
Donne straordinarie, come “La dama della lampada” Florence Nightingale, colei che creò l’infermieristica moderna.
di Anna Cantagallo
“Il tempo presente e passato sono entrambi presenti nel tempo futuro e il tempo futuro contiene il tempo passato”. Non c’è nulla di più attuale di questa frase del Premio Nobel per la Letteratura Thomas Stearns Eliot per introdurre Florence Nightingale, fondatrice dell’Infermieristica moderna, di cui si è celebrato, nel 2020, il bicentenario della nascita, in contemporanea con l’Anno internazionale dell’Infermiere.
Un anno voluto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dai suoi partner per celebrare in tutto il mondo il lavoro degli infermieri, evidenziare le difficili condizioni che devono spesso affrontare e per sostenere un aumento degli investimenti nella forza-lavoro infermieristica. Un vero e proprio dejà vu pensando a quello che Florence Nightingale aveva elaborato, dimostrato e insegnato in una professione che, dal suo agire in poi, è cresciuta costantemente dal punto di vista organizzativo, programmatorio e assistenziale.
Fu proprio lei a gettare le basi scientifiche per la nascita e lo sviluppo del Nursing, così come tuttora gli infermieri lo intendono, studiano e vivono. L’infermiere oggi è un professionista della salute al quale ogni cittadino si rivolge in un rapporto diretto, confidando nell’opportunità di ricevere un’assistenza professionale, appropriata e personalizzata, supportata da evidenze scientifiche. Sono concetti, questi, che Florence Nightingale aveva già realizzato nei fatti fin dall’Ottocento mettendo in pratica “il futuro che contiene il passato”. Florence Nightingale, in Turchia, contrasse la cosiddetta “febbre di Crimea” e non si riprese mai totalmente. Dovette rimanere a letto dai 38 anni fino alla morte nel 1910, ma ciò non costituì un ostacolo per portare avanti la sua opera umanitaria e scientifica per altri decenni.
Durante la guerra, come quando era bambina, aveva annotato molte cose che le servirono per gli studi di Epidemiologia. Scrisse vari testi, tra cui Cenni sull’assistenza agli ammalati: quello che è assistenza e quello che non lo è, un testo adatto anche alle persone con scarse risorse culturali.
A 87 anni Florence divenne la prima donna a ricevere l’Ordine di Merito del Regno Unito. Le sue conoscenze di Scienza e Matematica furono senz’altro fondamentali per ottenere tutti i meriti che le vennero attribuiti, ma furono il suo impegno sociale e lo spirito solidaristico a ispirarla a metterli in pratica.
FLORENCE NIGHTINGALE
Nasce a Firenze il 12 maggio 1820 da genitori inglesi ricchissimi, che si erano recati in Italia per un lungo soggiorno. Giovanissima mostra grande interesse per il miglioramento del sistema sanitario inglese. All’epoca gli ospedali erano ambienti che facevano paura, da evitare ad ogni costo: nella stessa corsia, talvolta nello stesso letto, si accalcavano pazienti affetti dalle più diverse malattie. Il concetto di igiene era pressoché ignoto. I medici non si lavavano le mani prima di eseguire interventi chirurgici ed entravano in sala operatoria con gli stessi abiti che indossavano per strada. La teoria dei gemi di Pasteur era ancora da venire (1864).
La mortalità intraospedaliera era molto elevata. Nightingale intuisce che per migliorare i risultati dell’assistenza sanitaria britannica fosse necessario iniziare a lavorare su alcuni concetti fondamentali, quali l’igiene degli ambienti e degli stili di vita, l’organizzazione dei servizi socio-assistenziali, e la relazione d’aiuto con i malati. È intorno a questi concetti che riuscirà a costruire le basi per la nascita e lo sviluppo del Nursing. Le idee di Nightingale suscitarono enorme interesse negli ambienti governativi inglesi, grazie alle sue capacità di sostenerle attraverso gli strumenti dell’evidenza scientifica, che all’epoca cominciavano ad assumere grande rilevanza, anche per il diffondersi in Europa del pensiero positivista.
Durante la Guerra di Crimea, 1853, in cui Inglesi, Francesi e Turchi combatterono contro i Russi, il Governo britannico nella persona del ministro della guerra Sidney Herbert, suo amico, la nominò sovrintendente del corpo di infermiere degli Ospedali Riuniti inglesi in Turchia. L’ospedale di Scutari aveva migliaia di letti affollati in 6 chilometri di corridoi lunghi e sporchi: era infestato da topi, non c’era acqua ed i bagni intasati traboccavano nelle corsie. Nightingale vi arrivò con 38 infermiere, di cui solo 12 sarebbero sopravvissute. Ella dimostrò che l’alto tasso di mortalità per malattie tra i soldati (42%) era correlato all’inadeguatezza dell’assistenza e, nonostante gli ostacoli frapposti dagli ufficiali medici che non accettavano questa teoria, potendo contare sui fondi ottenuti da donazioni private, con grande determinazione riuscì a dotare il Barrack Hospital di Scutari di efficienti servizi igienico-assistenziali e di idonee infrastrutture.
Per prima cosa si dotò di cucine per la preparazione di pasti accettabili e di stufe a olio per avere acqua pulita e calda. Riuscì poi ad avere le caldaie per il lavaggio della biancheria, che rifornì di tutto (dai calzini alle camicie e oltre) e dei pavimenti. Per agire sullo spirito, importante fattore per la ripresa dei soldati, allestì anche una sala di lettura. Per chi non sapeva leggere e scrivere, le infermiere venivano in aiuto.
Quando il 10 novembre 1854 arrivarono a Scutari cinquecento soldati feriti, Florence non si perse d’’animo e mise in atto tutto quello che aveva già organizzato. Furono prontamente medicate le ferite con l’acqua precedentemente bollita, utilizzando sapone e spugne e i soldati ricevettero per cena un pasto caldo. Le infermiere ebbero il compito di controllare periodicamente gli ammalti, dando loro conforto. Per la prima volta i giovani soldati non erano più abbandonati a se stessi. La stessa Florence faceva ogni sera il giro tra i letti degli ammalati con una lampada per controllarne le condizioni. Da tutti era attesa come “la dama della lampada”.
Con tale approccio organizzativo, il tasso di mortalità scese al 2%. Attraverso il rilievo di queste osservazioni e l’applicazione di modelli matematici, riuscì a dimostrare la fondatezza delle sue teorie, che in breve tempo avrebbero condotto ad una significativa riduzione dei tassi di mortalità e di morbilità anche tra la popolazione civile. Il grafico cosiddetto “dei cunei”, realizzato da Nightingale per spiegare come durante la guerra di Crimea i suoi interventi assistenziali avessero sensibilmente ridotto la mortalità per malattie tra i soldati inglesi, è un capolavoro di statistica rappresentativa e, nello stesso tempo può essere considerato uno dei primi esempi di applicazioni assistenziali basate sull’evidenza scientifica, come riportato da Pam Brown nel suo bel libroFlorence Nightingale.
Il grafico “dei cunei” assume un valore rilevante se si considera che in quel periodo le scienze statistiche erano agli albori: pochissimi sono gli esempi di statistica rappresentativa applicata ai fenomeni sociali che possono essere fatti risalire a quell’epoca, se si esclude il famoso grafico di Minard del 1869, in cui veniva rappresentata la mortalità per congelamento dell’esercito di Napoleone in Russia. Il grafico di Minard, considerato una delle migliori rappresentazioni realizzate fino ad allora, fu oggetto di attenzione da parte di Nightingale, la quale, dopo un approfondito esame dei dati disponibili, giunse alla conclusione che anche in questo caso l’esercito napoleonico, come la maggior parte degli altri eserciti, non era stato decimato dalle battaglie, ma dalle malattie.
I grafici di Nightingale, comunque precedenti a quelli di Minard, oltre ad essere descrittivi sono anche prescrittivi poiché contengono nel loro interno le soluzioni al problema osservato. Lo stesso William Farr, capo del General Registry Office e amico di Nightingale, comprese che, adottando le medesime strategie, gli stessi risultati potevano essere ottenuti anche tra la popolazione civile. Al Congresso internazionale di Statistica tenutosi a Londra nel 1860, Nightingale portò un contributo determinante riguardo ai metodi di raccolta sistematica dei dati epidemiologici. Un esempio significativo di quanto fosse essenziale per lei assumere decisioni supportate da fondamenti scientifici è rappresentato dai suoi studi epidemiologici sui reparti di Ostetricia.
I risultati di questi studi, evidenziando un tasso di mortalità maggiore per le partorienti in ospedale rispetto alle donne che partorivano in casa, determinarono la chiusura di questi reparti. Anche gli studi sulla mortalità infantile delle popolazioni aborigene nelle colonie britanniche impegnarono a lungo la studiosa, che mal sopportava l’idea che questi bambini dovessero morire con una frequenza doppia rispetto a quelli di pari età che vivevano in Inghilterra. Il suo lavoro di statistica medica era stato così impressionante che nel 1858 fu eletta membro della celebre Statistical Society of England. I primi tentativi di fornire assistenza infermieristica qualificata furono realizzati nel 1865 negli hospice di Liverpool, grazie ai finanziamenti di un filantropo cristiano, William Rathbone, sotto la guida di Nightingale stessa e la sovrintendenza del St Thomas’ Hospital. Si cercò di dimostrare scientificamente che il Nursing qualificato poteva salvare vite umane: furono confrontati i tassi di mortalità tra i reparti in cui erano state introdotte infermiere e reparti privi di assistenza infermieristica qualificata.
Lo studio non rivelò differenze significative tra la mortalità nei due gruppi, ma fu duramente criticato da Nightingale, secondo la quale l’assegnazione dei casi non era stata affatto casuale, ma nei reparti dove lavoravano le infermiere erano stati ricoverati i pazienti più gravi. Conclusioni La leadership di Nightingale deriva fondamentalmente dalle sue conoscenze. È soprattutto attraverso l’uso della statistica che ha ottenuto grandi risultati: il modo di costruire gli ospedali, di organizzare i reparti di ostetricia, di gestire le caserme era cambiato grazie a lei ed al suo amore per il ragionamento, alla sua capacità di mettere in discussione le ipotesi e di porre grande attenzione al processo di raggiungimento delle conclusioni.
Tornata dalla Crimea ed accolta in Patria come eroina nazionale, Nightingale trascorse i successivi 40 anni della sua vita a fornire consulenze ai Governi di mezzo mondo, tra cui India e Stati Uniti, su come dovevano essere costruiti gli ospedali ed organizzati i servizi assistenziali, soprattutto quelli infermieristici. Nella convinzione che il Nursing fosse un mezzo, il migliore, per salvare vite umane, nonostante la maggior parte del mondo medico di allora lo giudicasse inutile, Nightingale attribuì grande importanza alla formazione infermieristica: nel giro di qualche anno gli ospedali di tutti i continenti avrebbero chiesto che le infermiere Nightingale aprissero nuove scuole.
La scelta di Florence di dedicarsi agli ammalati come infermiera fu travagliata sia per la presenza di un fidanzato confidente, Richard Milnes, al quale era molto legata che poi respingerà, che per un doloroso e duraturo ostracismo famigliare. Chi la circondava non riusciva a capire il suo desiderio di dedicarsi a una professione che allora professione non era, inadatta a una giovane di buona famiglia come Florence.
Eppure, la sua propensione ad analizzare, catalogare, trovare soluzioni adatte ai problemi lo doveva all’atteggiamento illuminato di suo padre che non aveva posto limiti alla sua formazione, arricchita dallo studio anche di materie all’epoca reputate inadatte a una signorina come la matematica.
Due volte i suoi genitori la mandarono in viaggio con amici di famiglia nella speranza che questa ostinazione di voler diventare infermiera le passasse. A Roma nel conobbe Sidney Herbert, futuro ministro della guerra, colui che la inviò in Crimea; nel successivo viaggio si spinse fino Kaiserswerth in Germania per seguire un corso nell’istituto delle Diaconesse. Quando Florence vi giunse dopo un lungo viaggio, fu davvero completamente felice. “Non ho mai conosciuto un ambiente più elevato, una devozione più pura”, scriveva pochi giorni dopo. Il “disgustoso fetore di ospedale” ritenuto inevitabile in Inghilterra era scomparso e le Suore luterane erano “tenute a fare per un malato più di quello che una Signora avrebbe potuto fare per un fratello in casa propria”.
Terminata la più che positiva esperienza a Kaiserswerth, Florence non vedeva l’ora di potersi iscrivere ad un vero corso per infermiera. Per primo, cominciò col passare un mese a Parigi visitando gli ospedali della capitale francese. Questo viaggio le consentì di osservare i medici nel corso della loro attività, assistendo anche a delle operazioni chirurgiche. Qui predispose anche degli specchietti illustrativi in cui mise a paragone i diversi aspetti dell’assistenza negli ospedali francesi, tedeschi e inglesi. Fu nell’aprile del 1853, che seppe che l’Istituto per l’Assistenza alle Signore Inferme cercava una direttrice e Liz Herbert, moglie del ministro della guerra, fece il nome di Florence Nightingale al Comitato di Signore che lo gestiva. Le trattative non furono facili: era quantomeno strano che una signorina della buona società desiderasse lavorare, e lavorare in un posto simile.
Tuttavia, il Comitato finì per acconsentire e accettò la domanda della Nightingale ma alle seguenti condizioni: non avrebbe ricevuto alcun compenso, avrebbe dovuto condurre a sue spese una accompagnatrice che doveva rispondere ai requisiti di persona distinta, anziana e rispettabile, per compensare la sua giovane età. Comunque sia, e malgrado queste restrizioni, le venne affidata la responsabilità dell’Istituto. Anche in questa occasione la famiglia non le risparmiò le solite scenate. Quando la notizia venne comunicata, sua sorella Parthenope ebbe uno dei suoi attacchi isterici e la madre si agitò moltissimo. Il padre fuggì da tutto quel trambusto, ma prese una decisione davvero fondamentale: assegnò a Florence una rendita di 500 sterline l’anno, che di fatto la resero indipendente. Il 12 agosto 1853 si stabilì presso l’Istituto e cominciò a dirigere le dame del Comitato con mano ferma, inviando loro direttive chiare in lunghe e dettagliate lettere. Le sue modifiche risultarono rivoluzionarie fin da subito.
Ad esempio, decise che per risparmiare tempo e lavoro era necessario portare l’acqua calda in ogni piano mediante tubature, installare una sorta di montacarichi che portasse il cibo alle pazienti ai piani superiori, tenere il conto delle provviste e della biancheria, fornire alle ammalate letti puliti e vitto buono e tanto altro ancora. Praticamente, iniziò a dimostrare con dati alla mano che l’abnegazione senza l’organizzazione era inutile.
Quell’esperienza le fu fondamentale per la sua stesura dei principi del Nursing e per costituire quel curriculum che l’avrebbe permesso di partire per la Crimea.
A tutt’oggi non esiste classe infermieristica nel mondo che non faccia riferimento a questa pioniera del Nursing.
ANNA CANTAGALLO
medico, ha scritto numerose opere teatrali regolarmente rappresentate. Il romanzo Arazzo familiare (Castelvecchi, 2021), il primo della saga, ha ricevuto consenso di pubblico e di critica. Il sole tramonta a mezzogiorno, secondo romanzo della saga, (Castelvecchi 2022) ha vinto il primo premio ai concorsi Milano International 2021 e Iplac – Voci di Roma 2023. Il libro di ricette antiche Come cibo per l’anima (Redaction, 2023), collegato ai due primi romanzi, ha vinto il secondo premio al concorso Mario Soldati 2023, settore gastronomia. Kintsugi (Castelvecchi), il terzo della saga, è risultato fi nalista come inedito al concorso Giorgione 2023.