Iniziamo questo mese parlando del dono. Un tema che si presenta naturalmente in opposizione al consumismo dilagante, un eccesso di compravendita senza limiti…
Riprendo un pensiero nicciano, che troverete sviluppato benissimo da Silvia Nebbia a metà del suo articolo: “Occorre innanzitutto chiarire il concetto di «dono» in generale. Ogni dono attende una remunerazione: il dare di un dono è sempre in vista del prendere – mai il dare è esente dall’intenzione di prendere, per tale motivo il dono incute il timore dell’obbligo”.
Si fa fatica a pensare a qualcosa di completamente gratuito, di veramente spontaneo. Si fa fatica a pensare ad un dono che non implichi null’altro che il donare o donarsi. Viviamo in una società senza ideologia, ma per contro senza nessun ideale. Donare la vita per una propria convinzione (e gli esempi sono innumerevoli), nel mondo occidentale è molto lontano dalla nostra immaginazione, anzi il pensiero dominante è quello di salvare il proprio giardino, fine.
Ma ovviamente noi parliamo di dono possibile, di dono che costruisce un meccanismo virtuoso. Rimane il fatto che un uomo solo, in un piazza di una città tunisina decide di donarsi completamente, e questo scatena un moto di orgoglio nel popolo che sente di doversi svegliare da un torpore trentennale.
Il dono fa parte integrante di una società sana, come la collaborazione, la condivisione, la partecipazione. Ad alcuni sembrerà strano occuparsi di un’altra persona senza averne nulla in cambio. Si fa strada l’idea che ogni cosa possa essere comprata col denaro, ogni cosa possa essere comprata in generale. Ora, esistono cose, fortunatamente, che non hanno prezzo. L’amore della madre verso il proprio bambino e viceversa, l’amore tra due persone, la stima sincera, il gusto, la sensibilità, la cultura! Non si può comprare la conoscenza o non si possono comprare i buoni consigli, questi ultimi sono doni di persone care o anche di persone sconosciute che ci fanno vedere meglio una certa situazione.
Esiste un modo di condividere la propria conoscenza e le informazioni, lo viviamo tutti i giorni proprio su internet. La rete è un dono che viene da basso, non è un progetto fatto a tavolino da diverse multinazionali. La rete è stata costruita passo passo da moltissimi volontari di tutto il mondo, che oggi ci rendono la vita enormemente più semplice.
Pensiamo al famoso principio dei sei gradi di separazione, che funziona per fare nuove amicizie ma serve anche a creare rete di solidarietà, come ci spiega benissimo Wejdane Majeri nel suo pezzo sulla carità mussulmana.
La contrapposizione tra la pratica del dono e quella del profitto sembrerebbe chiara ed evidente, ma una pratica non esclude l’altra. Per capire meglio il concetto del dono occorre, ancora una volta, usare il filo conduttore della cultura.
Attraverso la lettura di tutti gli articoli di questo numero di mediterranea ci si rende conto che il dono, il donarsi, ricevere e dare, sono categorie che appartengono più al costume sociale, alla cultura di un popolo, alla categoria dello spirito. Donare non è neanche necessariamente legato al rispetto dei dettami religiosi, forse è la religione che si fonda su pratiche sociali positive che esistevano prima della nascita delle religioni di massa.
In periodi di crisi economica il principio di solidarietà si sente ancora di più, non però solamente verso popoli lontani. La gente pratica si è adattata al principio della comunità, al fatto che collaborare conviene molto di più che rinchiudersi in se stessi. Diventa fondamentale la pratica del dono e dello scambio: usare meno il denaro e più le nostre conoscenze. La banca del tempo ad esempio cerca di soddisfare l’esigenza della collaborazione, o ancora le iniziative che rimettono in vita il baratto con lo scambio di competenze (sardex ne è un esempio molto valido).
Un’iniziativa moderna che fa molto piacere, pensando ai rapporti umani arrivati ai minimi storici, è quella degli abbracci liberi o Free Hugs. Nelle strade delle città di tutto il mondo, ragazzi e ragazze fermano la gente e donano un abbraccio gratis. Un momento di affetto da uno sconosciuto che riscalda il cuore. Quancosa che sarebbe impossibile comprare!
Il dono dell’immaginazione è quello più prezioso, quello che ogni persona dovrebbe coltivare. L’immaginazione ci proietta nel futuro, in una dimensione altra rispetto al quotidiano. Senza sogni non si va da nessuna parte, e noi di mediterranea sogniamo parecchio!
Buona lettura