Concerti, conferenze, letture di poesie, balli, mostre: San Colombano, sede della preziosa Collezione di strumenti musicali antichi – oggi un centinaio di strumenti circa – donati dal Maestro Luigi Ferdinando Tagliavini si prepara a celebrare i suoi primi dieci anni. Era infatti il 21 giugno del 2010 quando con l’inaugurazione veniva restituito alla città il Complesso, acquisito dalla Fondazione Carisbo, dopo un importante intervento di restauro nel corso del quale era tornata alla luce, tra le altre cose, la magnifica crocifissione parietale duecentesca di Giunta Pisano. La sesta edizione della tradizionale Festa della Musica, in programma sabato 26 e domenica 27 settembre, celebra l’importante anniversario, a coronamento di un decennio nel corso del quale sono stati organizzati centinaia di concerti, seminari, mostre, facendo di San Colombano uno dei più rinomati e vivaci Musei dedicati alla musica antica in Europa, polo di attrazione per musicisti, studiosi e cultori della musica, attitudine che nel 2018 è valsa al Museo un prestigioso Premio internazionale REMA (European Early Music Network – Réseau Européen de Musique Ancienne, rete creata nel 2000 che riunisce circa 70 organizzazioni operanti nel settore di musica antica in oltre 20 paesi, con la sede a Versailles).
Il programma mette al centro del ricco calendario di eventi la musica e i musicisti bolognesi tra Trecento e Settecento. La città di Bologna vanta infatti una gloriosa storia musicale: per due secoli ospitò la più importante scuola di canto e contrappunto d’Italia, insieme a quella di Napoli, capace di formare musicisti poi impiegati in mezza Europa. Centro vitale dell’arte sonora bolognese fu infatti, dalla fondazione a tutto il Settecento, la celebre Cappella Musicale di San Petronio, attorno a cui gravitavano eccelse figure di musicisti, in primis Giovanni Paolo Colonna e Giacomo Antonio Perti. Le molteplici accademie musicali fiorite nella città pontificia si riunirono negli ultimi decenni del Seicento nella celebre Accademia Filarmonica che vanta da secoli tra i suoi membri i più noti musicisti occidentali.
La città felsinea ospita inoltre la più importante collezione di libri musicali del mondo, raccolta nel corso del Settecento da Padre Giovanni Battista Martini, un frate francescano, virtuoso di musica ed insigne teorico dei cui insegnamenti trassero profitto centinaia di importanti musicisti dell’epoca, primi fra tutti il giovane Mozart (esattamente 250 anni fa) e l’ultimo figlio di Johann Sebastian Bach, Johann Christian. Molte delle musiche eseguite durante la Festa a San Colombano provengono da quella raccolta, oggi custodita presso il Museo della Musica di Bologna.
Sentiremo pagine di Jacopo da Bologna, figura centrale del Trecento musicale italiano. In occasione di due concerti si potrà ascoltare il suono del cornetto, strumento principe del complesso detto Concerto Palatino, che era solito esibirsi sulla balconata del Palazzo Comunale. Si eseguiranno musiche di Adriano Banchieri, un frate Olivetano che presso la chiesa e il convento di San Michele in Bosco animava l’Accademia da lui formata e componeva commedie musicali o “armoniche”; e ancora musiche strumentali di un virtuoso del violoncello, Domenico Gabrielli (detto “Minghin dal viulunzèl”), che prima di Bach compose musiche sublimi per il violoncello solo.
In occasione della Festa della Musica verranno suonati alcuni strumenti antichi bolognesi della Collezione Tagliavini. Tra questi i preziosi clavicembali costruiti da Fabio di Bologna e da Gioseffo Maria Goccini, sui quali verranno proposte musiche di virtuosi barocchi della tastiera come Bartolomeo Monari, Floriano Arresti (allievo a Roma del grande Bernardo Pasquini), Pietro Giuseppe Sandoni, che a Londra suonava nel complesso diretto da Haendel e con lui gareggiava nell’abilità improvvisativa, dell’irrequieto Agostino Tinazzoli e dello stesso Giovanni Battista Martini, le cui opere per tastiera mostrano la profonda conoscenza, unica in Italia, della musica di Johann Sebastian Bach. La maestria agli strumenti da tasto degli artisti bolognesi vanta infatti una lunga tradizione, basti ricordare i verosimili apporti dell’organista Bartolomeo da Bologna nel più antico manoscritto italiano di tastiera dei primi decenni del Quattrocento, il Codice di Faenza, e ancor più essenziale la più antica raccolta a stampa tastieristica italiana contenente brani originali del grande Marco Antonio Cavazzoni da Bologna (1523).
Bologna è inoltre la città che conserva il maggior numero di organi rinascimentali in Europa, primo fra tutti il più antico organo preservato al mondo ancora in funzione, quello costruito da Lorenzo di Giacomo da Prato (1471-75) per la Basilica di San Petronio.
Si ascolteranno anche musiche del giovane Gioachino Rossini, che proprio a Bologna compì gli studi presso il Liceo Musicale all’alba dell’Ottocento, e che conservò sempre uno stretto legame con questa città. Ma il suo teatro musicale verrà proposto in una versione che la tradizione popolare ci ha trasmesso, quella del teatro dei burattini e dell’arrangiamento musicale per un complesso di ocarine.
Oltre ai numerosi concerti, verrà dato spazio anche a una lettura di versi di Alfredo Testoni in dialetto bolognese e ai balli staccati e lisci del territorio bolognese.
In concomitanza con la Festa della Musica, la Chiesa di San Colombano ospiterà una mostra di stampe musicali antiche provenienti dal fondo Ambrosini della Biblioteca d’arte e di storia di San Giorgio in Poggiale e dal fondo di stampe antiche della Biblioteca Mischiati.
I concerti nella Chiesa saranno limitati a un massimo di 40 persone, gli incontri nell’Oratorio ad un massimo di 20 per ottemperare alle normative sul distanziamento sociale (prenotazione obbligatoria sulla piattaforma Eventbrite, attraverso il sito di Genus Bononiae, pagina di San Colombano). Non sarà necessaria prenotazione invece per il concerto in San Petronio e per gli spettacoli nella piazzetta e sotto al portico di San Colombano.