Alla sua cerimonia di ingresso in magistratura era l’unica donna presente e il procuratore generale lesse un brano in cui si diceva che le donne sono adatte solo “per il ricamo e il cucito”.
Era il 1965, la legge che regolamentava l’ammissione delle donne a tutte le cariche ed impieghi pubblici, compresa la magistratura, era di appena due anni prima. Maria Gabriella Luccioli è stata la prima presidente di una sezione della Cassazione e, nel 2013, anche la prima donna candidata per la presidenza della Suprema Corte. Alle ore 17 (Sala della Cannonira) sarà protagonista dell’incontro di apertura della terza giornata di Pazza Idea, in festival in corso di svolgimento a Cagliari nel Centro comunale Il Ghetto. Con le sue sentenze (come quella per la corretta quantificazione dell’assegno di divorzio) Maria Gabriella Luccioli ha riscritto il diritto di famiglia e ha affrontato temi controversi come il bio diritto. Sua è la pronuncia del 2007 su Eluana Englaro che ha sancito il diritto all‘autodeterminazione terapeutica per i malati terminali. Ha scritto questo libro per “le giovani colleghe, per far capire loro che bisogna difendere i passi fatti fino a qui”. I magistrati di sesso femminile in Italia erano 27 nel 1965 (il 6%), oggi sono 5.061 su complessivi 9.543 (pari al 53% circa).
Alle 18, nella Sala delle Mura, ncontro con Luisa Ricaldone, presidente della Società Italiana delle Letterate e Marcela Luque, vincitrice dell’edizione 2018 del Concorso “Lingua Madre”, per scrittrici straniere in lingua italiana. Il Concorso Lingua Madre, ideato da Daniela Finocchi quattordici anni fa, ha raccolto centinaia di testimonianze di vita, viaggi, speranze e drammi raccontati da donne straniere che scrivono in italiano, dando voce a chi non ce l’ha. Ora si stanno affacciando le nuove generazioni. Quali le loro aspettative, i loro immaginari, i temi più cari, quale la loro posizione fra tradizioni familiari di terre lontane e paese nel quale sono approdate da piccole o addirittura vi sono nate?
Alle ore 19 nella Sala della Cannoniera Dovevo farlo, lo rifarei. Il giornalismo, la mafia, la vita sotto scorta nell’Italia di oggi, Federica Angeli presenta A mano disarmata, intervistata da Alberto Urgu. La scelta difficile e necessaria di non voltarsi dall’altra parte, di non arretrare davanti alle minacce, di impegnarsi personalmente perché, come diceva Giovanni Falcone, “la mafia è un fenomeno umano e come tale ha un inizio e una fine”. La giornalista di Repubblica ha prima scritto una lettera ai tre piccoli figli spiegando loro perché ha deciso di denunciare e poi testimoniare contro il clan Spada di Ostia e poi, con il suo libro, è diventata un esempio illuminante di coscienza civica e impegno civile.
Alle 20 ma nella Sala delle Mura Leggo, scrivo, fotografo, posto e commento: il coinvolgimento culturale e la promozione della lettura in Rete. La comunicazione della cultura e della letteratura in particolare: come si è evoluta, come è articolata, quali sono i meccanismi di coinvolgimento del pubblico e le strategie degli addetti ai lavori. Dalla recensione tradizionale al post su Facebook, dalla rivista letteraria a quella online, fino al video su You Tube, l’impegno e la partecipazione culturale diventano “personali” e “social”, e funzionano. Libri e letteratura, in particolare, diventano una formidabile occasione di creatività, si fondono con immagini e testi e la forza del testimonial: ne parleranno il giornalista e responsabile editoriale de IlLibraio.it Antonio Prudenzano, la booktuber Ilenia Zodiaco, la scrittrice Carolina Capria e il fondatore di TwLetteratura Pierluigi Vaccaneo.
Per gli appassionati di arte contemporanea alle 21 nella Sala della Cannoniera appuntamento imperdibile con Şükran Moral, l’artista turca contemporanea più dissacrante e affermata nel panorama internazionale, che sarà protagonista di un incontro pubblico, promosso in collaborazione con il Centro d’arte EXMA EXhibiting and Moving Arts. Şükran Moral, in dialogo con Simona Campus, direttrice artistica dell’EXMA, parlerà del suo lavoro artistico, che fin dagli anni Novanta denuncia in maniera forte la violenza sulle donne e le discriminazioni nei confronti delle minoranze, con uno sguardo che abbraccia Oriente e Occidente. Nelle performance, nelle opere video e fotografiche, l’artista spende tutta se stessa, la propria storia personale e professionale, il proprio corpo; è stata la prima donna artista a mostrarsi, nuda, come Gesù Crocefisso.
Al mattino il festival propone una serie di workshop dedicati a studenti, insegnanti e professionisti tenuti da IED Cagliari, Twitteratura e Dino Amenduni.