Predi Antiocu e sa Perpetua
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Ironia in scena con “Predi Antiogu e sa Perpetua” di e con Elio Turno Arthemalle e Rossella Faa, scoppiettante “commedia dialettale” liberamente tratta da “Sa scomuniga de Predi Antiogu, arrettori de Masuddas” di un anonimo autore dell’Ottocento, in programma sabato 19 novembre alle 21 al Teatro Comunale di Serrenti. La pièce originale, ispirata al noto poema satirico – una predica sui generis nella quale il parroco di Masullas si scaglia dal pulpito contro i malfattori che gli hanno rubato il bestiame, e getta su di loro la scomunica, per poi soffermarsi nella descrizione e l’aperta condanna di vizi e peccati della comunità dei fedeli – dipinge un vivace e divertente affresco della società sarda dell’epoca, quasi un bozzetto di vita paesana.

I due protagonisti, Predi Antiogu e la fida Perpetua, sono figure emblematiche di una civiltà rurale, “fotografate” nel momento cruciale in cui l’autorità e il potere della Chiesa vengono parzialmente messi in ombra dalla progressiva laicizzazione del regno sardo-piemontese; in particolare la legge che stabiliva l’importo delle decime nell’Isola costrinse molti parroci di campagna ad affiancare alla cura delle anime attività più concrete, come l’allevamento di pecore e capre, per poter sopravvivere.

“Sa scomuniga de Predi Antiogu, arrettori de Masuddas”, una sorta di monologo in versi in cui il sardo si intreccia al latino delle formule di scomunica, pubblicata a Cagliari nel 1879 ma scritta probabilmente intorno alla metà del secolo, subito dopo la legge del 1851 che riduceva l’entità dei tributi dovuti alla Chiesa in Sardegna (quando la questione era dunque ben presente nella coscienza popolare) racconta una situazione capovolta in cui a subire una grave decurtazione del reddito è lo stesso sacerdote, un tempo beneficiario di ben più sostanziose decime.

Quest’opera di cui Antonio Gramsci sottolineava l’“umorismo fresco e paesano”, apprezzata anche dal linguista Max Leopold Wagner, che ne curò un’edizione con trascrizione fonetica nel 1942 favorendone la diffusione tra gli studiosi, e la definì “un monumento psicologico, oltre che linguistico” approda ora in teatro, in forma di commedia, nella mise en scène firmata Teatro del Segno e Teatro Impossibile che si affida alla vis comica di artisti come il poliedrico attore, dramaturg e regista Elio Turno Arthemalle e la cantante e compositrice, performer, cantastorie e attrice Rossella Faa.

Lo spettacolo

«Nella prima metà dell’800 una commissione governativa viene incaricata di predisporre i dati sulle decime Sarde destinate alla chiesa (che pare siano più alte di quelle destinate al governo). Questa novità solleva molte polemiche all’interno del mondo ecclesiastico.

Nel 1850 il vescovo di Cagliari, monsignor Emanuele Marongiu Nurra, lancia una scomunica contro tale commissione governativa; il governo impone al prelato di ritirare la scomunica pena l’esilio, ma lui non la ritira e preferisce ritirarsi nello stato pontificio. Il 15 aprile del 1851 esce la legge che regola le decime: le canoniche dei grossi centri urbani non ne risentono troppo, ma i preti dei piccoli centri rurali si trovano improvvisamente in ristrettezze economiche e, se vogliono sopravvivere, devono adattarsi alla nuova situazione e guadagnarsi il pane lavorando.

In questo contesto nasce la storia di Predi Antiogu, Arrettori de Masuddas e nostro protagonista che, per non morir di fame, è costretto a diventare allevatore di capre e di pecore…»

Elio Turno Arthemalle e Rossella Faa

Prenotazioni: teatrocomunalediserrenti@gmail.com

Per saperne di più:
www.teatrodelsegno.com

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