Articolo di Paola Cassaro
Cagliari (ITALIA)
Il giorno dieci gennaio 2010, si è tenuta presso la sala congressi della fiera di Cagliari, mentre a Rosarno esplode la violenza tra residenti e immigrati extracomunitari, la festa dell’accoglienza “Benvenuto fratello”, organizzata dalla Caritas.
Alla manifestazione sono state coinvolte più di centocinquanta associazioni cittadine, tutte le autorità e le organizzazioni cattoliche e di volontariato che si sono impegnate ad invitare gli extracomunitari presenti nel territorio.
In previsione della manifestazione è stato bandito il concorso, “Un mondo a colori”, in collaborazione con l’ufficio scuola dell’IRC, dove sono stati invitate tutte le scuole di ogni ordine e grado cittadino, per sensibilizzare e riflettere sui temi dell’accoglienza e integrazione di ogni fratello straniero, durante la manifestazione sono stati premiati diversi studenti.
L’obiettivo della manifestazione, l’integrazione degli stranieri, non solo nella società, ma anche nel culto.
Ne è risultata un’assemblea di circa 2000 persone, riunite nei locali della Fiera di Cagliari, erano rappresentate quarantacinque nazioni. Fin dall’inizio si è creato un clima di festa e allegria, una moltitudine di interventi di canti e colori hanno riempito l’anima e il cuore degli intervenuti.
La giornata si apre con la musica e le parole di “We are the world”, sul palco, bianchi, neri e gialli, giovani e anziani, cristiani e musulmani, lanciano un messaggio chiaro: l’integrazione è conoscenza perché il più delle volte si ha paura degli “altri”perché non lì si conosce.
Significativo è stato il discorso di Monsignor Mani, ha manifestato i veri sentimenti dei sardi nei confronti dei fratelli che vengono da lontano. Ha messo anche in evidenza le risposte delle indagini sinodali dove è scaturito che il settantacinque per cento è favorevole a mettere a disposizione dei fratelli delle altre confessioni i propri luoghi di culto, mentre il venticinque per cento auspica in un’integrazione tale da pregare insieme, un vero e proprio ecumenismo.
Dopo il saluto delle diverse autorità politiche e sociali presenti, il vero raggio di sole, in una giornata cupa e grigia non solo dal punto di vista meteorologico ma anche sociale dopo gli avvenimenti che hanno colpito il nostro Paese, nella regione Calabria, sono stati i saluti e le testimonianze dei vari rappresentanti delle varie Nazioni.
Alle ore 13.30 circa è stato offerto a tutti i presenti, un pranzo comunitario, a base di tre alimenti che rappresentavano i diversi popoli (riso, malloreddus, cous cous), tutto il pomeriggio fino alle ore 18 è stato animato da canti e balli delle diverse etnie.
La riuscita dell’evento è certo frutto di efficienza e sapienti scelte organizzative della Caritas, con la collaborazione delle varie associazioni di volontariato presenti nel territorio, il tutto si è svolto all’insegna dell’armonia, cortesia e attenzione verso il prossimo. Non resta che augurarsi che sia la prima di tante analoghe e importanti occasioni di incontro e festa, per favorire sempre più l’integrazione tra popoli e religioni.