Un'illustrazione di Manuele Mureddu
Share

L’attualità dell’illustrazione raccontata nelle tavole di Manuele Mureddu.

Un salto in epoche mai vissute ma ben radicate nella memoria è ciò che si può vedere nei disegni e nei progetti del giovane illustratore nuorese con una tangibile e sicura passione per il medioevo.

Racconta Manuele, “la storia del genere umano offre numerose chiavi di lettura, in Sardegna come altrove è una guerra al mutamento, un mutamento alchemico, uno stato d’elevazione. Gli affreschi di Galtellì, ti guardano con l’unica ottica che possiedono, eppure a te nonostante abbia solo due occhi appaiono sempre diversi, persi nel lasciarsi alle spalle una discendenza bizantina per rilucere nelle spade giudicali. Raramente sento parlare di Medioevo Sardo, è una storia che non risparmia e lascia intravedere ferite nonostante tutto, ancora aperte. Raccontare il medioevo implica una “costrizione” a cui non necessariamente tutti vogliono sottrarsi. Racconto di una terra al centro più trafficato del mondo, dove i sudditi sono cittadini e non carne da macello, dove i regnanti trattano con papi e imperatori, dove una nazione di uomini convinti delle proprie azioni ingaggia per oltre un secolo una battaglia all’ultimo sangue con la più importante potenza dell’Europa mediterranea, la Catalogna. Racconto di Regine che piangono e di regine che guidano eserciti”.

Questo è il viaggio che si intraprende osservando le tavole di Manuele.

Mureddu illustra le sue scelte non solo con il segno, ma rinfrescando la memoria con una breve lezione di storia dell’immagine e identificazione artistica. Essenziale per comprendere come il medioevo influenzi così tanto le scelte stilistiche e l’approccio con l’illustrazione.

“Il medioevo influenza il mio segno. Un segno nel segno. Lo studio della storia dell’arte, la storia delle opere, degli artisti che le hanno prodotte è fondamentale. La domanda in gioventù fu spontanea: e in Sardegna?

La Sardegna Giudicale fu per me una grande scoperta, un’esperienza totalmente originale nel mondo, con delle parentele che la rendevano contemporaneamente sorella ad altre nazioni ma allo stesso tempo unica. La maggior parte dell’arte giudicale a noi rimasta è architettonica, resta qualche ottimo affresco, due o tre dipinti, statue e miniature. La damnatio memoriae catalana, l’invasore che privò la Sardegna della propria indipendenza alla metà del 1400, scese come una mannaia sulle opere dell’epoca, lasciandoci pochissimo e, in alcuni casi, come la poesia, nulla. In quel momento, che prelude gli anni bui per la Sardegna, anni di feudalesimo, parte dall’antica Cagliari una nuova scuola artistica, ispirata dai modelli catalani ma che ben presto assumerà dei propri caratteri di personali. Il retablo diventa la nuova maniera di dipingere. Ora, cosa c’entra tutto questo con me?”.

Continua Mureddu

“L’immagine in Sardegna, come in parte dell’Europa, è di concezione bizantina, iconica. Questa idea è ampiamente riscontrabile nei retabli propriamente sardi, nelle miniature, negli affreschi medievali e anche nelle esperienze successive o parallele, come l’artigianato. Non ultima l’illustrazione sarda dei primi del ‘900. Il mio segno non ha uno slancio verso il dinamismo, ma verso il simbolo. Un po’ il contrasto tra la Grecia del Laoconte e quella ortodossa delle Icone. Quando racconto, vivo le tavole come esperienze grafiche che lascino passare il simbolo, che siano evocative negli spigoli, nei graffi. A volte, come nel caso di queste immagini l’influenza è resa chiara dal soggetto, che è appunto medievale, ma cerco di mantenere questo appoggio anche quando affronto altri periodi o altre ambientazioni”…

Mureddu offre, quindi, un linguaggio identificabile e comprensibile a tutti, mescolando nozioni di storia, arte e architettura atto a mostrare in chiave moderna una terra tra le più antiche del mondo.

Seguono così abitanti nei villaggi, spesso esenti da cornici, ma carichi di particolari. Spesso rielaborati in forma di predella occidentale quasi a richiamare le strutture tipiche dell’illustrazione medievale. Torri, simboli del potere, gironi infernali, suonatori di trombe, e il popolo affamato…

Il turno poi dei pirati mediorientali dove la predella si trasforma in motivi arabi. Gli abiti, i baffi arguti partecipano nel racconto delle emozioni… e le Regine noi sappiamo bene chi fu Eleonora, giudicessa e ultima audace reggente di uno Stato sardo autonomo.

Manuele Mureddu (Manuelle) è autore di fumetti, illustra, scrive libri e pubblica con continuità storie scritte e disegnate in sardo. Sviscera nella forma, ricreando e modellando i miti nuragici giudicali e contemporanei della Sardegna.

Tiene con regolarità convegni e lezioni di storia dell’immagine e identificazione artistica. Lavora e vive a Nuoro.

Contact: http://mureddu-art.blogspot.it

Leave a comment.