Il Cannonau è stato il protagonista indiscusso al Vinitaly 2015. Apprezzato innanzitutto per sua la bontà, ma anche per il suo carattere, la sua identità specifica: un vino che rappresenta l’intera isola.
Benefici e prospettive per il Cannonau
Queste caratteristiche anticipano il ruolo che svolgerà il Cannonau all’appuntamento internazionale più atteso, l’Expo 2015. Il Cannonau, infatti, fa parte integrante di quella dieta mediterranea, che ha permesso alla Sardegna di essere anche annoverata tra le poche regioni al mondo dove si vive più a lungo (Zone blu). Il Cannonau gode già di grande notorietà in Canada e negli Stati Uniti grazie agli elogi del Dott. Mehmet Oz (il chirurgo più famoso d’America): “il vino sardo per eccellenza fa bene alla salute”. Bere almeno due bicchieri di Cannonau al giorno rientra tra i comportamenti che aiutano ad allungare la vita.
Concetto ripreso dal Prof. Maurizio Memo (ordinario di Farmacologia dell’Università di Brescia) in occasione dell’interessante convegno “Cannonau: il gusto di saper vivere”, svoltosi sempre al Vinitaly dove, oltre alle origini, alle peculiarità viticole ed enologiche e agli sviluppi di mercato, sono stati messi in risalto altri importanti aspetti: il ruolo del paesaggio, l’ambiente salubre, uno stile di vita salutare, una sana alimentazione e un approccio positivo alla vita per il raggiungimento di una maggiore longevità.
Il territorio sardo più longevo per eccellenza è l’Ogliastra, incanta per i suoi paesaggi: i più selvaggi e incontaminati dell’isola, dove la montagna si specchia sul mare. Territorio studiato da molti anni in diverse università di tutto il mondo, il “Progetto genoma” è solo un esempio. La longevità non è legata però solo ad uno speciale DNA, ma ad abitudini e stili di vita molto semplici: una socialità ricca, cibo a km0, un buon vino. Ulteriori studi hanno evidenziato il fatto che le peculiarità di quest’area si possono ritrovare in tutta l’isola: passando dalla Gallura, proseguendo per il centro, attraversando il Campidano di Cagliari (ad Assemini, dove un’equipe del National Geographic studia con attenzione i piatti della tradizione locale), per finire sulle montagne di Teulada nel Sulcis.
Questo grande vitigno, come hanno specificato i due bravissimi sommelier Pierpaolo Fiori e Andrea Balleri, offre vini eccellenti in diversi territori dell’isola, oltre all’Ogliastra e alla Barbagia suoi territori di eccellenza. Con la consapevolezza che la Sardegna è quasi un continente, con terreni, climi e altitudini molto diversi da nord a sud, i due sommelier hanno voluto mostrare otto diverse espressioni, tutte eccellenti, relative ad altrettanti ambienti pedoclimatici.
La degustazione
La degustazione denominata “I terroir della Sardegna”, è stata uno degli eventi di spicco della Regione Sardegna per il programma vinitaly 2015, con la presenza di stampa specializzata estera (Decanter, Fèdèration internationale des journalistes et écrivans des vins et spirituex), stampa nazionale (Gambero Rosso, Spirito di Vino,) la master of wine Jo Ahearne, il direttore e la responsabile per l’Italia (Yves Zier e Anne Meglioli) del concorso internazionale “Grenache du Monde”, la responsabile dell’associazione internazionale del “Grenache Association” (Marlene Angelloz), buyer dei paesi europei (Francia, Spagna, Germania, Austria) paesi asiatici e numerosi appassionati.
La degustazione guidata è iniziata con il territorio della Romangia, storica e rinomata zona di Sorso e Badesi, dove le colline di marne calcaree affacciate sul mare e spazzate dal maestrale danno vita a vini molto ricchi di colore e profumi intensi, fruttati generosi e avvolgenti. Il vino prescelto è il cannonau “Tenute Asinara” dell’omonima azienda che si affaccia sul golfo dell’Asinara e porta come immagine la simpatica figura degli asinelli albini, vino che colpisce per la grande ricchezza denotata uno splendido color rubino carico e delle note avvolgenti di frutta e spezie in perfetto equilibrio, che ritornano prepotenti e persistenti al palato.
Il secondo vino ci porta nel sud dell’isola, alle porte di Cagliari nei vigneti del” Parteolla “baciati dal sole, dove le marne calcaree e le arenarie la fanno da padrone, dando vita a vini altrettanto ricchi, generosi, morbidi e suadenti. In questo caso è stato scelto il Cannonau “Sileno” dell’azienda Ferruccio Deiana, lavorato in acciaio, e dunque senza le influenze di un affinamento sul legno, per mettere in evidenza la piacevolezza di questo vino anche nella versione giovane, fresca e fruttata. Vino molto pulito con un bel colore vivo e brillante profumi di ciliegia, marasca e mirtilli, grande freschezza e piacevolezza al palato tannini presenti ma ben modulati, il classico vino che invita al secondo bicchiere.
Il terzo vino ci riporta a nord nella Nurra di Alghero con terreni poveri, (calcari marini ed arenarie), battuti dai venti di maestrale e caratterizzati dalla presenza forte di Ecaliptus, che arricchiscono i vini con una particolare nota balsamica. In questo caso il vino prescelto a rappresentare il territorio è il “Dimonios Cannonau riserva 2011” della Cantina “Sella e Mosca”. Vino di stile classico, colpisce per la varietà e la complessità dei profumi, dalla frutta rossa alle spezie, caldo e secco al gusto, di grande equilibrio, perfetta corrispondenza gusto olfattiva e la caratteristica nota balsamica in finale.
Il quarto vino ci riporta sul golfo di Orosei in quel di Dorgali, dove i terreni ricchi di granito pH acido, e situazioni microclimatiche particolari danno vini di grande intensità. Il vino prescelto in questo caso è il “Cannonau riserva classico” della cantina di Dorgali. Questo grande vino -una delle migliori espressioni del classico- in grado di competere con i grandi vini a base di Grenache, (Yves Zier) si caratterizza per una grande ricchezza estrattiva, colore, complessità dei profumi, concentrazione, grande equilibrio e sapiente utilizzo del legno.
Con il quinto vino ci spostiamo in Ogliastra, nei comuni di Jerzu, Cardedu e Tertenia che contano oltre 2000 ha di vigneti di Cannonau. Zona classica per eccellenza, si distingue per la presenza di vigneti di montagna su terreni di scisto e granito e pH acido. Il vino prescelto è in questo caso il “Cuerra” della cantina di Jerzu, vino di grande potenza che si caratterizza per un naso molto complesso con note speziate, caffè tostato, erbe mediterranee, arancia amara, grande potenza alcolica, un tannino ancora irruento che ci porta a pensare ad una grande longevità.
Con il sesto vino i due bravi sommelier ci portano verso la Barbagia, in particolare nella zona di Oliena, Mamoiada e Orgosolo cuore della produzione del Cannonau più conosciuto e blasonato. Terreni granitici, pH acido, altitudini elevate e vecchi vigneti ad alberello danno vita a vini molto dotati in sostanze fenoliche ed aromi, anche grazie alle notevoli escursioni termiche. Il vino prescelto è il “Cannonau Urulu” della cantina di Orgosolo, in qualità di ottimo esempio atto a sfatare la nomea dei Cannonau troppo pesanti ed alcolici. Il vino annata 2013 si contraddistingue per un colore vivo e profumi vibranti di fiori e frutta fresca, con un alcol se pur presente (15%) molto equilibrato, tannino suadente, piacevolissimo da gustare a temperature più basse.
Rimanendo ancora in questo territorio d’elezione rimaniamo stupiti da un altro grande vino, prescelto in questo caso per evidenziare le capacità di invecchiamento di questo vitigno e la ricchezza di note terziarie che riesce ad offrire dopo qualche anno di affinamento. Il “Giuseppe Sedilesu riserva 2010” si presenta di colore rubino tendente al granato. Colpisce per una straordinaria intensità all’olfatto: fiori, frutta, spezie, macchia mediterranea, note di cuoio e selvaggina si susseguono interminabili. Al gusto un’ottima corrispondenza, ed un tannino ancora vivo, fa ben sperare per il futuro in bottiglia.
L’ultimo vino ci riporta al sud, dove le colline di marne calcaree si affacciano sul Golfo di Cagliari quasi a formare un anfiteatro naturale. Il clima mediterraneo, con inverni miti ed estati calde e ventilate, fanno da premessa all’ottenimento di un grande Cannonau in versione passita. Il vino prescelto che chiude dolcemente il finale di degustazione è il passito “Antonio 100” prodotto dall’azienda Argiolas di Serdiana in occasione del centesimo compleanno del capostipite (a proposito di longevità!). Il vino è ottenuto da un unico vigneto, una sorta di “cru alla Montrachet” su terreni calcarei non irrigui e a bassissime produzioni. Si presenta con un colore rubino tendente al granato, al naso fine ed elegante con intense note di fiori, ciliegia, marasca, marmellata di carrube, note di caffè, liquirizia, moncherì. In bocca è suadente, dolce e morbido, (ma non stucchevole), equilibrato, persistente e di grande corrispondenza gusto olfattiva. “Magnifico”, lo definisce la Master of wine Jo Ahearne; “vino capace di confrontarsi a testa alta con i migliori vini passiti del Roussillion” afferma Yves Zier direttore del concorso Grenache du monde (e da lui premiato lo scorso anno); “capolavoro e miglior espressione della sua tipologia” lo hanno invece definito i sommelier Fiori e Balleri, che hanno terminato la degustazione allietando gli ospiti con i dolci della tradizione e, trasgredendo un po’, facendoci provare un piacevolissimo accostamento con il cioccolato fondente.
Lunga vita al Cannonau!
Scusate ma non si é capito, ma sono stati premiati con due medaglie oro e una di bronzo due vini di delle cantine di Dorgali, unico paese in Sardegna a ricevere tre premi….quindi primi in assoluto in Sardegna.