Pensando alla festa della donna e al ruolo femminile nel periodo post rivoluzionario, mi sono soffermata a riflettere sui pregi e i difetti della donna della politica tunisina. Spinta da due sentimenti: da un lato la nostalgia dei discorsi di Tahar Hadded e dall’altro la rabbia verso l’indifferenza e l’immobilità di alcune donne del governo davanti a certe situazioni, come l’arrivo di certi predicatori religiosi dai paesi del golfo come Al Aouadi. Questo personaggio arriva nel mio paese con il progetto delle bambine velate, che ha suscitato molte polemiche tra le varie fazioni politiche.
In questa nebulosa politica, e senza voler fare né l’elogio né la critica di un partito politico preciso, parto dal presupposto dell’impegno politico e cerco di fare esempi comici e a volte ridicoli nella loro incompetenza, come la nostra ministra della donna e della famiglia Sihem Badi, “la signora delle scarpe di Leila Ben Ali”. Nata nel 1964, medico di professione e membro del partito “CPR” è stata beccata qualche tempo fa in una posa, ad un’asta dei beni di Ben Ali ex dittatore della Tunisia, con le scarpe di Leila Ben Ali la donna meno rappresentativa della donna tunisina nelle mani e un sorriso stampato sulla faccia. Non è soltanto un fatto di cronaca è un episodio di pessimo gusto che denota tante cose. Questa medesima donna ministra della donna e della famiglia non ha condannato i discorsi pedofili di predicatori nelle moschee su matrimoni di ragazze minori o su progetti elencati qui sopra della bambine velate. Questa donna ha ultimamente dichiarato che impedirà all’associazione Femen di mettere piede in Tunisia. E con questo ho chiuso e credo che non ci sia niente da commentare.
Il secondo esempio riguarda un deputato del partito al governo “Ennahdha” Sonia Toumia, la donna più semplice e ridicola della costituente. Toumia ha proposto una spiaggia per le donne, una casa per i martiri morti e ultimamente una proposta per rendere facebook a pagamento per punire chi deride e denigra le sue azioni, come la lettura nella costituente di una lettera all’ambasciatore francese Manuel Valls, in un francese poco dignitoso. Ci si chiede quindi come questa donna possa contribuire alla scrittura della nuova costituzione?
A volte mi viene di piangere, tuttavia per fortuna che esistono altre figure più rassicuranti e più impegnate a mio avviso o almeno con un pochino più di coscienza nelle idee e nelle azioni come Maya Jribi del PDP, biologa nata nel 1963, icona militante dagli anni ottanta. Questa donna è rimasta nella memoria collettiva dei tunisini in quella famosa foto del 14 gennaio nella fatidica “Avenue Habib Bourguiba” davanti al ministero dell’interno simbolo della dittatura.
Maya Jribi immortalizza un altro momento storico in una foto al funerale del militante Chokri Belaid ucciso a colpi di pistola nel primo omicidio politico post-rivoluzionario, accanto alla figlia e alla moglie del defunto martire sopra il carro armato dell’esercito. La foto ha suscitato critiche da parte delle fazioni più chiuse proprio perché secondo alcuni precetti dell’islam la presenza femminile nel cimitero è poco gradita. Ma ciò che i commentatori della foto non hanno capito è che Chokri Belaid non era un uomo qualsiasi ma un uomo icona, colui che ha raccolto più di un milione di persone al suo funerale uomini e donne, giovani e vecchi, piccoli e grandi per un progetto unico quello di difendere la libertà individuale.
Ecco come una donna come Maya Jribi s’impegna tutti giorni essendo minacciata a difendere i diritti degli individui uomini e donne, ricchi e poveri senza distinzione.