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Se producessimo cultura al solo scopo di venderla non avremmo la comprensione di quanto essa necessiti di essere condivisa, poiché è solo attraverso la generosità con la quale la dispensiamo che evitiamo ci marcisca dentro, confidando possa rifiorire nell’ispirazione e nel sapere necessario che serve al prossimo per realizzare nuove cose.

Mosaico per Procida è nato con l’intenzione di fare un dono spontaneo, onorando la capitale italiana della cultura 2022 e veicolando il messaggio inedito di laboriosità, inventiva e valori di un’intera regione, la Campania, raccontando territori, distretti vitivinicoli, aziende produttive, materie prime d’eccellenza e gastronomia. Il vino creato da Roberto Cipresso e ingegnerizzato minuziosamente da Gaetano Cataldo, che ne ha seguito e inventato tutti i processi, è la dimostrazione che se l’azione umana, nella sua intenzionalità, è capace di generare sempre qualcosa di nuovo, ciò che essa produce diventa narrazione, una narrazione che nel caso dell’iconico vino perdura dal settembre 2021 e non cessa tutt’oggi di avere cose bellissime da raccontare.

Gaetano Cataldo, Miglior Sommelier dell’Anno al Merano Wine Festival

Mosaico per Procida è figlia dell’autoaffermazione e non ha chiesto il consenso a nessuno, né a politici né ad enti né ai potentati del vino, per realizzarsi, tantomeno ha avuto bisogno della convalida di quella comunità che col vino ci fa soltanto mercimonio.

Cultura, Umanesimo del Vino, Dono della Trascendenza, questo è diventato Mosaico per Procida.

L’atto stesso nel donare, del ricevere e del ricambiare, utili a mantenere quella interdipendenza tra relazioni umane, cantine, associazioni e partner coinvolti, ha generato nell’insieme quella autonomia anarchica ed eversiva che ha sovvertito e sorpreso il sistema vino, troppo pieno di sé per accorgersi che c’è ben altro da fare per comunicare il territorio e dimostrargli affetto, piuttosto che dover lucrare ad ogni costo. Anche perché il sistema di interdipendenza tra le parti, ostinatamente trascinate avanti da Gaetano Cataldo, era orientato a far funzionare un progetto che non ha ricevuto un quattrino, eccetto che per le libere donazioni, per poter avere la vocazione di essere portatore di buon senso, di buono, di bello, di giusto e coerente, mediante l’allineamento di pensiero, parola, azione e sentimento.

La cultura del vino è diventata cultura del dono, che unendo le persone è diventata Umanesimo del Vino, in quanto riconduce il vino anzitutto ad attività umana di inclusione e di convivialità, e il dono è diventato dono della trascendenza.

Ebbene sì, trascendenza

Se qualcuno credeva che Gaetano si sarebbe fermato al Santo Padre si sbagliava di grosso: sabato 22 aprile, presso il duomo di Napoli, si è celebrata una santissima messa, precisamente nella cappella di San Gennaro, officiata dal monsignor Vincenzo De Gregorio, benedicendo i presenti e Mosaico per Procida. Durante la cerimonia religiosa infatti Gaetano Cataldo ha consegnato una doppia magnum in teca, riprodotta in solo tre esemplari, una delle quali si trova a Procida, proprio al Santo Patrono della Città di Napoli. L’abbate De Gregorio, fatto che accade ben di rado, ha rimosso durante la funzione le vestigie di San Gennaro, mostrando il busto in tutta la sua magnificenza, raccontandone la storia con grandissima erudizione.

Paolo Animato, Monsignor Vincenzo De Gregorio e Gaetano Cataldo

La particolarissima consegna di Mosaico per Procida, senza altri precedenti, costituisce simbolicamente una promessa fatta apertamente per onorare l’Isola di Arturo della sua nomina e allo stesso tempo una intimissima promessa di gratitudine da parte di Gaetano, fatta per aver avuto salva la vita, mentre lavorava in un cantiere edilizio a Cancello Arnone, in provincia di Caserta, nel lontano ’96. Gaetano Cataldo diventa il sommelier che per primo ha impiegato il vino quale dono della trascendenza appunto, effettuato cioè da una dimensione determinata e tangibile a quella della spiritualità e del metafisico. Probabilmente la policy interna della Deputazione non prevedeva certi doni potessero essere degni di San Gennaro, tanto più che si sarebbe ancora in aspettativa per un responso mai arrivato, quel che è certo è che il Santo Patrono appartiene al Popolo e che con la Fede di Dio nulla è impossibile! Soprattutto in Deputazione non avranno considerato che il Vino fa sangue!

La Cultura è l’unica attività umana che aumenta di valore più viene condivisa”, diceva il filosofo Hans-Georg Gadamer. Ecco perché il claim coniato da Gaetano per Mosaico per Procida recita “La Cultura disseta, non isola”.

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