“L’Orienteering è bello, fa muovere gambe e cervello”. Recita così il motto della Fiso, la Federazione Italia Sport Orientamento. Sono sicuro che in pochissimi fra i lettori di Mediterranea avranno sentito parlare di Orienteering, eppure questa per certi versi bizzarra disciplina sportiva si sposa alla perfezione col tema del mese, il paesaggio.
Scopo dell’Orienteering è di raggiungere nel minor tempo possibile i punti di controllo, chiamati lanterne e disseminate sul territorio di gara, con il solo ausilio di una bussola e di una dettagliata cartina topografica, recante una simbologia codificata e valida in tutto il mondo. E’ necessario trovare le lanterne secondo una sequenza precisa: ogni punto di controllo è infatti numerato.
Ogni atleta ha con sé un “cartellino testimone”, da punzonare a ogni lanterna per testimoniare il proprio passaggio secondo il giusto ordine. In tempi recenti, nelle manifestazioni più importanti, un chip denominato Sport-Ident o SI-Card ha preso il posto del cartellino: il chip va fatto registrare a ogni lanterna e i dati scaricati all’arrivo. Una gara di orientamento si può svolgere nei ‘paesaggi’1 più diversi: in boschi certo, ma anche in zone montane, in ambienti campestri, addirittura in un centro urbano.
Esistono diversi varianti dell’Orieentering: la Corsa-orientamento, lo Sci-Orientamento (Sci-O), il Mountain Bike-Orientamento (Mtb-O) e infine l’Orientamento di Precisione (Trail-O)2. Se la corsa orientamento ha qualche affinità con la corsa campestre, lo Sci-orientamento è parente stretta dello Sci di fondo; il Mtb-O richiede una buona preparazione nel mountain biking, il Trail-O è invece pensato per i disabili, poiché la velocità di movimento non risulta determinante ai fini della vittoria, al contrario contano abilità intellettiva e colpo d’occhio.
Il primo embrione di una gara di Orientamento si sviluppa nel 1887, quando nei pressi di Bergen, in Norvegia, fu disputata una prima prova di Sci-Orienteering. La prima gara ufficiale di Orientamento fu organizzata nel 1919, in Svezia, con ben 202 partecipanti. La crescita dell’Orienteering conosce altre due tappe fondamentali: nel 1932, quando si svolge la prima gara internazionale, e il 1959, con la fondazione dell’International Orienteering Federation (IOF). Il debutto di questa disciplina in Italia risale invece nel 1967, nel Lazio, con una gara organizzata dalla Società Sportiva Enea Casaccio e in particolare da Sergio Grifoni, attuale presidente della Fiso, nata nel corso degli anni ’80. Dal 1996 in poi sono stati fatti vari tentativi per far ammettere l’Orienteering ai Giochi Olimpici, tutti andati a vuoto: durante le Olimpiadi Invernali del 1998, è stato ammesso lo Sci-O a titolo dimostrativo.
Fra le manifestazioni internazionali, spicca il Meeting Internazionale di Venezia; esiste inoltre un Campionato Mediterraneo di Corsa-Orientamento, svoltosi quest’anno nelle città di Sciacca, Gibellina e Castelvetrano, in Sicilia, dal 25 al 27 marzo. L’evento, organizzato dalla Asd Park World Tour in collaborazione con i comuni delle città sopracitate, ha visto la partecipazione di ben 400 atleti provenienti da 20 nazioni ed è stato trasmesso da Sky3.
L’Orienteering si pone come sport privilegiato riguardo al rapporto uomo-territorio, poiché dell’interazione fra uomo e paesaggio il suo marchio di fabbrica. Come scrive la Delegazione Sicilia della Fiso, “addentrarsi in foreste cartografate, affrontare un percorso segnato sulla mappa con difficoltà graduali, incontrare durante una competizione flora e fauna dimenticate, sono valori e motivazioni facili e sufficienti per la comprensione dello spirito della corsa di Orientamento. […].
L’individuo è costretto a una continua scelta attiva che lo vede protagonista. Nella sua essenza dunque l’Orienteering è un progetto di ricerca sulle problematiche della conservazione dell’Ambiente: per conservare infatti occorre conoscere, attribuire valore, assegnare interesse”. Che sia il centro storico di una città o un bosco, l’atleta per vincere deve imparare non solo a leggere bene la cartina e ad usare la bussola, ma ad attribuire valore a ciò che vede intorno, a cogliere le sfumature, a dare senso a ogni passaggio. E’ uno sport agonistico, certo, ma può essere praticato anche da famiglie e bambini e possiede uno spirito fortemente educativo; anche nelle gare sono previste comunque numerose categorie suddivise per età, sesso e grado di difficoltà. Inoltre, essendo uno sport minore, può permettersi di rivolgersi a sponsor“non invasivi” (enti locali, associazioni territoriali, scuole), in modo da evitare che troppi interessi e troppe pressioni inficino la bontà e la spontaneità della disciplina; francamente, in un momento in cui dal mondo dello sport professionistico arrivano notizie deprimenti, tutto questo sa di aria fresca.
Fonti
www.wikipedia.it www.yumping.itwww.podistic.itwww.iltempiodihera.comwww.fiso.itwww.turismo.montana-est.mo.itwww.orienteering.itwww.statoquotidiano.it
1. Sul concetto di ‘paesaggio’ molto ci sarebbe da dire. Solitamente, con la parola ‘paesaggio’ intendiamo ‘paesaggio naturale’: ma sarebbe più corretto affermare l’esistenza non del ‘paesaggio’, ma dei ‘paesaggi’, ovvero dare al concetto una maggiore stratificazione. Per approfondire vedi: Lai Franco, Antropologia del paesaggio, Carocci, 2000.
2. Da segnalare anche l’esistenza della Canoe-O, Orientamento in canoa praticato negli Stati Uniti, e l’Horse-O, Orientamento a cavallo, praticato più di rado.
3. Come si legge su www.statoquotidiano.it, “Da giovedì 14 aprile 2011 è partita ufficialmente la macchina organizzativa per presentare la richiesta all’organizzazione dei Mondiali di specialità in programma nel 2013 di svolgere la specialità dell’Orienteering sul Gargano. Capofila di questa operazione è stato designato, all’unanimità del nucleo fondatore del Comitato Promotore, il Parco Nazionale del Gargano”.