È tornata a salire a settembre la percentuale di emissioni di Co2 in Italia nell’autotrasporto
, con un +2,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A riferirlo è il Centro Ricerche Continental Autocarro sulla base delle statistiche fornite dal Ministero dello Sviluppo Economico. Un mese che ha segnato un’inversione di tendenza significativa, se consideriamo che nei primi nove dell’anno il calo di emissioni è stato del 0,4% nel settore.
Entrando nello specifico, aumenta il consumo di gasolio (+4,3%), ma diminuisce lievemente quello della benzina (-1,5%). Dati che, se analizzati da un’altra prospettiva, dimostrano come l’intero comparto del trasporto su strada è in via di ripresa dopo anni di flessione, in linea con l’economia nazionale degli ultimi tempi. In altri termini, se c’è maggior consumo di carburante è segno che la produttività sta tornando a crescere.
A dati che lasciano intravedere qualche spiraglio di ripresa corrispondono altri che sembrano andare un po’ in controtendenza con quanto detto finora. Parliamo del numero di mezzi adibiti al trasporto merci e persone nel nostro Paese, sceso di poco più di 40 mila unità nel periodo 2010-2015. Anche in questo caso a fornirci i numeri è il Centro Ricerche Continental Autocarro sulla base dei dati Aci. Complessivamente il numero dei mezzi pesanti come autobus, trattori, rimorchi, autocarri, bisarche ecc è passato da 4.390.437 unità del 2010 a 4.350.173 del 2015, ovvero 40.264 in meno. Tuttavia, quello che interessa maggiormente agli addetti ai lavori sono le immatricolazioni dei mezzi di ultima generazione, ecocompatibili e meno dispendiosi dal punto di vista dei consumi, che pian piano stanno tornando a salire.
E quello delle emissioni di Co2 e delle immatricolazioni di nuovi mezzi, infatti, sono due tematiche strettamente correlate ed estremamente importanti, in quanto ritenute validi indicatori per conoscere lo stato di salute attuale del trasporto su gomma in generale.