Mais arlecchino @Copyright Ines Macchiarola
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Nel corso di una riunione straordinaria dei ministri dell’agricoltura tenuta in videoconferenza il 2 marzo scorso, è stato discusso del rischio di pressioni significative sul settore agricolo e agroalimentare derivanti dall’invasione dell’Ucraina. Scopo della riunione è stato “condividere le informazioni iniziali e le previsioni sull’offerta e i prezzi, individuare le questioni che richiedono una particolare vigilanza e prendere in considerazione misure che potrebbero essere adottate sia a livello interno che in termini di cooperazione internazionale.” E’ quanto si apprende dalle comunicazioni ufficiali del Consiglio della Ue. In particolare, i ministri hanno sottolineato la necessità di garantire un approvvigionamento alimentare adeguato per la popolazione ucraina per valutare le azioni necessarie a monitorare l’evoluzione del mercato, l’approvvigionamento di mangimi per animali, oltre che le variazioni dei prezzi dell’energia e dei fertilizzanti.


Dopo le dichiarazioni ministeriali, il commissario europeo per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski ha espresso l’intenzione di attivare gli strumenti di monitoraggio delle crisi, in particolare il meccanismo europeo di preparazione e risposta alle crisi della sicurezza dell’approvvigionamento alimentare istituito dalla Commissione, e il gruppo di lavoro ad alto livello sul settore delle carni suine annunciato nella sessione del Consiglio del 21 febbraio. In aggiunta, verrà presa in considerazione anche l’introduzione di misure eccezionali nel quadro del regolamento sull’organizzazione comune dei mercati (OCM) destinate ai settori maggiormente colpiti dall’aumento dei costi di produzione. Un passaggio di rilevante importanza ha riguardato la volontà di adottare misure volte a garantire e liberare la capacità produttiva europea nel 2022, utilizzando terreni a riposo per colture proteiche. Tutte queste misure verranno discusse il prossimo 21 marzo in occasione del Consiglio “Agricoltura e pesca” riunito dal comitato speciale Agricoltura.

Alcuni Stati membri hanno inoltre chiesto di mettere in atto quanto prima una strategia e una serie di strumenti a più lungo termine per migliorare la resilienza e la sovranità alimentare dell’UE, e di integrare la sovranità alimentare nella politica agricola dell’UE. È stata prestata attenzione anche alla sicurezza alimentare nel Mediterraneo e nei paesi più vulnerabili. A tale riguardo, i ministri hanno sottolineato l’importanza di mobilitare tutti i consessi internazionali pertinenti, tra cui l’OCSE, il G20, il G7 e la FAO, per analizzare la questione ed esaminare risposte a breve e medio termine. I ministri hanno osservato in particolare che la prossima riunione del forum di risposta rapida dell’AMIS, un osservatorio del mercato istituito dal G20 nel 2011, fornirà un quadro della situazione. Le tensioni internazionali probabilmente imporranno alcune correzioni, ma senza stravolgere gli obiettivi espressi dagli stessi ministri nel corso del Consiglio “Agricoltura e Pesca” del 21 febbraio scorso. La riunione è stata occasione di confronto sulle modalità con cui rafforzare la coerenza tra il Green Deal, la politica agricola comune (PAC) e la politica commerciale per sostenere la transizione verso sistemi alimentari sostenibili. A tre giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina, tra i temi all’ordine del giorno largo spazio è stato dato alla situazione del mercato dei prodotti agricoli. Nel corso del dibattito gli Stati membri hanno espresso una serie di preoccupazioni, in particolare l’impatto sull’agricoltura dell’aumento dei prezzi dell’energia, dei fertilizzanti e dei mangimi. A tal fine, è stato prodotto un documento dove sono stati sintetizzati i dati più recenti, inclusa una breve descrizione della situazione di due settori che richiedono altrettanta attenzione, come cereali e gli ortofrutta.

Il focus del documento stilato utilizzando le serie di dati della Banca mondiale sui prezzi dei prodotti di base per il mese di febbraio

I costi dell’energia, è un aspetto che continua a destare notevole preoccupazione. Nel gennaio 2022 i prezzi medi mondiali dei prodotti energetici, come il petrolio greggio e il gas naturale, sono rimasti a livelli molto elevati. 3. Rispetto all’ultimo trimestre del 2020, quando i prezzi del petrolio erano piuttosto bassi, il costo del greggio è aumentato di oltre il 90 % e, in particolare, si è registrato un ulteriore aumento di circa il 15 % rispetto al dicembre 2021, arrivando livelli non più raggiunti dal 2014. 4. Anche il costo del gas naturale è rimasto molto elevato all’inizio del 2022. I prezzi europei si sono assestati a un livello del 379 % superiore rispetto all’ultimo trimestre del 2020, vale a dire un aumento di oltre quattro volte superiore a quello del petrolio greggio. Tuttavia, è importante notare che nel gennaio 2022 i prezzi sono diminuiti del 26 % rispetto a quelli del mese precedente, quando avevano raggiunto un picco del 544 % superiore alla media dell’ultimo trimestre del 2020. Resta da vedere se questo calo proseguirà o si stabilizzerà, tenuto conto delle incertezze circa l’andamento della domanda e dell’offerta.

Per quanto riguarda i costi dei concimi, la situazione è caratterizzata da un aumento dei prezzi mondiali. Nel gennaio 2022 i prezzi della maggior parte dei concimi sono rimasti considerevolmente più elevati rispetto all’ultimo trimestre del 2020. In particolare, i prezzi dell’urea, un concime azotato solido per la produzione del quale il gas costituisce un importante fattore di produzione, erano del 245% superiori a quelli dell’ultimo trimestre del 2020. I prezzi della fosforite sono aumentati del 111%. 6. È tuttavia incoraggiante rilevare un modesto calo dei prezzi dei concimi rispetto al dicembre 2021. Dai dati presentati nella tabella allegata emerge che il picco potrebbe essere stato raggiunto alla fine del 2021, ma questo resta da vedere.

La situazione del mercato dei cereali, anche se nel 2021/22 la produzione mondiale di frumento ha raggiunto un livello record (+0,1 % sui dodici mesi), l’offerta è piuttosto contenuta, soprattutto per i tipi di frumento di qualità pregiata. Le variazioni dei prezzi sono piuttosto frenetiche, mentre la domanda mondiale è forte. I prezzi di riferimento all’esportazione del frumento sono aumentati di circa il 10-20 % rispetto a un anno fa, per quanto di recente siano diminuiti moderatamente per l’UE e la regione del Mar Nero. Anche la produzione di granturco è stimata a un livello record (+7,3 % sui dodici mesi) e l’offerta è considerata più abbondante che per il frumento. Tuttavia, manca ancora qualche mese ai raccolti in America del Sud, dove le condizioni di crescita calde e secche hanno ridotto le prospettive di raccolto. Il peggioramento delle prospettive in Argentina e Brasile ha fatto aumentare i prezzi del granturco del 5-7 % circa nel corso del mese scorso. Le condizioni di crescita sfavorevoli in America del Sud destano preoccupazione per la produzione di semi di soia. Di recente, importanti previsioni hanno ridotto drasticamente le proiezioni (-0,7 % sui dodici mesi) per tenere conto della riduzione prevista dei raccolti in Argentina, Brasile e Paraguay. I prezzi hanno continuato ad aumentare e sono ora superiori di circa il 15-20 % sui dodici mesi.

Nel settore ortofrutticolo, desta qualche preoccupazione l’impatto del recente divieto introdotto dalla Bielorussia, tenuto conto del raccolto relativamente elevato di mele registrato nell’UE quest’anno. Non sono ancora disponibili statistiche commerciali ufficiali per il mese di gennaio 2022, ma le prime indicazioni sul volume delle esportazioni verso la Bielorussia dei principali prodotti identificati sono, per le mele, un volume totale stimato di 1k tonnellate nel gennaio 2022 (rispetto a 15k tonnellate nel gennaio 2021) e, per le pere, di 8k tonnellate (rispetto a 14k tonnellate nel gennaio 2021). Relativamente alle mele, i primi dati forniti dal settore polacco delle mele per il mese di gennaio non mostrano esportazioni verso la Bielorussia, con un parziale riposizionamento verso l’Egitto e una diminuzione complessiva delle esportazioni totali pari a 7k tonnellate. I prezzi delle mele in Polonia hanno registrato un lieve miglioramento in gennaio (32 centesimi di EUR al kg, il 4 % in più rispetto alla media su 5 anni), ma la situazione del mercato è fragile, tenuto conto delle ingenti scorte di mele in Polonia, dei prezzi elevati dell’energia e di un andamento storico dei prezzi caratterizzato da una volatilità relativamente importante.

Fonte: Consiglio Agricoltura e Pesca” dei ministri dell’Agricoltura del 21/02/2022; Riunione informale dei ministri dell’Agricoltura del 2/03/20221 – https://www.consilium.europa.eu/

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