Funghi
testimoni di morti misteriose, funghi parassiti di altri funghi, funghi che distruggono la frutta, funghi ottimi nelle specialità degli chef, funghi nella scienza e nell’arte, sono solo alcuni dei temi trattati nel XX Convegno Nazionale di Micologia tenutosi recentemente a Bologna.
Senza quasi rendercene conto e da quando esistiamo siamo sempre circondati dai funghi innocui, dannosi o utili, membri del regno della natura fra i meno conosciuti e più discusso tra gli addetti ai lavori. I Funghi hanno, come le piante, un rivestimento rigido per ogni cellula, ma non è fatto di cellulosa come la trama di sostegno di tutti gli organismi vegetali. E’ una parete fatta di chitina, la componente essenziale degli scheletri esterni di insetti e crostacei. Le piante si nutrono in maniera autonoma attraverso la fotosintesi che trasforma in zuccheri l’acqua assorbita e la luce. I funghi hanno altri gusti, degradano ogni tipo di sostanza organica e non la digeriscono, ma la assorbono a similitudine delle piante. Questo loro stile di vita li rende componenti di ogni ambiente, di ogni habitat, degradatori essenziali di tutti gli ecosistemi.
I funghi in tutte le loro sfaccettature sono stati i protagonisti del più importante meeting italiano ad essi dedicato. L’appuntamento biennale ha visto per la prima volta il confronto degli scienziati direttamente col pubblico, un dibattito aperto che contribuisce a costruire le nuove memorie micologiche emerse dall’evento e pongono un altro tassello nel progresso delle conoscenze scientifiche sull’argomento.
La due giorni bolognese organizzata dall’Alma Mater Studiorium Dipartimento di Scienze Agrarie in collaborazione con l’Unione Micologica Italiana e la Società Botanica Italiana ha visto alternarsi in cattedra i massimi esperti nazionali di un regno vivente capace di entusiasmare il numerosissimo pubblico affascinato dal ciclo biologico dei funghi esseri viventi un po’ animali un po’ piante.
Ha aperto il convegno la mostra di esemplari freschi allestita all’aperto con i funghi del sottobosco emiliano e affiancata ai produttori di funghi alimentari e tartufi. I pregiati tartufi neri e bianchi sono
oggetto di coltivazione, ma solo in simbiosi con le querce. Una coltivazione particolare spiegata al pubblico ponendo l’accento sui delicati equilibri fra esseri viventi. E allora il concetto di simbiosi, di micorriza, cioè associazione mutualistica tra un fungo e una pianta diventano una nozione da condividere e memorizzare per la protezione dei nostri boschi. Boschi e rimboschimenti proposti attraverso la biodiversità fungina, attraverso il numero delle specie micologiche come indicatori dello stato di salute degli ecosistemi, ma anche come incubatori di funghi eduli come enorme risorsa economica per il nostro Paese. L’Italia, al centro del Mediterraneo, grazie al clima particolarmente mite è il terzo esportatore mondiale di funghi mangerecci e tartufi.
Studiare il ruolo dei funghi nel risanamento di suoli degradati come quelli delle miniere, trattare con i funghi le biomasse lignocellulosiche, i prodotti erbacei e lignei di origine agroforestale, per la produzione di biocarburanti, risanare i suoli dagli idrocarburi con funghi facilmente coltivabili sono solo alcune delle sfide i cui risultati presentati aprono nuove strade alternative alla micologia tradizionale.
Funghi come oggetti estetici nel riconoscimento delle specie possono riportarci indietro nei secoli, quando la scienza veniva spiegata con modelli di cera. Nuovi modelli proposti a Bologna evocano la tradizione tutta italiana dell’arte di modellare la cera, ma non solo. Guardare all’infinitamente piccolo, alla forma delle spore, alle strutture invisibili ad occhio nudo e renderle visibili come oggetti tridimensionali esplorabili con la vista e con il tatto porta alla riscoperta della figura dell’artista/scienziato e della funzione delle sculture in cera come tramite tra l’informazione scientifica e l’osservatore.
Non potevano mancare poi le ricerche sui funghi coltivati, quelli che troviamo tutti i giorni sulle nostre tavole. Scoprire che anche i funghi si ammalano è qualcosa di inaspettato che pone interrogativi sulla qualità dell’aria e sullo smaltimento dei prodotti residui delle coltivazioni.
Funghi patogeni minacciano le coltivazioni italiane di riso, di frutta e di verdura. Nel corso del convegno è emerso che la creazione di un bollettino di rischio potrebbe allora portare all’ottimizzazione dei trattamenti con fitofarmaci. Un progetto dell’Università di Pavia per la lotta ai funghi patogeni del riso, unico nell’area europea, diventa testimonianza di come competenze accademiche e realtà produttive possano congiungersi positivamente nella creazione di memorie condivisibili relative alle tecniche per la salvaguardia del nostro patrimonio agro-alimentare.
I funghi hanno poi un ruolo di rilievo nei processi che decompongono i cadaveri. Un aspetto insolito e raccapricciante della micologia che diventa forense nelle indagini per ricostruire memorie di morti misteriose. Risalire a luoghi, scenari, ambienti e poter datare i momenti della morte tramite i funghi che innescano i processi di decomposizione, può voler dire venire a capo di casi irrisolti. La disciplina è una novità assoluta che ha suscitato non poca curiosità al convegno bolognese.
Piccoli organismi unicellulari muniti di lunghi e sottili organi per la locomozione in acqua sembrano essere progenitori comuni di animali e funghi. Ma l’enigma del loro albero genealogico è argomento aperto e non bastano i reperti fossili di 400 milioni di anni per ricostruire una memoria evolutiva dispersa nelle oltre 100.000 specie di funghi conosciuti.
I Funghi sono dappertutto, dalle grotte al pieno deserto, nei cadaveri, nelle foglie degli alberi, nella frutta, nel riso e ancora nuove specie vengono scoperte. Molti ne parlano, studiosi, micologi, patologi, tutti accomunati dalla scienza. Una scienza quella della Micologia troppo spesso relegata a settore della Botanica che, oggi più che mai, porta a scoperte sorprendenti in un universo sotteso tra il regno vegetale e il regno animale.
Aver aperto la partecipazione al pubblico ai lavori del Convegno ha significato voler condividere quelle che diventeranno le memorie di un importante evento scientifico. Un riuscito connubio tra gli scienziati e la gente comune in un messaggio di sensibilizzazione verso la natura che ci circonda, ma anche di cittadinanza scientifica in un ambito settoriale e molto particolare in genere riservato ai soli specialisti.
La foto in apertura è di Ninni Marras
Fonti: O.H. Raven Biologia delle Piante, Libro degli abstract XX Convegno Nazionale di Micologia