Siddi (CA)
Intervista a Luca Atzori, Cooperativa Villa Silli
Dall’inchiesta antropologica che svolsi a Siddi nell’estate del 2002, si evince che nelle società tradizionali si “mangiava” o si aveva “fame” in compagnia; il piacere alimentare era del resto, legato non solo alla qualità-quantità di cibi consumati nei giorni ordinari e festivi, ma anche alla dimensione del “mangiare insieme”, con i propri familiari, con gli amici; dividere il pane o il cibo significava fondare e rendere sacre unioni, legami, rapporti.
Per l’individuo della società tradizionale il senso d’appartenenza alimentare, il gusto, i desideri si formavano nell’infanzia, attraverso un processo che potremmo definire di “inculturazione alimentare” (Teti 1999, 87-85). Il “pasto familiare” e il “tavolo da pranzo” erano simboli potenti, addirittura metonimi della famiglia stessa (Morag Fraser 1994, 68). “Papa lardu, papa panadasa, papa fregua, papa perdingiau, papa fa arrostia, papa caborusu”, sono solo alcuni tra i tanti metonimi usati per identificare l’origine delle famiglie in Marmilla e nel Campidano. Il titolo del festival “AppetitosaMente” parla da sé: il cibo non è solo buono da mangiare ma anche buono da pensare.
Un Festival regionale sul cibo, giunto alla sua settima edizione, curato dalla Cooperativa Villa Silli che da anni dedica tre giorni di festa sul buon cibo e alle produzioni di qualità del territorio, coinvolgendo lo spirito e la mente dei visitatori attraverso incontri, proiezioni, mostre, installazioni, visite guidate, spettacoli, concerti, ospiti illustri, laboratori, mostra mercato, degustazioni, percorsi e convivi.
Quest’anno il tema è il cibo e la biodiversità. Siddi, paese per me speciale, per le mie origini paterne, celebrerà il cibo e i saperi del popolo marmillese, consentendo a tutti noi di capire, ancora una volta che “quel che si mangia” vuol dire, non soltanto soddisfacimento di un bisogno fisico, ma anche soddisfacimento di affettività e di relazione umana. “Mangiare ad una stessa mensa” significa sentirsi parte di un gruppo, entrare in comunicazione con gli individui che lo compongono, attraverso un linguaggio comune, condividendone modalità esistenziali (Schiavon 1999, 56-55).
Avreste mai immaginato un successo così, nonostante la lontananza da Cagliari?
Ma, non so. Abbiamo lavorato tantissimo per realizzare questo Festival. Il fatto che ciò che abbiamo creato stia piacendo, beh, ci fa un immenso piacere.
Si può fare tutto questo anche senza le istituzioni, senza le solite lamentele che la politica è assente e non aiuta i giovani?
Alcune istituzioni sono assai presenti. In primo luogo il Comune di Siddi, che ha lavorato assieme a noi e crede fortemente in questo progetto, che non è solo un Festival ma una scommessa culturale ed economica che coinvolge Siddi e il territorio vicino.
Insieme a noi lavorano tutti i cittadini di Siddi, la comunità del Cibo Marraconis Filaus, Slow Food Sardegna, lo chef Roberto Petza, la scuola di alta cucina Accademia Casa Puddu, varie altre figure professionali e specializzate, volontari ed associazioni locali e non. Per il resto, a noi non piace molto lamentarci, ma fare cose e costruire occasioni.
Quale sarà il programma e chi saranno gli ospiti?
Il programma è variegato. Durante i 3 giorni del Festival, che sarà inaugurato a Siddi venerdì 3 agosto, alle 19.00, nella piazza Leonardo da Vinci, ci saranno incontri, proiezioni, mostre, installazioni, visite guidate, spettacoli, concerti, laboratori, mostra mercato, degustazioni, percorsi, convivi e ospiti illustri.
Fra questi Stefano Bollani, che sabato 4 agosto creerà cibo per lo spirito; inoltre, la talentuosa violinista Anna Tifu, l’eclettico Gene Gnocchi, e poi Rossella Faa, chef internazionali, produttori preziosi ed altri amici.
Comunque, per il programma completo e info sul Festival:
www.facebook.com/cooperativa.villasilli
appetitosamente@gmail.com
070.939888 / 347.7380831
Quali sono i criteri di scelta. C’è un tema ricorrente, un filo conduttore?
Appetitosamente è un luogo d’incontro, di scambio, di condivisione, dove discutere del cibo come espressione di culture, di modi di vivere, di identità.
È uno spazio nel quale ragionare, in maniera profonda e leggera, di tematiche legate agli alimenti di qualità, al loro legame con i territori, alle modalità di produzione e vendita, al rapporto col ciclo delle stagioni, al rispetto dell’ambiente.
È un modo per concorrere a costruire una nuova consapevolezza della cultura alimentare. Un modo per favorire le produzioni agroalimentari d’eccellenza.
Appetitosamente è inoltre uno spazio dove praticare il piacere, la convivialità, la diversità, l’amicizia, l’etica, il dubbio, la curiosità, la felicità, la bellezza.
All’interno di questo contesto, ogni anno trattiamo un tema (quest’anno la biodiversità) e gli ospiti, per un motivo o per un altro, sono sempre legati al tema affrontato.