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Partire è un po’ lasciarsi ispirare. Anche da cibi, ristornati e culture locali. E voi, avete già scelto la meta della vostra prossima vacanza?

Il 2018 è l’anno del cibo e il turismo enogastronomico è in forte crescita. Proprio per questo motivo un’intera giornata è stata dedicata a relazioni e approfondimenti sulle dinamiche di mercato e sulla condivisione di dati e informazioni molto importanti per la nostra nazione che, sul turismo vino/cibo potrebbe basare il proprio rilancio. E con il Food Tourism Day, il turismo enogastronomico accende l’interesse del pubblico dell’edizione 2018 di Bit – Borsa Internazionale del Turismo, che si è appena conclusa a fieramilanocity.

Tante novità e molti spunti emergono dal FOOD TRAVEL MONITOR 2016, il più importante studio internazionale sul Turismo enogastronomico, presentato dalla WORLD FOOD TRAVEL ASSOCIATION in anteprima mondiale. Si chiama Food Travel perché dipinge un quadro completo del settore del turismo alimentare, dei viaggiatori di alimenti e bevande, delle loro caratteristiche e comportamenti.

Significa viaggiare non più solo per conoscere un luogo, per relax o in cerca di avventure, ma intende il viaggio come esperienza totale, perché per comprendere a pieno le tradizioni e gli stili di vita di un popolo è necessario mangiare come il popolo che stiamo visitando. Ancora: questo fenomeno andrà rafforzandosi grazie ai viaggi dei Millenials e ai turisti di paesi quali India e Cina, particolarmente interessati al cibo come conoscenza, che saranno i viaggiatori di domani. Il turista enogastronomico ha inoltre una propensione alla spesa più alta: sia per la spesa in food&wine durante il viaggio, sia perché tende a partecipare ad altre attività quando viaggia, che perché acquista volentieri prodotti tipici da riportare a casa dopo il viaggio. Inoltre condivide maggiormente le proprie esperienze di viaggio sui social media, ed è probabile che a casa propria acquisti i prodotti che ha assaggiato nel corso della sua vacanza.

Se poi la meta è una delle patrie del cibo, dove l’enogastronomia è parte integrante della cultura e tradizione, allora tanto meglio.

 Abbiamo sfogliato i dati rivelati dal più importante studio internazionale sul turismo enogastronomico, e chiesto alla Dott.ssa Roberta Garibaldi, esperta a livello nazionale ed internazionale di marketing applicato al turismo enogastronomico, (Italian Ambassador per la WTFA e direttore scientifico di Lombardia Orientale Regione Europea della Gastronomia 2017) quali sono le potenzialità e come sviluppare il turismo enogastronomico e il Made in Italy.

Come viene percepita l’Italia come destinazione enogastronomica? Attira anche gli italiani, e quali sono le mete emergenti?

“Il ‘Food’ è oggi un elemento fondamentale dell’esperienza turistica, non solo perché contribuisce significativamente al suo gradimento, ma anche perché è in forte crescita come motivazione primaria di viaggio. E l’Italia è molto apprezzata come destinazione enogastronomica, non per niente è ai primi posti del Tourism Country Index insieme a Francia e Giappone. Nella ricerca che abbiamo fatto in 12 paesi diversi, è sempre citata come destinazione enogastronomica di interesse da tutti gli intervistati. Ma la nostra Penisola si rivela come meta turistica enogastronomica anche per gli Italiani: se l’anno scorso abbiamo misurato che negli ultimi tre anni gli italiani che si sono mossi con motivazione enogastronomica erano al 21%, quest’anno abbiamo visto che sono al 30%, con un incremento del 9% in un anno, e quindi c’è davvero un interesse davvero importante verso questo tema. I turisti italiani e stranieri, quando arrivano nelle città, si aspettano di mangiare prodotti della tradizione locale che sono la vera forza della vacanza Made in Italy.

Abbiamo dei prodotti tipici di qualità, certificati e con maggiore biodiversità.

Il prodotto enogastronomico Made in Italy è giustamente valorizzato e promosso? 

In Italia le mete più richieste dai turisti sono la Toscana, la Puglia e la Sicilia. Sono mete di interesse per gli italiani – e non solo -, che hanno voglia di andare a scoprire l’enogastronomia e le nuove e interessanti esperienze che si stanno strutturando, come ad esempio le Masserie didattiche in Puglia, in riferimento ad attività davvero coinvolgenti. Certo, si potrebbe fare indubbiamente meglio. Si parla molto di Italian Sounding (ovvero l’utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l’Italia per promuovere e commercializzare prodotti che non sono minimamente riconducibili al nostro Paese) e di cercare di tutelare maggiormente i nostri prodotti del Made in Italy ma, anche dal punto di vista turistico, dovremmo sensibilizzare sempre di più ad impiegare i prodotti del territorio e sviluppare la cucina locale, che è qualcosa che tutti i turisti ricercano. Sopratutto nei luoghi a vocazione turistica e nei portali regionali e di comunicazione turistica, bisognerebbe dare più spazio alla valorizzazione del prodotto locale, perché il turista vuole trovare informazioni enogastronomie che potrebbero influenzare la scelta della destinazione.

Quali nuove sfide attendono il settore?

L’Italia è la destinazione più desiderata: ecco che quindi diventa per noi molto interessante rafforzare l’elemento FOOD & WINE all’interno delle nostre offerte ed esperienze turistiche. I dati lo confermano, al turista enogastronomico piace unire cultura e cibo; come ad esempio l’arte e la musica in cantina, o il fiorista-gourmet, insomma tutti luoghi ed esperienze curate nei minimi dettagli, dove fermarsi e rilassarsi e contemporaneamente compiere un viaggio sensoriale. Significativo è inoltre, il crescente interesse – negli ultimi anni – per lo Street Food, attività sostenuta dal turismo enogastronomico attraverso i sempre più numerosi Foodtruck Festival in giro per l’Italia.”

Infatti, se la precedente definizione di Turista Enogastronomico prendeva in considerazione soltanto l’attività legata al Food e al Beverage, il Monitor 2016 aggiunge la componente motivazionale che muove verso una scelta di luogo rispetto ad un altro. Il FOOD TRAVELLER di oggi considera le attività legate al Food & Beverage motivi di scelta primari e basilari. Dalla ricerca svolta emergono 13 profili PsicoCulinari del Turista Enogastronomico internazionale: innovativo, eclettico, gourmet, social, biologico: ce n’è davvero per tutti i gusti!

E voi, che turisti siete? In quale profilo vi riconoscete?

Il report per il 2017 analizzerà invece, partendo dai dati ottenuti per il Food Travel Monitor 2016, il trend e il ruolo dei diversi tipi di bevande (vino, birra e distillati) sul turismo alimentare e determinare dettagli specifici sui consumatori e le loro percezioni su questi tipi di viaggi.

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