Cagliari (ITALIA)Musica, partecipazione civile, intuizione dei tempi, sentimenti, poesia: questi sono gli amori che da sempre hanno ispirato Ivano Fossati.Quegli amori ai quali dovremo rinunciare da ora in poi, almeno per quanto riguarda le esibizioni pubbliche. Infatti il cantautore genovese, con una decisione che, conoscendo la sua naturale riservatezza non ha neppure tanto stupito, ci ha privati di una delle fonti più fertili e più intense della musica d’autore italiana.Ma, come ci ha ricordato il musicista stesso all’inizio del concerto tenutosi al teatro Lirico di Cagliari, per tutta la durata del Decadancing tour, meglio non pensare al suo ritiro dalla scene, magari divertendoci – lui e noi insieme – ad ascoltare ancora le sue note e le sue parole.E non si è trattato di solo divertimento: sono state alcune ore di concerto lungo e ispirato, una osmosi tra pubblico e protagonista sostenuta dal corollario del gruppo composto da musicisti di livello eccezionale in equilibrio tra rock e melodia, tra jazz e soul, inteso proprio come anima.Si è, infatti, fortemente avvertita, per tutta la durata dell’esibizione, una reale “affinità elettiva” tra l’interprete e chi ascoltava. Affinità che si è riflessa nel calore con il quale Ivano ha raccontato e si è raccontato, tra una canzone e l’altra, nella confidenza, quasi intimità, che si è venuta a creare tra noi e lui, a dare l’impressione di una esibizione privata, tra amici.Anche il particolare ringraziamento per l’attenzione che il cantautore ha rivolto al pubblico, la scelta dei brani e la dolcezza del proporsi, inusuale nel cantautore, sono stati segnali del gradimento reciproco.E sono scorsi, come un film d’essai, i suoi brani sul suo impegno civile in “Mio fratello che guardi il mondo”, “Una notte in Italia”, “Stella benigna”, “La crisi” (brano del 1979 purtroppo di grande attualità), “Cara democrazia”, “Ho sognato una strada”, testi e musiche in cui i temi di attualità e politica sono stati trattati con estrema lucidità e coerenza, con quel verbo “imparare” sempre presente come cifra stilistica d’autore nel testo.E poi l’amore, il sentimento “che muove ‘l sole e l’altre stelle”, declinato dalla massima dolcezza al massimo dolore, dalla pienezza alla perdita, in canzoni che rimangono stampate nell’anima come “L’amore trasparente”, “C’è tempo”; l’intensa lezione in “L’amore fa” e “Di tanto amore”, fino alla contrapposizione tra il sentimento vissuto drammaticamente da giovani in “La costruzione di un amore” e l’amore consapevolmente maturo ne “Il bacio sulla bocca” che hanno chiuso con l’ennesimo bis un concerto da non dimenticare.Amore e impegno, in Fossati, non si sono mai discostati dalla poesia, dalla ricerca verbale e culturale che ha contribuito ad arricchire coloro che lo seguono da sempre, fin dai Delirium, da bambina, come me.Tutti ingredienti ritrovati nell’ultimo cd “Decadanging” e anche nella originale interpretazione di “Carte da decifrare”, in “I treni a vapore” e “Tutto questo futuro”. Parole e suoni che continuano ad avvolgere come quella musica che gira intorno, quella che pur non avendo futuro, è arrivata fin qui ed ha ancora tanta strada da sognare e da fare.Una conversazione colta in una dimensione quasi privata: tutto ciò è stato il concerto di Ivano Fossati, attraverso la sua voce profonda e riconoscibile tra tante, pur nella serata segnata da un ulteriore arricchimento.A questo punto, a concerto concluso, una volta sulla strada di casa, non posso non pensare al fatto che questa è davvero l’ultima volta che ascolto Ivano Fossati dal vivo; e penso questo perché, conoscendo il carattere spigoloso di uomo dotato di mille sfaccettature che emerge dalla sua personale vicenda, sicuramente Ivano non derogherà a questa decisione.Rimane la speranza che la sua lectio magistralis venga recepita dalle giovani leve musicali e culturali italiane e che l’autore Fossati non si dissolva ma continui a creare, ancorché per altri artisti che ritenga a lui affini.Rimangono con nostalgia i vinili e i più recenti cd a testimonianza di una voce unica nel panorama italiano e non solo, di una ispirazione incantata e disincantata insieme, di una coscienza civile che emerge dalla musica a descrivere ciò in cui crede, un uomo dalle molte contraddizioni: un uomo, (come canterebbe in “Aspettare Stanca”) stop.