Era il 2018 quando abbiamo potuto riascoltare, in una veste rinnovata, nel The Very Best Of – Volume 1, alcuni brani cult tratti dalle colonne sonore scritte da Claudio Simonetti’s Goblin come Profondo Rosso, Suspiria, Phenomena, Dèmoni, Il Cartaio, Zombi/Dawn Of The Dead e molti altri. Dopo l’album di inediti The Devil Is Back, uscito nel 2020, nel settembre 2021 vede la luce The Very Best Of – Volume 2, prodotto da Simonetti per la sua etichetta Deep Red: una nuova raccolta che contiene brani altrettanto celebri. Dopo aver ricevuto, nel settembre scorso, al Teatro Piccinni di Bari, il Premio “Nino Rota” insieme a Pino Donaggio, Claudio Simonetti si racconta a Mediterranea.
Quali brani ha scelto per il secondo “The Best Of”?
“Ho scelto altri brani famosi quali Opera, Non ho Sonno, Gamma (brano di mio padre Enrico del 1978 che ci tolse il primo posto nella famosa Hit Parade di Lelio Luttazzi, dove siamo stati per ben 15 settimane al primo posto con Profondo Rosso) e due brani tratti da mie colonne sonore quali Cut And Run (dal film Inferno in diretta di Ruggero Deodato) e Hands Of Steel (dal film Vendetta Dal Futuro di Sergio Martino). In aggiunta due brani storici dei Goblin: Roller e Aquaman e due cover di brani famosi tratti da due film Horror di grande successo: Halloween di John Carpenter e Tubular Bells di Mike Oldfield da L’Esorcista, tutti con nuovi arrangiamenti”.
La formazione è la stessa del primo album?
“È la stessa tranne il chitarrista Bruno Previtali, che è stato sostituito da Daniele Amador. Gli altri musicisti, oltre a me alle tastiere, sono Cecilia Nappo al basso e Federico Maragoni alla batteria”.
È prevista anche una tournée dal vivo ora che è di nuovo possibile? Del resto i suoi brani sono entrati nel DNA culturale collettivo e mandano in visibilio, nei live, un pubblico trasversale e di ogni età…
“Abbiamo ripreso i concerti live questa estate facendo alcune date in Italia, ma il vero tour lo faremo a Dicembre, un tour Europeo, che toccherà città come Parigi, Berlino, Londra, Zurigo, Vienna, Praga e tante altre. A Febbraio del 2022 faremo un tour in Nord Europa, Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca per poi andare a San Pietroburgo e Mosca. Inoltre parteciperemo, insieme a Le Orme (saremo gli unici due gruppi italiani del festival) al Cruise To The Edge, un mega festival rock prog organizzato dalla storica band inglese degli Yes, che si svolgerà su una nave in crociera nel mare dei Caraibi al quale parteciperanno gruppi storici quali i Marillion, Transatlantic, Alan Parsons e Al Di Meola, dal 2 al 7 maggio 2020”.
https://cruisetotheedge.com/the-bands/
Il suo lockdown è stato produttivo? Come ha vissuto artisticamente il periodo di reclusione pandemica?
“Durante il lockdown non ho avuto molta voglia di creare nuove cose anche se avrei avuto il tempo per farlo. Mi sono sentito molto demotivato anche per il fatto di aver dovuto annullare i vari concerti, compreso il tour americano e giapponese, che faccio ogni anno. Però ho fatto molte dirette suonando dal vivo su Facebook e Instagram dal mio studio a casa, un modo per stare in contatto con gli amici e fan e raggiungere persone che non avrei mai incontrato se non fosse stato per il lockdown”.
È favorevole al permanere dello streaming e delle esperienze e collaborazioni musicali online nelle consuetudini artistiche del futuro?
“Sì e no, ogni tanto si può fare, ma preferisco che la gente si senta di dover uscire da casa per andare ai concerti e scrollarsi di dosso l’apatia accumulata nell’ultimo anno di clausura”.
Nel settembre scorso ha ricevuto il prestigioso Premio “Nino Rota” insieme a Pino Donaggio. Come ha vissuto questa esperienza?
“Mi ha naturalmente fatto molto piacere, anche perché ho sempre considerato Nino Rota uno degli autori più grandi e prestigiosi della musica italiana, e quindi mi sono sentito molto onorato per questo premio alla carriera che ho preso insieme ad un altro grande autore come Pino Donaggio. È stata una gran bella serata al Teatro Piccinni di Bari, dove ho anche fatto un bel concerto con il gruppo”.
A proposito della sua carriera, ha vissuto la sua affermazione personale in maniera parallela rispetto al successo dei Goblin o si sente inscindibilmente legato alla band, che pur rappresenta una proiezione della sua creatività?
“Ai Goblin e a Dario Argento devo molto, naturalmente. Grazie anche al successo avuto con loro ho poi potuto continuare la mia carriera da solista come produttore discografico e autore di molte altre colonne sonore con registi quali Ruggero Deodato, Lamberto Bava, Sergio Martino, Lucio Fulci, Salvatore Samperi, Castellano e Pipolo, e poi tutto il mio periodo dedicato alla musica dance degli anni ’80 (Easy Going, Vivien Vee, Kasso, Capricorn e Gioca Jouer con Claudio Cecchetto) e molti programmi televisivi con Pippo Baudo, Giancarlo Magalli e tanti altri. Sono comunque legato molto al cinema e, anche se ho fatto molti film con Dario Argento come solista, ho chiamato il mio gruppo Claudio Simonetti’s Goblin, proprio per identificare le mie origini e alla popolarità del mio nome legato alla storica band”.
Dopo la promozione del nuovo cd ha in serbo altri progetti per i fan dei Goblin sparsi in tutto il mondo?
“Naturalmente continuerò a fare concerti ma lavorerò soprattutto ad un un nuovo album di inediti con la band e non escludo anche un mio album da solista”.