Articolo di Sirena di Martino
Lungo i corridoi tappezzati di rosso si muovono veloci i graziosi piedi decorati che spuntano dai lunghi manti neri, le abaya. I veli leggeri sul capo dischiudono occhioni da cerbiatto dipinti ad arte dalle sapienti maestre del fascino del mistero. Si dirigono verso la stanza sigillata, fonte di curiosità per ogni passante, ma nella quale solo poche elette possono entrare. Solo donne sono ammesse, e nessun uomo, neanche tra i camerieri e gli inservienti. Fuori la luna è già alta e scintilla sulla baia del golfo del Qatar.
Doha si staglia su un cielo violaceo con i suoi grattacieli, il museo sul mare simbolo della città, e la sagoma a spirale della torre di Al Fanar. Dopo ore, giorni di preparativi, si dirigono verso la loro festa, questa sera sarà la loro sera. Sono le ragazze qatarine che si affrettano a raggiungere la orus, la festa di matrimonio. Quando l’ultima di loro entra, la porta è chiusa, e nessuno potrà mai deliziarsi gli occhi dello spettacolo dei loro abiti colorati, dei lunghi capelli di seta che scivolano sulla schiena e del maquillage minuzioso di un gusto a noi lontano ma solcato da grande fascino. Mi è stato concesso entrare in questa stanza grazie a una cameriera filippina che mi ha presa per mano e trascinata nella sala da ballo, i miei occhi non avevano mai visto tanti colori e tanti addobbi, letteralmente stregati di fronte a tale spettacolo. Durante questa festa nessuna di loro indossa il velo o l’abaya dato che non c’è alcuna presenza maschile e ho il privilegio di osservare una delle rare occasioni in cui decine di ragazze qatarine hano indosso un diverso vestimento che non sia l’abaya.
La sposa sede dinanzi a tutte su un trono, cosi adornata che fa quasi difficoltà a muoversi. Adagiata come una regina, in un abito elaborato di raso e tulle, osserva compiaciuta le altre donne che danzano nel vortice di ritmi incalzanti. Decine, centinaia di ragazze, l’invito è esteso non solo ad amiche e parenti ma anche a conoscenti che portano altre amiche da tutto il paese e anche dall’estero. La sposa volge verso di me il suo sguardo e sorride, io le rispondo con una nota di imbarazzo.
Nello stesso momento gli uomini delle due famiglie degli sposi si stanno incontrando da un’altra parte della città, dove svolgono in una tenda un diverso rituale del matrimonio: tè, shisha, danze beduine con la sciabola, canti tribali. Le celebrazioni del matrimonio in questa parte del mondo vedono la sfera femminile e quella maschile separate, e solo alla fine della festa lo sposo, insieme a un parente della sposa, si recherà da lei per ritornare insieme a casa.
Il matrimonio è un momento sociale centrale nella vita di una famiglia araba, e non per i due sposi in particolare ma per ogni componente della famiglia. Nel mondo mediorientale il rituale e i festeggiamenti sono molto diversi se si confrontano le tradizoni nordafricane con quelle beduine del Golfo.
Tra le tradizione abbastanza diffuse dal Sahara al Golfo Persico c’è la notte della henna (hennè): un rituale che si svolge alcuni giorni prima delle nozze e coinvolge tutte donne dellla famiglia. La sposa, insieme alla madre, sorelle e cugine, invitano presso di loro le donne della famiglia del futuro marito, trascorrendo la serata insieme. Qui in Qatar la sposa indossa un abito verde, con ricami dorati, che richiama le sfumature della henna. Questo colore ha un particolare significato: nel Corano il verde è il colore indossato dalle vergini in Paradiso, inoltre rappresenta l’abbondanza, la fortuna per un nuovo inizio, la sposa veste in verde per mostrare l’inizio della sua nuova vita da coniugata e si augura abbondanza e felicità. Essa siede su un piccolo palco creato per l’occasione, una scenografia le fa da sfondo, perche è la sua cerimonia e dal primo all’ultimo momento sarà lei la protagonista della festa. Siede come una principessa semidistesa su un divano rivestito di tulle e veli, sul quale scendono drappi dal soffitto. Le amiche e le parenti le siedono attorno, è un momento speciale, hanno modo di conversare, conoscersi meglio, intraprendere quel percorso che porterà all’unione delle due famiglie.
Il rituale della henna consiste nella decorazione delle mani e dei piedi con motivi floreali, si tratta di un’arte che le donne arabe hanno sapientemente appreso e tramandano da madre in figlia, e’ una vera e propria tradizione che viene usate spesso dalle donne arabe soprattutto nelle grandi occasioni. Il rituale della henna avviene qualche giorno prima del matrimonio per fare in modo che in quel giorno la colorazione si sia seccata ed abbia acquisito un colore marrone scuro e i disegni siano ben visibili e definiti. La vera festa è quella delle donne: sono state le donne stesse le vere artefici del matrimonio, coloro che proposto l’unione dei due futuri sposi, e che hanno pensato ad ogni dettaglio.
Il matrimonio è stato sapientemente organizzato dalla madre e dalle sorelle dello sposo. Egli, in genere dopo aver concluso gli studi e aver stabilito una situazione economica soddisfacente, ha espresso il desiderio di creare una famiglia, e da questo momemnto scatta il meccanismo dell’organizzazione delle nozze. Egli descrive le caratteristiche della persona che vorrebbe al suo fianco. A volte ha già le idee chiare in mente, altre volte dopo una ricerca certosina tutta al femminile gli viene proposta una ragazza, che gli viene mostrata in foto. Se è convinto, deciderà di fare il grande passo andandosi a presentare con suo padre o con un suo fratello presso gli uomini della famiglia della ragazza. Esiste un vero e proprio rituale per questo momento. Il pretendente siede presso la sala di ricevimento della famiglia della ragazza e incontra il padre, i fratelli, e in alcuni casi anche altri parenti vicini, zii, cugini. Il membro piu anziano della famiglia, colui al quale è attribuita la facoltà di decisione, gli offre il tipico caffè al cardamomo.
Il pretendente rifiuta la bevanda, e questo gesto ha un choaro significato: egli si è presentato per un motivo specifico, e non berrà prima che si ottenga un’ accordo con il padrone di casa. E’ invitato ad esporre la questione e viene cosi presentata la volontà di prendere in moglie una delle ragazze della famiglia. Tutti i presenti si adoperano a conoscerlo meglio per investigare sulla sua personalità ed assiucurarsi che sia una persona con buoni valori, con determinate caratteristiche e che venga da una buona famiglia. La ragazza da lontano puo vedere il suo pretendente, puo’ anche avvicinarsi per versare il caffè al solo scopo di fare in modo di vedersi piuà da vicino, e qualora sia interessata, la madre esprime un segnale positivo. Finalmemte potranno conoscersi nella casa della futura sposa, ma sempre al cospetto dei familiari e mai da soli. Nel secondo incontro si deciderà se la decisione di convolare a nozze è definitiva! Di lì a breve, da una settimana a un mese, ci saranno i festeggiamenti del matrimonio.
Questo concetto di matrimonio “organizzato” è estraneo alla cultura occidentale, e spesso giudicato in toni negativi. E’ parte integrante della cultura beduina e le ragazze sono ben felici ed emozionate quando ricevono una proposta di matrimonio, davanti a loro una nuova vita, un nuovo universo. Molte di loro considerano il matrimonio l’inizio della “vera vita” e spendono tutta la fanciullezza nel sognare e fantasticare questo giorno. Non sono obbligate a sposarsi, se non trovano la persona adatta a loro, hanno la piena facoltà di rinunciarvi, e anche quando il matrimonio è stato contratto, il divorzio è una pratica riconosciuta nella religione islamica.
Altra caratteristica spesso controversa e discussa è la poligamia, ancora praticata nei paesi del Golfo, ma destinata a scomparire. Oggigiorno la percentuale di uomini che decidono di sposare piu di una donna è diminuita drasticamente, in Qatar la popolazione locale è a stretto contatto con la cultura occidentale e probabilmente anche per questo motivo si tende ad abbandonare antiche tradizioni non piu compatibili con la modernità. Tuttavia, gli uomini che decidono di avere una seconda moglie, devono ottenere un permesso scritto da parte della prima che deve essere conseziente al secondo matrimonio. Secondo la tradizione un uomo puo avere un massimo di quattro mogli, ma a condizione che fornisca a tutte dello steso trattamento, senza preferenze, ad ognuna di esse spetta una casa e cosi via, e proprio per questo,se si chiede agli uomini qatarini come mai non decidono di avere piu di una moglie, sdrammatizzano dicendo che… sarebbe troppo costoso!