Il Marocco è un paese in crescita.
Nel 2015 la domanda turistica rappresenta circa il 12% del PIL e il settore riesce ad impiegare oltre 500.000 addetti con un impatto positivo sulle attività turistiche collaterali.
Il Ministero ha recentemente elaborato la Vision 2020, che si propone di inserire il Marocco tra le 20 destinazione mondiali e renderlo un punto di riferimento del turismo sostenibile tra i paesi dell’area mediterranea.
A livello strategico sono individuati diversi “territori turistici”, che comprendono l’offerta balneare atlantica (Souss-Sahara Atlantique) e mediterranea (Saïdia, Marchica et Cala Iris); l’offerta culturale di Marrakech e quella storico archelogica di Fès, Meknès e Ifrane.
Il “capo nord”, che fa leva sulle storia e sull’offerta balneare esclusiva di Tanger Tétouan, Chefchaouen, Asilah et Larach.
Infine i gioelli di famiglia: i siti montuosi di Atlas e Anti-Atlas e il Signor Sahara.
Il paese racchiude dunque una notevole quantità di risorse e microclima unici.
Allacciate le cinture. Andiamo a scoprirle insieme.
Arriviamo a Casablanca dopo Ferragosto, siamo reduci da un viaggio piuttosto lungo.
Cape Town – Dubai: 8 ore di volo più 7 ore di sosta in aeroporto.
Al terzo tea di starbucks capisco di non avere molta autonomia.
Poi il momento del decollo, Dubai – Casablanca altre 7 ore di volo.
La schiena, commossa, ringrazia.
L’aereo è popolato da marocchini in djellaba color panna, alcuni sono anziani e viaggiano da soli con delle enormi sacche di plastica rigida colorata da cui fuoriesce di tutto.
Altre volte mi ero chiesta cosa facessero in giro da soli, a Dubai poi. Magari erano andati a fare una visita medica o a trovare parenti.
Ad ogni modo molti di loro sembrano avere poca dimestichezza con le normali indicazioni di volo e occupano i sedili a casaccio, seminando il panico tra le hostess in un teatrino vivente.
Il posto accanto al mio è rimasto vuoto, le hostess scambiano passeggeri come pedine dalla testa alla coda dell’aereo e non è detta l’ultima parola, il posto accanto al mio potrebbe restare vacante.
Invece no.
Arriva un altro passeggero, è asiatico. Per l’occasione viene denominato “il filippino” da me e dal mio compagno di viaggio, giusto per non essere banali 🙂
Finalmente si decolla e arriva la colazione.
Viaggiamo con Emirates Airline e tutto è abbastanza curato.
La sportina contiene un piccolo croissant, 2 marmellatine, il mini burro, un quadratino di plastica ricolmo di melonicino a pezzetti e uva, e poi i biscottini, il tea caldo…
Inizio a stare meglio.
Io son seduta al centro, accanto al finestrino il mio compagno di viaggio e alla mia sinistra “il filippino”.
Senza essere indiscreta noto che insieme alla colazione delle 07.30 ora locale, ordina anche una bottiglia di vino rosso da 33 cl.
Devo approfittare dell’occasione per non giudicare e non essere provinciale, è un esercizio di stile. Sarebbe troppo facile pensare che abbiamo tutti lo stesso fusorario.
Si fa dare anche un bicchiere di plastica e versa tutto il vino giù per l’esofago, via al caldo.
Che stomaco, penso.
Poi apre la bocca per addentare il croissant e un olezzo di mosto acido invade l’aria intorno a me. Qualcosa di ancestrale.
Mi giro dall’altra parte e termino la colazione col collo angolato a 45°gradi.
Ad un certo punto l’amico filippino solleva una chiappa e si lascia andare in tutta libertà.
Posto che vai, abitudini che trovi, è il bello del viaggio.
Così, mezzo anestetizzata, mi sveglio a Casablanca in tarda mattinata.
Il grande caldo è passato, noleggiamo una macchina in aeroporto e partiamo per un viaggio on the road di 2 settimane.
Ecco il mio itinerario:
La prima tappa è Essaouira, la ville du vent, in mezzo all’Oceano Atlantico.
Ho rimandato la lettua un sacco di volte. Ho letto il primo. Mi butto sugli altri! Fantastica Silvi!!!
Grazie Sara 🙂