4 mori di Gabriele Loi
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Staccare i mori dalla bandiera e renderli fruibili dando ad ognuno di loro un’identità fisica. Lasciandoli uguali, come fratelli, quindi diversi, come parti di un’unica storia identitaria. Così lo scultore Gabriele Loi, che da 27 anni dà forma alla pietra, restituisce, per la prima volta, ad ognuno dei 4 mori il proprio carattere, la propria forza, il proprio valore identitario. Allievo del maestro Frediano Marras, nominato al concorso internazionale per costruttori di quadranti solari “Le ombre del tempo”, Loi ha fatto dell’antico mestiere dello “scalpellino” la propria arte, opponendosi con forza contro quell’antica concezione che considerava gli scalpellini degli “scultori senza arte”.

I quattro mori, di Gabriele Loi

Gli studi condotti sulle antiche origini del simbolo crociato dei quattro mori che appaiono nella bandiera sarda, rivelano il valore e il prestigio celato dietro queste quattro teste bardate di rosso che lo scultore sardo ha riprodotto su basalto sardo di prima qualità, incastonato, ispirandosi alle più antiche incisioni esistenti. L’esecuzione tecnica include sia la scultura sia l’antica arte del mosaico, mentre le tarsie sono eseguite utilizzando marmi e pietre semipreziose come i lapislazzuli.

I quattro mori, di Gabriele Loi

Il materiale usato proveniente dalla nostra terra – dichiara lo scultore – possiede una grande lavorabilità, contiene un’energia potente e le sue varianti cromatiche spaziano dalle sfumature del grigio a quelle del rosso intenso; ho poi inserito – continua Loi – negli occhi tutto il mondo, il lapislazzuli, prezioso oro azzurro dell’Afghanistan, le pietre sarde di fiume, l’elegante marmo nero Belgio dal colore intenso e il marmo verde del Guatemala con venature di colore bianco dalla forma irregolare. I 4 mori sono stati rappresentati con la benda rossa e non bianca, come le origini della bandiera sarda raccontano. La benda non sporge dalla testa, ma forma parte di un tutt’uno con la scultura in basalto, perché il simbolo di valore della benda è intrinseco alla pietra. Gli orecchini sono fedeli alla rappresentazione canonica della bandiera sarda, non sono bidimensionali, non sono un bassorilievo, si staccano dalla scultura.

Una piccola collezione d’arte che rappresenta un’unica opera, chiamata Identidadi, la nostra identità – dichiara Loi – da cui è nata la nostra bandiera, intesa anche come finestra sul mondo. Non esiste popolo senza identità che non sia il frutto di processi culturali. Sa bandera de sa Sardigna, simbolo d’orgoglio e di riconoscimento della nostra terra nel mondo, ancora oggi, conclude Loi – è in grado di evocare alla mente dell’osservatore l’antica questione della verità, obbligandoci alla conoscenza del passato e della nostra identità, frutto di contrasti e contrapposizioni e di continue relazioni con il mondo.

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