festival puccini torre del lago
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Al via oggi 27 giugno il 66° Festival Puccini di Torre del Lago con l’opera
Gianni Schicchi. Un appuntamento quanto mai importante, trattandosi della prima rappresentazione in Italia e in tutta Europa di un’Opera in forma scenica dopo il periodo di fermo delle attività artistiche dal vivo a seguito della pandemia.

“La scelta del Gianni Schicchi per aprire l’edizione di quest’anno è emblematica – spiega a Mediterranea il compositore Giorgio Battistelli, neo direttore artistico del Festival – innanzitutto per la volontà di offrire al pubblico un sorriso in più dopo il difficile periodo del lockdown, ma anche come rito di esorcizzazione dei timori della solitudine e della morte”. La trama dell’opera buffa del Trittico pucciniano, con gli ingegnosi stratagemmi escogitati dall’arguto protagonista a seguito della pensata del ricco mercante Buoso Donati di destinare i propri beni ad un convento, beffando i suoi parenti, si rivela perfetta per scongiurare le difficoltà imposte dalle regole del distanziamento sociale, in platea come sulla scena.

Giorgio Battistelli

“La contemporaneità – continua il direttore artistico – viene integrata negli snodi della vicenda, grazie alle scelte registiche originali di Valentina Carrasco. Così accade che, quando i familiari si radunano intorno al capezzale dell’anziano mercante in agonia, poiché temono che stia per morire di Coronavirus, indossano tutti guanti e mascherina. Oppure che i cantanti tengano in mano dei bastoni lunghi un metro e dieci per tenersi alla larga gli uni dagli altri, per paura di contagiarsi. Il bastone, oltre a essere un elemento ironico di distanziamento sociale, diventa anche simbolo della contradditorietà delle dinamiche familiari, in equilibrio instabile fra vicinanza e distacco”.

Fare di necessità una scelta artistica consapevole, inglobando nelle soluzioni drammaturgiche i vincoli imposti dalle norme sanitarie, è stato l’imput fornito anche a Stefano Monti e Manu Lalli, i registi delle altre due opere pucciniane in programma nel Festival: Tosca e Madama Butterfly, che andranno in scena rispettivamente il 6 e il 14 agosto, e l’8 e il 21 agosto.

“Nella Madama Butterfly, fondata proprio sul senso di tragicità della lontananza – racconta Battistelli – sono gli alberi e gli elementi della vegetazione a creare una distanza fisica fra le persone, simboleggiando nel contempo un senso di allontanamento sempre maggiore dell’uomo dalla natura. E poi ancora la presenza del coro a bocca chiusa, che crea un’ulteriore suggestione di distanziamento, resa ancora più evocativa dal fatto che i coristi sono dotati di mascherina. Nella Tosca invece è l’elemento dell’oscurità a segnare le distanze: il bacio fra Tosca e Mario Cavaradossi, così come l’uccisione del malefico Scarpia, sono scene che avvengono al buio e vengono solamente intuite dal pubblico; il senso del mistero dovuto all’oscurità ne esalta la drammaticità”.

Un’edizione difficile, quella del 2020, per la cui preparazione il desiderio di rinascita ha prevalso sull’incertezza e le continue oscillazioni del virus perché, precisa Battistelli “il teatro e l’arte in genere devono costituire uno stimolo positivo per la collettività, e non rimanere troppo a lungo ai margini del panorama culturale, condannando all’inattività e alla cassa integrazione tutte le professionalità legate al mondo del teatro, ma soprattutto privando di un’occasione di piacere e svago un pubblico affezionato che ha continuato a seguirci anche nei mesi di inattività”.

Un messaggio culturale di apertura e di fiducia nel futuro che è possibile solo attraverso una risorsa che è anche il messaggio chiave del Festival, che vuole essere anche un invito esteso alla politica: la “creatività”.

“Bisogna far capire ai governanti – conclude il direttore artistico – che l’arte è in grado non soltanto di produrre un indotto economico, ma anche di fornire un nutrimento spirituale, che per gli esseri umani non è meno importante di quello materiale. La musica, l’arte, conducono in una dimensione altra che è quella del bello, della sensibilità. Il bello crea, il bello cura, mentre il brutto distrugge. In questo senso l’arte svolge un’importante funzione sociale di crescita individuale e collettiva”. Un appello che si estende anche alla futura gestione degli allestimenti nei teatri al chiuso, per i quali secondo Battistelli sarà necessario uscire dalla “dittatura del numero” e cercare delle proporzioni vantaggiose tra i costi delle produzioni e le previsioni degli incassi, a seconda delle diverse realtà.

Una sfida coraggiosa e tenace alle paure e alle incertezze del post lockdown, resa possibile, col sostegno dell’Amministrazione Comunale di Viareggio e la governance della Fondazione Festival Pucciniano, da una gestione organizzativa competente e attenta alle esigenze degli artisti, delle maestranze e del pubblico. Una produzione interamente di scuola italiana, nata in seno all’ottima fucina artistica che è il Festival pucciniano, quella che andrà in scena stasera non solo dal vivo nella Cittadella del Carnevale di Viareggio, ma che sarà anche fruibile online in streaming e on demand gratuitamente in tutto il mondo a partire dalle ore 21.15.

1 thought on “IL FESTIVAL PUCCINI RIPARTE ALL’INSEGNA DI COMPETENZA E CREATIVITA’

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