La modernità e l’antico si scontrano a Marrakech, tra il puzzo per l’assenza di tubature collaudate e norme igieniche, gli asini da soma e i tubi di scappamento di motorini privi di targa, i voli Ryanair e i villaggi turistici a cinque stelle.
La verdura e le spezie vengono vendute nel mezzo della Medina su carretti improvvisati, tappeti o tavolini sgangherati. Ovunque è possibile vedere antichi rimedi berberi contrattati insieme alla coca cola, marchio onnipresente anche negli sperduti villaggi sulla strada per Essaouria. I kaftani indossati da uomini e donne quasi stonano sulle nike importate dagli Usa, così come le magliette dei club di football europei. E’ una continua lotta tra antico e moderno, che pare non riescano a trovare la giusta collocazione. Marrakech è così, un impatto forte di contraddizioni. Il racconto didascalico di come la tecnologia cambia radicalmente la vita di un popolo, la indirizza, lo conquista fino a snaturarlo delle sue tradizioni, per poi fargliele recuperare sotto forma di pacchetto turistico da promuovere al miglior offerente. E così è possibile incontrare uomini e donne di tutte le età correre in motorino o in auto lungo i viali sconnessi senza preoccuparsi affatto delle precedenze. I mezzi di trasporto che l’Europa ha gradualmente smesso per l’eccessivo impatto ambientale qui viaggiano di continuo per il basso costo del carburante. Un importante segno di riconoscimento, un icona per sentirsi al passo con i tempi. E tale è il valore che si attribuisce ad auto e scooter che quasi da nessuna parte esistono semafori per i pedoni o strisce di attraversamento. Le auto prima di tutto, la tecnologia per poter emergere, l’imperativo per andare avanti e uscire dalla sudditanza occidentale. Ma ci vuole tempo perché un intero popolo sfrutti completamente i benefici della modernità, le comodità della tecnologia. E il Marocco rappresenta in pieno quella fase di passaggio; ad Ourika Valley, per esempio, dove in tante abitazioni o bar non esiste il frigorifero e rinfrescano le bibite con l’acqua delle cascate, guidata verso un diffusore da canalette inserite tra i monti; o a Marrakech, dove le antenne satellitari iniziano a colonizzare i tetti dei Riad, ma non ancora tutte le case della Medina hanno il forno. Qui è possibile vedere bambine di otto anni con una teglia di biscotti da infornare sulla testa percorrere a piedi le strette vie del centro per recarsi nella casa già attrezzata di forno elettrico. Ad accoglierla ci saranno le donne di casa sedute attorno alla tv. Fiction, quiz televisivi, concorsi canori sono già un tormentone. La tecnologia moderna – da noi ormai superata quotidianità novecentesca – si espande a macchia d’olio in ogni ambito della realtà marocchina investendo non solo la praticità dei gesti lavorativi ma insediandosi lentamente e inesorabilmente nella cultura e nelle tradizioni. Ecco quindi una donna con il velo quasi integrale e gli occhiali da sole, rispondere freneticamente ad un sms e nascondere il cellulare sotto il kaftano; gruppi di ragazze recarsi al Cyber Park nella Ville Nouvelle di Marrakech e utilizzare le colonne pc, connesse con la tecnologia wireless, per loggarsi su facebook, twitter o msn e mandare messaggi chat al gruppo di ragazzi collegati dalla parte opposta del parco.
L’Università, moderna e tecnologica, perfettamente insediata nel quartiere residenziale di palazzine, pare che stoni con le alte mura della Medina che al suo interno porta ancora i segni delle costruzioni prive di finestre o balconi sull’esterno e con l’unica apertura verso il cielo. Ora la tecnologia ha risolto i problemi dell’eccessivo calore, che riduceva il numero delle finestre e amplificava lo spessore delle mura domestiche, con i condizionatori. E lentamente anche l’architettura abbandona i suoi dictat orientali. Nella periferia di Marrakech imperano già i centri commerciali dei franchising internazionali che hanno incentivato la tecnologia del packging; tra qualche anno anche qui, come oggi in Europa, ci si renderà conto degli alti costi di smaltimento dei rifiuti e si spenderanno fondi pubblici per stimolare il ritorno ai mercati del fresco fortunatamente ancora vivi nella Medina.
I villaggi turistici hanno già fatto scuola sull’uso delle nuove tecnologie ai pochi dipendenti locali e questi, abbagliati da quelle tradizioni locali così ben organizzate e comode iniziano ad modificare la loro vita in tanti piccoli pacchetti turistici.
Questo il principio delle invenzioni, ci si inebria di esse fino a farsi sopraffare e solo dopo si dettano le regole. A poco serve vedere altri, che hanno fatto il medesimo percorso, cambiar rotta e quindi sfruttare l’esperienza altrui. Ogni uomo, così come ogni popolo, deve arrivare da se alla soluzione e in questo caso senza tecnologia.