Dalla regione Umbria, al Lazio, alla Lombardia, la Pubblica Amministrazione ha “aperto” molti bandi utili per finanziamenti a chi fa impresa. Questa estate è il momento migliore per fare il punto della situazione e ripartire dando spazio a nuove idee.
Ad agosto il mondo sembra sospendersi. È estate e si pensa solamente al sole, al mare e al relax. Eppure, mai come quest’anno, sembra essere il mese più adatto per gettare le basi verso la ripartenza. Proprio in questi giorni, mentre molti imprenditori si godono un meritato riposo, la Pubblica Amministrazione ha “aperto” molti bandi nazionali e regionali, utilissimi a chi fa o vuole fare impresa.
“Solo per fare alcuni esempi – spiega Giancarlo Barbarisi, consulente specializzato in finanza d’impresa e fondatore del blog Business Plan Vincente – La regione Umbria ha avviato un bando con contributi a fondo perduto fino a 30.000 euro, destinati al settore alberghiero. Il bando, aperto giovedì 06 agosto, si chiuderà il 4 settembre 2020. Altri contributi a fondo perduto fino a 10 mila euro, dal primo di questo mese, sono stati messi a disposizione per le società della Provincia di Roma che vogliono fare investimenti nella digitalizzazione. Possono parteciparvi le aziende con sede legale e operativa nella Provincia di Roma, in regola con il diritto camerale e con il DURC“.
Senza entrare in tecnicismi, c’è un altro dato importante che occorre sottolineare: nella casse dei vari Ministeri ci sono miliardi di euro destinati alla crescita e allo sviluppo. Sono i soldi dell’agenda 2014-2020 i quali, se non saranno consumati entro il 31-12-2020, dovranno essere restituiti a Bruxelles.
“Purtroppo – prosegue Barbarisi – la maggior parte di questi miliardi torneranno alla comunità europea perché manca un’adeguata informazione“. Oltre ai bandi di finanziamento che operano a livello nazionale, ci sono, poi, quelli regionali per lo sviluppo territoriale. “Nella regione Lazio – ribadisce il consulente in finanza d’impresa – già da un paio d’anni c’è ‘Fare Lazio’ che concede finanziamenti da 10.000 a 50.000 euro per lo sviluppo di nuove idee di business. Possono partecipare tutti, purché abbiano l’attività avviata da almeno tre anni“.
In Lombardia, invece, si segnala il bando Archè 2020. I destinatari sono micro, piccole e medie imprese attive da un minimo di 12 mesi e fino a un massimo di 48 mesi e professionisti (singoli o studi associati) con attività professionale in un Comune lombardo. Per le start up innovative la dotazione sarà di 3 milioni mentre per quelle culturali e creative, saranno previsti e 2,4 milioni.
Ad ogni modo, sia nel caso di Bandi nazionali e sia in quelli regionali, ci sono degli aspetti molto importanti da tenere in considerazione per ottenere un finanziamento.
“La prima cosa da controllare sono i c.d. ‘requisiti di accesso’, ossia tutti quei requisiti che vengono richiesti per poter partecipare al bando. Mi riferisco, per esempio, ai vari ‘codici attività’ oppure alla localizzazione dell’iniziativa – prosegue Barbarisi – Successivamente è necessario fare attenzione alla c.d. ‘cantierabilità’ dell’iniziativa, ossia alla possibilità di ‘mettere in cantiere’ l’idea di business. Si tratta di tutta una serie di adempimenti amministrativo-burocratici necessari per poter svolgere l’attività. Un ultimo importantissimo suggerimento è la redazione del business plan. Non è un documento che l’imprenditore può scegliere di allegare o meno poiché in sua assenza la domanda non viene nemmeno esaminata! Grazie ad esso, infatti, la Pubblica Amministrazione ha la possibilità di valutare se l’idea di business funziona dal punto di vista economico e finanziario”.
Ecco perché ha un’importanza strategica e deve essere redatto secondo regole ben precise.
“Si tratta di realizzare un vero e proprio Business Plan Vincente® in grado di convincere anche il più scettico dei potenziali finanziatori! Ovviamente se i numeri che produce non fanno ‘girare’ il business, è molto difficile ottenere il finanziamento. La Pubblica amministrazione così come una banca sta sempre molto attenta a chi deve concedere il proprio denaro” conclude Barbarisi.
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