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Vescovi e sindaci insieme per rafforzare il ruolo di pace nel Mediterraneo. Giuseppe Baturi (Vicepresidente CEI): “I diversi patrimoni culturali e religiosi devono ritrovarsi in un patrimonio condiviso”. Paolo Truzzu (Sindaco di Cagliari): “L’incontro è il valore assoluto del Mediterraneo”

CAGLIARI – Un ruolo di pace per il Mediterraneo. Mai come questo momento storico, a una settimana dagli eventi drammatici in Israele, serve riconsiderare questo spazio geografico come un luogo di incontro, di scambio, di riconoscimento reciproco. Un patrimonio comune che è alla base dei valori contenuti nella Carta di Firenze che il 26 febbraio del 2022 è stata sottoscritta al termine del convegno dei vescovi del Mediterraneo e del forum dei sindaci. La Carta è stata oggetto di un importante momento di riflessione in apertura della terza giornata di Sardegna Mediterranea – l’Isola del Genio e dell’Ingegno, la manifestazione promossa dalla Fondazione Mont’e Prama insieme alla Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine. Ne hanno discusso il vescovo di Cagliari e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana monsignor Giuseppe Baturi, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, il primo cittadino di Catania Enrico Trantino e il filosofo Silvano Tagliagambe.  

Nella sua introduzione Silvano Tagliagambe ha affermato che “recuperare la coscienza mediterranea significa innanzitutto capire il significato più profondo del nostro passato” e del resto i valori che stanno alla base della Carta di Firenze “sono valori universali che vanno ben oltre la contingenza ed esprimono una visione di lungo periodo”.

Monsignor Giuseppe Baturi, dal suo canto, ha ricordato come le coordinate geografiche, intese come il contesto in cui nascono gli uomini, non sono indifferenti: “Ecco perché i patrimoni culturali e religiosi diversi devono ritrovarsi in un patrimonio condiviso, come del quello Mediterraneo, in cui ci si può rivolgere all’altro riconoscendolo come un bene”. Tra gli aspetti della Carta che il vicepresidente della CEI ha evidenziato ci sono lo sviluppo dei programmi per i giovani delle università e delle scuole e una nuova definizione delle politiche migratorie.

Il sindaco di Catania, Enrico Trantino, ha parlato di sostenibilità dei flussi migratori: “Il ruolo che l’accoglienza deve avere è assicurare ai fratelli che arrivano da contesti difficili gli stessi diritti e la stessa qualità della vita degli abitanti delle nostre città. Oggi, come vediamo dai fatti drammatici di questi giorni, il Mediterraneo è un’area di forte crisi”.

Gli ha fatto eco Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, che ha parlato di diversità e di incontro come valori unici del Mediterraneo: “Del resto – ha detto – la storia del Mare Nostrum è una storia di convivenza, di confronto, di incontro di civiltà e di scambi commerciali. Cagliari, come vediamo in alcuni quartieri storici, malgrado le difficoltà, è una città che sperimenta modelli di convivenza tra le diverse culture del Mediterraneo”.  La Carta di Firenze, sotto questo profilo, indica la necessità “di sviluppare maggiori opportunità di dialogo e di incontro costruttivo tra le diverse tradizioni culturali e religiose presenti nelle nostre comunità, al fine di rafforzare i legami di fraternità che esistono nella nostra regione”. 

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