Andrea Mameli
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Andrea Mameli

è fisico, giornalista scientifico freelance, nonché responsabile dell’alta formazione nei corsi dedicati alla tecnologia del solare termodinamico a concentrazione, in un progetto finanziato dal MIUR e coordinato dal centro di ricerca CRS4, in Sardegna.

Abbiamo intervistato Andrea Mameli a proposito di tecnologia e risparmio energetico, temi che si trovano nel suo libro “Manuale di sopravvivenza energetica“, edito da Scienza Express con illustrazioni di Fabrizio Piredda.

Dal tuo libro, dai tuoi interventi pubblici e dal tuo lavoro di ricercatore si evince la propensione alla volontà di difendere l’ambiente naturale e un diverso stile di vita. La diffusione di una serie di abitudini che migliorino la qualità della vita pur risparmiando sui consumi. Il tuo discorso è molto concreto, ossia: risparmiare nelle nostre case e nei nostri uffici renderebbe molto efficace la lotta alla dispersione energetica globale. Quanto possiamo fare singolarmente per salvaguardare la natura?

Possiamo fare molto. Chi sostiene che l’incidenza dei nostri comportamenti sul bilancio energetico è scarsa dice una bugia. Certo, quanto a consumi globali esistono diverse velocità nel nostro pianeta: chi ha utilizzato molta energia, come i Paesi del G8, possono ora provare a ridurre, al contrario dei nuovi “energivori”, Brasile, Cina, India, la cui crescita appare inarrestabile.

Ma se è vero che il consumo energetico domestico in Italia incide per meno del 30% sul consumo energetico totale, allora la direzione da intraprendere per ottenere risultati importanti non è solo quella: si dovranno ridurre gli sprechi negli edifici pubblici, nei trasporti, nell’industria e nella stessa rete di distribuzione energetica. In ogni caso è fondamentale risparmiare energia in tutti i settori, anche se nel libro ci occupiamo solo dei comportamenti domestici. Nel nostro agire quotidiano dobbiamo considerare non solo il consumo diretto, ovvero il carburante e il gas che consumiamo e l’energia elettrica che utilizziamo, ma anche la quota di energia connessa con la produzione dei beni che utilizziamo o dei servizi di cui usufriamo.

La ricerca scientifica, applicata alla tecnologia rende la vita più comoda e permette un risparmio notevole. Quanto è importante la ricerca nel nostro Paese, e in altri Paesi del Mediterraneo?

La ricerca scientifica è il motore principale dell’innovazione e della conoscenza, e in parte si occupa proprio di rendere la vita più comoda, come spiego nelle pagine che ho dedicato al concetto “Pigrizia, motore del mondo”. Purtroppo la lentezza con la quale i decisori reagistono alle innovazioni, per esempio con leggi in favore delle fonti rinnovabili e con il sostegno alla ricerca nelle direzioni realmente più strategiche, si rivela particolarmente nociva. Purtroppo alcune soluzioni tecnologiche incontrano ostacoli di natura assolutamente non scientifica.

Un altro ruolo decisivo lo svolge l’impresa, raccogliendo il seme che germoglia nella ricerca scientifica fino a farne maturare i frutti. Impresa che può nascere direttamente anche dalle università e dai centri di ricerca con gli spin off.

La Sardegna ha i mezzi e le professionalità per portare avanti progetti di ricerca importanti nel campo dell’energia rinnovabile?

In Sardegna nel settore delle fonti rinnovabili operano realtà universitarie (a Cagliari e a Sassari) e centri di ricerca privati (a Macchiareddu e a Pula) di altissimo rilievo. E alla ricerca si deve necessariamente associare l’alta formazione, in modo da creare il capitale umano indispensabile a trasformare le idee in soluzioni concrete.

Tornando invece al tuo testo. La difesa dell’ambiente, il risparmio energetico è, o dovrebbe essere, di interesse generale. Il tuo libro è rivolto alle persone interessate all’ambiente e alle tematiche ecologiste o hai pensato indistintamente a tutti?

Il libro si rivolge a tutti. Lo dimostra l’interesse che le persone dimostrano in occasione delle presentazioni. La mia intenzione è di rivolgermi a tutti partendo dal risparmio e, in ultima analisi, dalla ricerca della felicità. Una felicità che nasce dal desiderio di incidere il meno possibile sulle risorse pianeta. Quel che cerco di sostenere, nel Manuale, è che dobbiamo avere la consapevolezza dei nostri consumi: uscire dalla condizione di consumatori passivi e maturare un approccio attivo alla gestione della propria impronta ecologica.

Quali tecnologie di uso quotidiano ci possono aiutare a risparmiare energia? Quali delle abitudini più comuni possiamo cambiare per risparmiare, senza fare investimenti economici?

Nel libro spiego che prima di tutto occorre controllare i consumi: spesso non abbiamo proprio la consapevolezza di quanta energia usiamo. Questo controllo lo possiamo esercitare semplicemente leggendo le bollette e prendendo nota dei consumi. Oppure possiamo acquistare i nuovi dispositivi elettronici utili a effettuare le misure dirette di assorbimento elettrico. Una tecnologia povera ma utilissima è ovviamente la presa multipla con interruttore grazie alla quale possiamo spegnere tutti gli apparati elettronici evitando quel vampiro elettrico che risponde al nome di stand by.

Una delle novità più significative degli ultimi mesi è l’inserimento di nuove classi energetiche: “A+“, “A++” e “A+++“. Facciamo un esempio: una lavatrice di classe “A+++” in un anno ci può far risparmiare fra 150 e 250 euro di consumi elettrici di apparecchi rispetto a un uguale elettrodomestico di classe più bassa.

Le case del futuro saranno progettate con un’alta percentuale di tecnologia, (penso alla domotica). Tecnologie che permetteranno un uso più razionale della corrente elettrica o del consumo idrico. L’uso massiccio di tecnologie, dalla costruzione della casa, alla gestione della stessa, ha o avrà un saldo positivo nei consumi generali?

Il rischio c’è ma è molto sottile: se da un lato l’efficienza aumenta e vi sono indiscutibili riduzioni dei consumi, d’altro canto proprio questa crescita di efficienza ci può portare a alleggerire il nostro controllo e a consumare di più pensando di consumare di meno. Dipende dai casi e dalla nostra capacità di controrollare lo scenario senza abdicare dal nostro ruolo di padroni dei consumi.

Heidegger è stato il filosofo che aveva predetto il predominio della tecnica sul pensiero. Qual’ è il rapporto tra modelli di vita e tecnologia nel campo del consumo energetico? Esistono tecnologie di uso quotidiano che potremmo eliminare senza problemi, ossia inutili?

Sicuramente possiamo fare a meno degli orologi digitali nei forni a microonde e di altri dispositivi che, ancora una volta a seconda delle circostanze, possiamo considerare inutili. Ma se, in generale, la tecnica può aiutare il pensiero a organizzarsi, è anche vero che la parte del leone la fanno proprio i comportamenti.

La maggiore fonte di consumo domestico è da ricercare nel riscaldamento con le resistenze elettriche: le vecchie stufette, i forno e gli scaldabagni elettrici. E se in questa categoria inseriamo anche le lampadine a incandescenza, che ancora sopravvivono in molte case, la lista degli oggetti eliminabili.

Quanto possiamo guadagnare individualmente dai risparmi domestici?

Sommando tutte le possibili contromisure illustrate nel mio libro, con l’editore abbiamo calcolato un risparmio annuo oscillante tra 600 e 1.400 euro. E in copertina abbiamo inserito il valore medio: mille euro. Dipende dalle condizioni di partenza: clima, posizione geografica della casa e tipologia di elettrodomestici. E dipende dai nostri comportamenti.

A tuo parere quanto è cambiata la situazione e l’attenzione verso questi temi rispetto a dieci anni fa?

L’attenzione cresce in funzione della conoscenza, dei fatti (consumi reali e incidenza di nostri comportamenti), e dalle notizie che riusciamo a intercettare. Per questo ci sembrava indispensabile raccogliere i numerosi consigli sparsi tra libri, web, i consigli degli esperti e, a volte, degli anziani. L’attenzione però, a volte sfocia nel fanatismo. Ad esempio nel confronto pro o contro il nucleare non sempre gli argomenti sollevati, da una parte e dall’altra, sono scientificamente sostenibili.

I piccoli passi che si sono fatti sono merito di una comunicazione corretta e sempre più capillare, soprattutto grazie alla rete internet, che ha permesso tra le altre cose la nostra intervista!

Certamente oggi è facilissimo andare a cercare informazioni su tecnologie e termini scientifici, che tra l’altro evolvono molto rapidamente, attraverso il web. Spesso queste informazioni sono corrette, aggiornate e complete. Ma non sempre. L’abilità sta allora nel trovare le informazioni giuste, distinguendo tra le svariate fonti disponibili. Il ruolo della comunicazione è fondamentale, in particolare in un campo che interessa direttamente tutti: dal portafogli all’ambiente passando per la salute.

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