Fabrizio Sferra
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Articolo di Laura Boi

Cagliari (ITALIA)

Teatro Massimo, 14 maggio 2009

Apertura in grande stile al nuovo Ridotto del Teatro Massimo di Cagliari con il trio guidato da Fabrizio Sferra (batteria), accompagnato due giovanissimi talenti della scena jazz italiana Giovanni Guidi (pianoforte) e Francesco Ponticelli (contrabbasso) per”Forma e Poesia nel Jazz”.

È tornata la rassegna dedicata al Jazz organizzata dall’associazione Shannara Spettacolo, una delle più interessanti realtà dedicate al jazz italiano. Quest’anno si festeggia l’edizione numero 12 del festival che dall’8 al 30 Maggio propone quattro settimane di eventi e concerti che spaziano attraverso diversi stili e musicalità.

Dopo aver concluso la prima fase di concerti al Teatro Alkestis, il “gioiellino di Via Loru”, come lo chiamano gli ideatori della manifestazione, sede storica della rassegna Jazz, si cambia palcoscenico. Quest’anno Forma e Poesia nel Jazz aggiunge ai suoi luoghi il nuovo spazio, appena rimesso a nuovo, del Ridotto del Teatro Massimo (un “teatro nel teatro” con 195 posti), confermandosi rassegna itinerante per la città.

Spazi diversi per stili e pubblici diversi. Una volontà di diffondere poesia del Jazz nelle sue forme mutevoli e nelle sue continue improvvisazioni. Un modo anche per dire che il jazz non ha una casa propria e che si lascia apprezzare ovunque, adattandosi magicamente ai contesti. Non ha neanche un’età e le platee lo dimostrano. Come ieri sera, primo delle quattro esibizioni al “Ridotto”[1] sala quasi al completo e pubblico assolutamente variegato, con una buona percentuale di giovani.

Un trio ben assortito quello di ieri sera. Un batterista veterano di eccezionale levatura, pilastro della scena Jazz romana, con una lunga carriera alle spalle e un’ampia lista di collaborazioni con i migliori artisti della musica Jazz[2]. A quasi cinquant’anni dirige per la prima volta un trio tutto suo. Ad accompagnare le sue percussioni ha voluto due giovani talenti italiani: il pianista umbro Giovanni Guidi e il contrabbassista toscano Francesco Ponticelli. Due giovani leve del Jazz con un curriculum fitto di partecipazioni a festival, collaborazioni con grandi artisti e entrambi leader dei propri gruppi. Notati da Enrico Rava, sono entrati a far parte del Rava New Generation e hanno suonato insieme in altre occasioni.

Un’esibizione che ha catturato l’attenzione della platea curiosa sin dal primo istante con la sua originalità. Perfettamente riflessa nell’espressione musicale innovativa, la creatività e la fantasia degli artisti, abilmente guidati dalla genialità e dall’esperienza delle percussioni di Sferra. Grandiosa la tecnica di tutti e tre che si sono divertiti e sbizzarriti in giochi di note dando vita ad una musica che sembrava un’altalena di sonorità lente e delicate e accelerazioni improvvise.

Un’esibizione-viaggio tra musiche diverse, da quelle poetiche e romantiche a quelle più forti che sapevano di rock e di tecno. Ampie la libertà e la capacità espressiva di ognuno che dimostrava l’abilità dei musicisti, che sono sempre riusciti ad armonizzare gli strumenti tra loro. Tre artisti e tre strumenti che raccontavano il discorso musicale a modo loro, con un’intesa sottile però, che si leggeva nei loro sguardi e nei passaggi che eseguivano. Un’ora e trenta di tensione emotiva continua e un pubblico vivo, che applaudito appassionato ad ogni performance.
[1] Il secondo appuntamento è stasera 15 maggio con Alessandro Lanzoni (piano), Ares Tavolazzi (contrabbasso) e Massimo Manzi (batteria) h 21, il terzo sarà il 23 maggio con Romeo Scaccia al piano solo alle h 21 e, infine, si chiude il 24 maggio con una donna, Silvia Corda, al piano solo sempre alle h 21.

[2] Inizia l’attività di batterista di jazz sul finire degli anni ’70 e si afferma man mano sulla scena nazionale collaborando con prestigiosi musicisti italiani e stranieri, fra i quali: Enrico Pieranunzi, Massimo Urbani, Enrico Rava, Antonello Salis, Maurizio Giammarco, Pietro Tonolo, Rita Marcotulli, Stefano Battaglia, Chet Baker, Lee Konitz, Mal Waldron, Kenny Wheeler, Toots Thielemans, Paul Bley, tra i tanti. Tra le esperienze più significative quelle con lo Space Jazz Trio e con i Doctor 3.

 

 

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