Piccole ombre leggere si aggirano su strade d’asfalto, su muri e mattoni di un ambiente che non è il loro. Sono un tocco di colore nel grigiore dell’ambiente umano. Sono ali che volano di fiore in fiore in brandelli di natura sfuggiti all’urbanizzazione. Sono le farfalle che vivono e proliferano nei centri urbani nascoste dalla vita frenetica della città.
Gli incolti urbani, aree delle città spesso escluse dalla manutenzione ordinaria del verde, sono spazi dove la natura ha libertà di esprimersi e diventano habitat ideali di specie entomologiche straordinarie e rare. Fra queste le farfalle sono senza dubbio fra le più popolari per bellezza e colore. Infatti non è infrequente che i variopinti insetti si posino sui manufatti dell’uomo ed è allora che rivelano la loro presenza nelle città.
Le farfalle sono insetti che appartengono all’ordine scientifico Lepidoptera o lepidotteri. Il termine è riferito alla caratteristica principale delle loro ali e deriva dal greco lepís che vuol dire squama e pterón che significa ala. Le ali sono ricoperte da numerosissime squamette disposte come le tegole di un tetto. Sono animali dall’origine antica che risale a circa 540 milioni di anni fa, quando il mondo fu di tutti quegli organismi senza vertebre, ma dotati di una sorta di scheletro esterno: gli artropodi.
Sono passati milioni di anni e le farfalle si sono evolute nelle forme e colori che fanno registrare oggi 180.000 specie conosciute e ancora tante da scoprire. Ma sono tante anche quelle che rischiano di estinguersi a causa dell’urbanizzazione. Si riscontra infatti una diminuzione di esemplari di quasi il 70% nelle aree urbane e un rischio estinzione del 9%. È poi a rischio il 40% degli insetti impollinatori di cui le farfalle sono parte. Si tratta di una perdita di biodiversità che coinvolge moltissimi esseri viventi del nostro pianeta. Una vera e propria estinzione di proporzioni superiori a quella che, 65 milioni di anni fa, portò alla scomparsa dei dinosauri.
Nelle città il passaggio fra habitat garantisce la conservazione e diffusione di biodiversità spesso fragili e fondamentali come le numerose specie di farfalle. Assumono così un ruolo di sempre maggior rilievo gli incolti urbani come dei veri e propri corridoi ecologici. Sono aree verdi di natura spontanea che consentono il fluire delle specie da un habitat all’altro attraversando le città. La cosiddetta flora urbica ne costituisce l’elemento essenziale quello che in un connubio indissolubile, lega i fiori agli insetti.
La flora urbica è costituita da tutte quelle piante spontanee, definite erbacce dal profano, molto adattabili che crescono tra le infrastrutture della città, nelle macerie, tra i rifiuti, nei cantieri o più in generale sono piante spontanee collegate alle attività dell’uomo. Fra queste ci sono piante ruderali, commensali che affiancano le piante coltivate, infestanti se limitano queste ultime, aliene e piante in fuga da altri ambienti che trovano condizioni favorevoli alla loro crescita all’interno delle aree urbane. Con le piante si spostano e si adattano gli impollinatori, quegli insetti che, volando di fiore in fiore alla ricerca di nutrimento, sono inconsapevoli tramiti della riproduzione delle piante. Le farfalle, con il loro apparato boccale, il cui funzionamento non è ancora stato del tutto spiegato dagli scienziati, sono fra i maggiori impollinatori.
Le farfalle hanno il ciclo vitale più straordinario del mondo vivente. Dall’uovo, al bruco, alla pupa o crisalide alla farfalla è come se l’insetto vivesse più vite. La pianta che nutre il bruco sacrifica le sue foglie, ma trova nella farfalla in cui esso si trasforma, il mezzo più efficace per potersi riprodurre e diffondere. Ci sono farfalle il cui ciclo vitale è legato a una sola specie vegetale, altre di gusti meno difficili che prosperano su diverse piante.
Non è improbabile osservare un macaone in città, ma anche vanesse e cavolaie la cui presenza indica senza dubbio incolti urbani fatti di ombrellifere, cardi, ravanelli selvatici e senape. Angoli di natura spontanea di importanza fondamentale perché sono collegamenti tra diversi ambienti spesso spezzati o interrotti proprio dalla città. Rari endemismi, le specie che vivono solo in determinati territori, possono trovare negli incolti urbani un ambiente favorevole. Proprio perché l’incolto è luogo difficilmente frequentato dalle persone è il sito ideale di riproduzione delle farfalle. Nella città di Cagliari per esempio è stata osservata l’endemica Polyommatus celina Austaut o Argo blu nutrirsi del nettare dei capolini di Crisantemo giallo ai bordi delle strade. Ma anche il più grande Papilio machaon L., il Macaone, si sposta dal finocchietto selvatico che l’ha nutrito da bruco mimetizzandolo fra il verde ruderale della periferia, per visitare i fiori dei nostri giardini. Fra le falene, le farfalle che volano la sera, è facile osservare la Lasiocampa trifolii Denis & Schiffermüller detta Bombice del trifoglio per la sua preferenza alimentare.
Il volo delle farfalle è poi un incredibile orologio naturale il cui scorrere delle ore è scandito dal volo di questa o quella specie. Se per esempio il Macaone decolla a mezzogiorno, il Croceo apre le ali alle 11.00, la Cavolaia è attiva già dalle 9.00 del mattino. Al crepuscolo e la notte ci sono invece le falene: farfalle meno vistose, dai colori più sobri, dal volo simile a quello dei colibrì che le tiene quasi ferme nel loro volo da impollinatrici. I fiori producono nettare in orari specifici ogni giorno e il banchetto di benvenuto funziona come se fosse un appuntamento che le farfalle conoscono e scelgono in base ai gusti della propria specie. Nella loro alimentazione sono essenziali le piante della flora urbica.
Esiste anche un calendario di sfarfallamento, cioè di completamento della metamorfosi da bruco a farfalla, che coincide con i mesi e le stagioni. Se l’Argo è tipicamente estiva, le vanesse sono autunnali. Alcune presentano più generazioni l’anno e possono passare l’inverno allo stato di adulto. Generalmente però il bruco si trasforma in crisalide prima della stagione fredda. Così, mimetizzate nel colore del cemento, le crisalidi pendono come piccoli gioielli sui pilastri, sui muri, sulle facciate in attesa che la magia della metamorfosi si compia.
Intanto anche le piante compiono il loro ciclo vitale con la dispersione dei semi. Semi che grazie ai corridoi ecologici fungeranno da tramite fra la città e la campagna, fra la città e i boschi indicando la strada verde di continuità della vita naturale. Creare corridoi ecologici diventa allora una delle sfide delle nostre città per un futuro più attento all’ambiente. Si moltiplicano quindi le iniziative e i progetti in Italia e nel mondo per la tutela e la creazione dei corridoi ecologici, quelle autostrade verdi nella quali le farfalle hanno una corsia preferenziale.
Farfalle in Giardino è un progetto che a Roma ha l’obiettivo di ricreare aree verdi naturali a partire dalle periferie. Un corridoio è stato appositamente creato per la farfalla Zerynthia Polyxena Denis & Schiffermüller in Val di Susa che vede il suo habitat compromesso dai cantieri per la TAV. Il progetto Farfalle in ToUr in collaborazione con l’Università di Torino mira a favorire la ripopolazione delle farfalle nella città. A Milano 3 Km di fiori sono stati allestiti al Parco Nord, la via fiorita più lunga d’Italia dedicata alle farfalle e alle api. Effetto farfalla, spin off dell’Università di Bologna, ha l’obiettivo di creare habitat ecologici in miniatura, capaci di popolarsi di piante e di insetti utili per salvaguardare la biodiversità dell’ecosistema a partire dalla città.
Negli Stati Uniti una vera e propria autostrada per gli insetti impollinatori corre a ridosso della Interstate 35, la principale autostrada che collega da nord a sud il Texas col Minnesota. 2400 Km dove le farfalle si spostano attraversi gli habitat.
A causa della frammentazione dei propri habitat le farfalle, gli insetti più amati al mondo, i più collezionati fin da tempi antichissimi, rischiano oggi una drastica diminuzione, un declino senza precedenti. La loro alleanza con le piante è alla base della vita del nostro pianeta. Consentire il fluire delle specie attraverso le città e attraverso tutte le aree trasformate dall’uomo diventa obiettivo urgente e imprescindibile alle radici della sostenibilità che tanto si auspica in questo XXI secolo. Riconsiderare il concetto di erbacce come specie vegetali spontanee, alla base dell’evoluzione del paesaggio e in stretta relazione con impollinatori essenziali, cambia il concetto di verde urbano. Gli incolti sono il luogo dove l’artificiale e il naturale si incontrano e si fondono in una indissolubile relazione ecologica. Scoprire nelle città angoli di natura spontanea popolata dalle regine degli insetti, le farfalle, diventa educazione alla bellezza. Una bellezza, quella della Natura, che troppo spesso ci sfugge perché immersi nella vita frenetica della città dell’uomo.
Foto: C. Delunas