Sabato 2 settembre un folto pubblico si è ritrovato all’ex Convento dei Cappuccini a Quartu Sant’Elena per assistere a una insolita presentazione voluta dall’Amministrazione comunale.
Un misterioso quadro, il Gioiello ritrovato, che rappresenta una donna in costume tradizionale quartese è stato per la prima volta mostrato al pubblico.
Nella sala degli affreschi della struttura museale, gremita dal pubblico delle grandi occasioni, esperti d’arte ed etnografia si sono confrontati nell’interpretare l’iconografia di un quadro messo a disposizione da un collezionista anonimo perché possa essere oggetto di studio.
Il quadro, un dipinto ad olio di piccole dimensioni, raffigura una giovane donna con un abito tradizionale sardo. L’ambientazione è una stanza con pianoforte la cui luce sembra provenire dall’esterno e che farebbe pensare si affacci su una lolla. La tappezzeria e le suppellettili, rappresentati nello sfondo, farebbero intuire si tratti di una casa dell’alta borghesia in stile ecclettico di fine ‘800. La misteriosa donna che poggia una mano sul pianoforte aperto era forse una musicista? O semplicemente un’amante dell’arte? Si era fatta ritrarre in un’occasione importante? O l’abito le era stato prestato? Questi sono solo alcuni degli interrogativi posti dalla storica dell’arte Lucia Siddi che con l’intervento “Ritratto di giovane donna in costume sardo” ha tentato di ricostruire la storia del dipinto.
Un dipinto firmato da Luigi Roci. Di quest’artista non si sa molto, ma è citato nel 1890 per una sua litografia del rilievo di un tempietto ritrovato sull’Esquilino nel 1835. Probabilmente era un artista apprezzato e conosciuto in ambiente romano e del quale esistono diversi acquerelli ancora oggi valutati dalle case d’aste.
La datazione potrebbe risalire agli ultimi decenni dell’ ‘800 quando molti artisti, per realizzare i ritratti, si rifacevano alle fotografie. Di qui l’invito ai cittadini di osservare il quadro e vedere se in quella donna dagli occhi scuri e dai capelli corvini possano riconoscere un’antenata della quale conservino la foto o un ricordo.
“L’abito indossato dalla misteriosa signora è quello tipico quartese” ha affermato con certezza l’etnografo Aldo Cinus. Lo dimostrerebbero molti particolari abilmente dipinti come il motivo del velo, l’altezza della balza di broccato, il fiocco nei capelli, il velo tenuto aperto dalla dellara la giacchetta nera con gli iscudusu, due speroni quadrati di tessuto tipici del costume quartese, e l’altezza ridotta dei pizzi.
Sull’aspetto dell’abito di Quartu non mancano le testimonianze storiche che vanno dalla tavole del Buonumore a quelle del Valery e del Costa, ma il dipinto oggetto del dibattito “rappresenta senza dubbio un unicum per la perizia nella rappresentazione dei più minuti dettagli” ha proseguito Aldo Cinus.
Non è stata della stessa opinione Cristina Moriconi, consigliere comunale e rappresentante delle Pro Loco di Sinnai che sul finire dell’evento ha chiesto la parola. Ha messo in dubbio l’autenticità sia della rappresentazione dell’abito quartese che del dipinto stesso. Nel Campidano e soprattutto in centri come Sinnai e Selargius l’abito tradizionale è molto simile, le fonti citate si rifanno a iconografie molto stilizzate e schematiche che molto lasciano all’immaginazione. Essendo poi i paesi così vicini geograficamente potrebbero anche esserci delle contaminazioni. L’anonimo proprietario non ha fornito nessun documento di autenticità relativo all’acquisto del quadro.
La parola spetta ora ai cittadini che potranno visionare il quadro e formulare nuove ipotesi in occasione della festa patronale presso i locali del Comune dove verrà esposto a partire dal 10 settembre.
I lavori, allietati da musiche e canti dalla tradizione sarda sono stati introdotti da Lucia Baire, assessore alla Cultura, che ha voluto sottolineare l’importanza del momento come evento culturale condiviso con i cittadini che devono tornare ad appropriarsi di tradizioni, valori e saperi troppo spesso dimenticati. “Agevolare la promozione e l’attività anche di singole persone che si adoperano per la promozione delle tradizione diventa un dovere dell’Amministrazione” ha affermato la Baire.
Presente anche il Sindaco Stefano Delunas che ha auspicato un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione nella riscoperta delle origini e della storia della città di Quartu.