Guarire dalla disabilità guardando il mondo dall’alto di una sella? Sicuramente è possibile, e quando non si può lasciare completamente alle spalle il male, si può senz’altro migliorare sensibilmente la qualità della vita di chi porta con sé una menomazione, fisica o psichica che sia.La Riabilitazione Equestre è un’attività i cui benefici effetti sono conosciuti fin dai tempi di Ippocrate, che la consigliava per lenire l’ansia e l’insonnia; oggi è una pratica diffusa in tutto il mondo (all’estero è nota come “therapeutic riding”), e anche in Sardegna si sta affermando: lo testimonia la recente apertura di un Centro affiliato all’ANIRE (Associazione Nazionale Italiana Riabilitazione Equestre), l’Ente che in Italia si occupa da più tempo di questa disciplina: è stato infatti fondato nel 1978.
Il Centro di Riabilitazione Equestre “Rosella”, in località Poggio dei Pini presso Capoterra, fa capo alla dott.ssa Raffaella Spanedda, medico veterinario e appassionata di cavalli, che ha voluto unire le sue conoscenze sul mondo degli animali al desiderio di migliorare la vita degli altri, nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti. La seduta di Riabilitazione Equestre è un dialogo a quattro tra operatore, ausiliario, disabile e cavallo, che lavorano in armonia per ottenere un beneficio concreto.
Le sedute offrono vantaggi nei casi di disabilità neuromotorie, come paraplegie, emiplegie, sindromi spastiche, atassiche e distoniche, in cui il cavallo rappresenta uno strumento di fisioterapia animato. Il suo movimento permette di ottenere contemporaneamente due importanti risultati: la rottura degli schemi patologici e la regolazione del tono muscolare, con il valore aggiunto dell’essere al di fuori di un ambiente medicalizzato; circondate dalla natura e coinvolte dal rapporto con l’animale, le persone non si rendono conto che stanno facendo terapia e non si annoiano mai.
Numerosi sono i benefìci anche per chi soffre di sindrome di Down, disturbi dello spettro autistico, ritardo mentale o disturbi comportamentali e cognitivi: il cavallo funge da mediatore della relazione, interagendo con la persona senza domandare e senza giudicare, e per questo di solito riesce ad accattivarsi la sua attenzione. In conseguenza di ciò, il paziente sarà poi più propenso a entrare in relazione anche con i propri simili; inoltre l’andatura dondolante del passo funge da ansiolitico e da regolatore del tono dell’umore. È esperienza di tutti che il contatto con l’animale e con la natura induca rilassamento, buon umore e aumento dell’autostima e della concentrazione.
Tutti a cavallo dunque, per ritrovare il benessere psicofisico! Affidandosi a persone qualificate, che stringono un’alleanza terapeutica con l’équipe medica di riferimento, con la famiglia e con l’utente stesso, si può accedere a una forma di riabilitazione globale che giova all’individuo nella sua interezza, facendogli compiere significativi progressi.
Mediterranea ha dedicato un intero numero al tema della disabilità https://www.mediterraneaonline.eu/num/numero-12014