di Rosa Tiziano Bruno
C’è un linguaggio internazionale, che passeggia nei sogni di ognuno e riesce a spiegare l’inspiegabile. E’ il linguaggio delle fiabe.
Un linguaggio potente, che apre la prigione del dizionario e lascia scappare le parole. Una gran fortuna. Perché, quando sono libere, le parole svelano i loro misteri e arredano il mondo con i significati.
Ecco, una fiaba è un frammento di mondo, un frammento fatto di parole. Uno specchio che riflette l’universo. Ed è grazie a questo specchio che riusciamo a vedere che una parte della vita è perduta, ma non il suo significato, il Senso.
Nel paradosso della zucca che diventa carrozza, è racchiusa la dinamica del desiderio e del fare. Il filo che riconduce le immagini surreali delle fiabe al senso delle cose è il tempo. Il tempo dell’innocenza, quel tempo che abbiamo abbandonato e che rimpiangiamo, magari di nascosto.
Le fiabe non ci parlano come le Scienze, ma ci consentono di comprendere ed elaborare informazioni ed esperienze. A volte le fiabe esprimono più delle tabelle numeriche perché hanno la forza di evocare qualcosa della nostra anima, di cui siamo in parte consapevoli, ma che non sempre abbiamo la capacità di sperimentare senza l’aiuto delle parole. Davanti alle difficoltà, nei momenti di sconforto, prima di una scelta, tendiamo ad indugiare, persi nel timore di non farcela.
Ma ecco che il tempo delle fiabe viene a ricordarci che è il momento di agire, perché le cose non continuano mai allo stesso modo per sempre. Nel cuore dell’inverno inizia un nuovo tempo, nel mezzo della notte prende vita un nuovo giorno. Il tempo delle fiabe non è magico, perché non compie prodigi, semplicemente si limita a ricordarceli.
E allora proviamo a chiederci cosa succederebbe se all’improvviso qualcuno decidesse di rubarci tutte le fiabe? E’ possible una vita senza racconti, senza fantasia?
“I ladri di favole” è un libro che pone proprio questo interrogativo. Naturalmente con ironia, invitandoci ad esplorare il nostro immaginario. La trama racconta di come “Il silenzio del nulla calerebbe su ogni cosa e l’arcobaleno perderebbe i suoi colori” se qualcuno ci derubasse della fantasia. La protagonista della storia è Angiolina, una bambina testarda e riccioluta, la sola a ribellarsi contro il nulla che avanza.
Ma presto troverà aiuto, saranno i personaggi delle antiche fiabe che la guideranno, come fantastici vascelli, in luoghi pieni di storia, facendole attraversare il tempo in tutte le sue sfaccettature, inteso come susseguirsi di attimi ma anche come meteorologia.
Nella scena iniziale di “I ladri di favole”, c’è un’iniziale benessere, che scompare d’improvviso lasciando il posto ad una sensazione di vuoto e di dolore, causata dalla presenza dei ladri dal cappello storto, che rubano la fantasia alla gente.
“Solealto era una piccola città, splendida come una goccia di Paradiso scivolata tra le nuvole e la Terra. Ma un giorno di giugno accadde qualcosa di imprevisto che portò con sé grossi cambiamenti. Arrivarono, chissà da dove, uomini dall’aria molto strana che presero a gironzolare per le strade della città in modo insolito. Avevano tutti la stessa statura e forse anche il medesimo peso, a giudicare dalla sagoma. […] erano la terribile banda dei ladri di favole! Ben presto cominciò una lunga serie di furti. Scomparvero diverse storie meravigliose e antiche, perfino quelle più famose. Ogni volta che i ladri rubavano una fiaba lasciavano, al suo posto, un enorme vuoto fatto di nulla. Non si capiva come potessero riuscirci né di quali artifizi si servissero per rubare, si sapeva soltanto che erano molto abili.
Pian piano su tutta la città stava calando il silenzio del nulla. Ma, nonostante questo, non c’era nessuno che si dava veramente pena per quei furti. Gli adulti, infatti, non danno mai troppa importanza alle fiabe. Tutto ciò che si limitarono a fare fu affibbiare un soprannome a quegli strani lestofanti. Qualcuno cominciò perfino a riderci su, perché spesso i grandi scherzano sulle cose serie. Inoltre gli adulti pensano che il nulla non sia un problema, anzi a volte lo preferiscono a certi dispiaceri. In realtà c’era poco da stare allegri perché se nessuno avesse fermato per tempo gli Storti, il mondo rischiava di rimanere senza più fantasia. Possibile che davvero non importasse a nessuno tutto questo?”
Ma sarà proprio questo dolore che segnerà l’inizio di una rinascita e permetterà di generare qualcosa di nuovo, di organizzare orizzonti diversi. I ladri di favole è un libro che racconta la drammaticità di una vita fredda e sterile, ma anche la sua possibilità di speranza e riscatto.
La trama del racconto galleggia nello Spazio e nel Tempo. Angiolina attraversa in una sola notte i cinque continenti, volando a cavalcioni di una gigantesca forchetta, in una dimensione fiabesca che però rimane aderente alla realtà. La piccola esplora il Tempo in tutte le sue dimensioni: passa dal giorno alla notte, dal freddo dei ghiacciai al caldo africano.
Impara che niente a questo mondo è fisso. Se in un angolo è giorno, nell’altro accade un tramonto o forse è notte fonda. Se in una città fa caldo, in un’altra può esserci gelo, e tutto avviene nel medesimo istante.
Non è forse questo che rende magico il pianeta Terra?
Ma c’è dell’altro, i paesaggi, che Angiolina esplora raccontano il modo in cui il tempo plasma ogni cosa, ovvero la storia di noi tutti. La bambina si avventura in un Suk algerino, poi si ritrova in un vicolo tra case che sembrano biscotti merlettati, nello Yemen. Fa amicizia con le onde del Meditarraneo e scopre che il gelo dei ghiacciai canadesi nasconde sorprese impensabili. Sorvola il deserto rosso australiano e visita il paese di Alì Babà , luogo traboccante di fantasia.
Il libro si apre con l’introduzione del Prof. G. De Vecchis, ordinario di Geografia presso l’Università “La Sapienza” di Roma (e Presidente dell’Associazione Nazionale Insegnanti di Geografia), che spiega l’importanza della fiaba nella vita di bambini e adulti. Perché è davvero così: le fiabe non sono roba per piccini, ma piuttosto la via privilegiata per imparare a giocare con il tempo che ci è stato regalato. Per renderci conto che siamo gli abitanti di un mondo magico, chiamati ad essere Re e Regine, tutti. Per ricordarci che la vita fluisce, anche se sembra ripetitiva, e che la trasformazione sta nelle cose minuscule che ognuno di noi può fare. La storia de “I ladri di favole” ci ricorda che abbiamo l’opportunità di introdurre piccoli cambiamenti, di creare qualcosa di nuovo, nuovi sentimenti capaci di generare un atteggiamento fiducioso, coraggioso.
Spesso neghiamo o eliminiamo i nostri impulsi creativi. Siamo tentati di rimanere protetti da ciò che è stabile, fisso, conosciuto ma al tempo stesso noioso, arido, mortifero. Angiolina ci invita a prenderci cura dei nostri vecchi desideri, mai realizzati, E lo fa portandoci in giro per il mondo, mostrandoci quello che non sappiamo più vedere. Perché il nostro è un pianeta magico, dove tutto può accadere.
La Terra è un’isola volante.