Con un’escursione guidata alla scoperta delle meraviglie naturalistiche del Parco di Molentargius, domenica 5 luglio associazioni ambientaliste, ornitologi e appassionati hanno voluto ricordare la figura di Helmar Schenk. Uno dei più grandi naturalisti contemporanei della Sardegna, scomparso tre anni fa, che gli oltre trenta partecipanti hanno voluto omaggiare sfidando il caldo di un luglio che si annuncia fra i più torridi degli ultimi anni.
La commemorazione inizia presso l’edificio Sali Scelti alla presenza della moglie Mina, della console tedesca Alessandra Bruder, di Vincenzo Tiana con Legambiente, Mauro Aresu e Alberto Fozzi curatori di un volume dedicato alla vita di Helmar Schenk e Bruno Massa biologo docente dell’Università di Palermo. Le parole per ricordare il naturalista scomparso non sono tante è l’ambiente, è il luogo delle ricerche e scoperte di Helmar che incanta da subito la piccola folla, le parole diventano leggere come battiti d’ali, ali rosa che volteggiano nel cielo di una calda domenica di luglio. Una fila ordinata di oltre 30 persone cammina e ascolta i richiami delle migliaia di pulcini di cavalieri d’Italia, del raro gabbiano roseo e del protagonista indiscusso di uno scenario naturale unico nel Mediterraneo, il fenicottero rosa. Le guide del parco Carlotta e Adriana dicono che sono oltre 10.000 le coppie di fenicotteri che quest’anno hanno nidificato tra le rive del Bellarosa maggiore, ciò che resta di quelle che un tempo erano le vasche evaporanti delle saline cagliaritane.
Vincenzo Tiana racconta la storia delle saline e la comitiva si inoltra nel parco tra il canale dell’idrovora del Rollone e quello di raccolta delle acque piovane. Racconta la storia della raccolta del sale a Cagliari nei secoli e l’ultima raccolta del 2003 nell’area Palamontis, trecentomila tonnellate di cristalli bianchi. La passeggiata continua sulle orme di Helmar sino alla spiaggia fossile di Is Arenas, una meraviglia della geologia di 120 mila anni, quando il mare lambiva Monte Urpinu. Nei sedimenti stratificati buchi rotondi scavati da abili becchi sono i nidi dei gruccioni, uccelli che evocano atmosfere esotiche col loro piumaggio sgargiante e coloratissimo.
Gli impavidi escursionisti che sembrano non soffrire per gli oltre 38° proseguono per l’uliveto, e attraverso una savana sarda dai colori africani, giungono sulle sponde del Bellarosa maggiore. Una distesa d’acqua nella quale si specchia l’intera città di Cagliari tra l’azzurro del cielo e il rosa dei fenicotteri che anche quest’anno sono tornati per dare alla luce i loro piccoli. I pulcini sono riuniti in una sorta di asilo dove scorrazzano in attesa del momento del pasto. Due cannocchiali su cavalletto per osservarli vengono permessi dalla pattuglia di guardie forestali in bicicletta. Macchie di timo selvatico in fiore, distese di elicriso e salsedine profumano l’afa che diventa un’esperienza sensoriale al di là della vista, che lascia un ulteriore ricordo dei luoghi tanto amati dal naturalista scomparso.
Helmar Schenk moriva il 21 giugno 2012 lasciando in eredità Molentargius e non solo come area protetta dalla Convenzione di Ramsar sulle aree umide per l’immensa biodiversità ornitica, un infinito numero di pubblicazioni scientifiche e la Checklist degli uccelli nel sistema di Molentargius. Si deve al suo impegno l’istituzione del Parco in un’area per la quale erano previsti altri progetti: dalla strada a scorrimento veloce, ai palazzi, al porto turistico. Tedesco di origine Helmar si era trasferito in Sardegna nel ’64 per completare gli studi universitari. Da allora non andò più via, un tedesco sardo, così veniva definito per il suo amore smisurato verso la natura dell’Isola. Il suo operato ha portato all’avvio di numerose campagne di protezione e salvaguardia di specie rare come il grifone, il cervo sardo e il falco della regina. Chi lo ha conosciuto personalmente lo ricorda come sempre disponibile verso il prossimo, con una memoria eccezionale e come ricercatore paziente e instancabile. Poco prima di morire, col fisico segnato da una lunga malattia era ancora impegnato nel monitoraggio delle specie nidificanti a Molentargius. Grazie all’instancabile impegno di Helmar Schenk quello che negli anni ’60 era un bacino maleodorante tra Cagliari e Quartu Sant’Elena è oggi un parco naturale regionale con una biodiversità ornitologica unica nel bacino del Mediterraneo.
“Per imparare ad apprezzare il parco bisogna capire che è una risorsa, per capire che è una risorsa deve venire tanta gente a visitare l’area. Una risorsa unica sia per numero di uccelli che per la posizione così vicina alla città. La giornata di oggi è significativa perché nonostante il caldo sono venute oltre 30 persone, un segnale positivo. Bisogna incentivare il turismo d’elite, quello specializzato, l’ecoturismo per birdwatcher.” Sono state le parole di Bruno Massa che di Helmar fu amico e collaboratore.
La commemorazione è ormai un appuntamento fisso che verrà riproposta ogni estate. La passeggiata è solo uno degli spunti perché il parco diventi sempre più patrimonio della popolazione e non solo in una più ampia visione di cittadinanza naturalistica, ma anche di rilancio turistico di un territorio sotteso tra la terra e il mare che Helmar Schenk ha lasciato in eredità a noi e alle generazioni future.