è la sua visione del tango e della musica. Non si tratta del solito e già visto spettacolo di tango: Padovani ci racconta, ci stupisce, con un immaginario che, complice la danza, va al di là del tecnicismo e della passionalità del tango. Uno spettacolo intimo e forte, che ha meritato i lunghi applausi.
‘La mia anima è una misteriosa orchestra; non so quali strumenti suoni e strida dentro di me: mi conosco come una sinfonia, sento il battito del cuore, il ritmo del tango.’
Dopo il recente e applauditissimo “Romeo y Julieta Tango”, Luciano Padovani con la sua compagnia tornano con un nuovo spettacolo che vuole essere un omaggio ad Astor Piazzolla, l’autore di tango più conosciuto al mondo.
Ma è un Piazzolla travagliato quello che Padovani ci racconta, inseguito dai suoi stessi pensieri. Perseguitato dalle sue stesse note.
C’è tutta l’ambiguità della sua vita vissuta in bilico tra tradizione e innovazione. C’è la sua visione del tango e della musica. C’è la sua voglia di stare sempre in un altro luogo del mondo. Una barchetta di carta “appare” all’inizio dello spettacolo sulla sua scrivania, a rappresentare la sua voglia di ‘emigrare’.