Di Antonella Zisa
L’Italia è ricca di piccoli musei poco noti al grande pubblico, in cui spesso si trovano collezioni pregiate e particolari che raccontano la cultura di più territori. Un esempio è il Museo del Papiro sull’isola di Ortigia, il centro storico di Siracusa. Città siciliana che dal 2005 è patrimonio UNESCO, meta ideale per una vacanza all’insegna del binomio “turismo e cultura”.
Fondato nel 1987 dagli studiosi Corrado Basile e Anna Di Natale, il Museo del Papiro di Ortigia è l’unico al mondo interamente dedicato alla divulgazione della storia e degli usi della pianta dalla storia millenaria. Il museo è gestito dall’Istituto Internazionale del Papiro, fondato dallo stesso Dr. Basile, e nel corso degli anni ha stretto con le istituzioni culturali e scientifiche egiziane una proficua collaborazione.
Dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia Covid-19, le sale del museo tornano ad accogliere i visitatori giunti per ammirare una ricca collezione di testimonianze sulla pianta di Cyperus papyrus L. di cui sono ampiamente note le origini sulle sponde del fiume Nilo, nonché il principale utilizzo come superficie scrittoria su cui è stata impressa la storia delle civiltà antiche del Mediterraneo. Ma fatto meno noto è la sua presenza anche in Sicilia, secondo gli esperti già dal III secolo a. c. sulle cui origini il museo di Ortigia da anni conduce indagini storiche.
In effetti la visita in questo peculiare museo è un viaggio nella storia del papiro, sia nel tempo che nello spazio. La collezione è composta da papiri egiziani, datati dal XV secolo a. c. fino all’VIII secolo d. p. Recentemente sono stati esposti al pubblico per la prima volta, tre frammenti di un rotolo di papiro appartenenti a uno tra i più antichi testi funerari egizi ancora esistenti, il cosiddetto “Libro dei Morti”, di cui altre parti sono conservate in vari musei e collezioni distribuite nel mondo, tra cui al Museo Egizio del Cairo.
L’esposizione dei frammenti del Libro dei Morti rientra nel progetto “Sicilia-Egitto” con cui il Museo del Papiro e il Museo Egizio del Cairo hanno sancito un’alleanza finalizzata alla ricerca e alla valorizzazione delle testimonianze sul papiro che legano, fin dall’antichità, i due territori.
Oltre ai reperti egiziani, la collezione del museo di Ortigia comprende papiri prodotti a Siracusa a partire dal XVIII secolo d. p. Infatti la città siciliana è rinomata per la lavorazione della carta papiracea, avviata nel ‘700 e che continua ancora oggi. Questa tradizione è stata sostenuta dal clima mediterraneo del territorio che ha favorito la crescita di un papireto sulle rive dei fiumi Anapo e Ciane. L’area del siracusano, secondo gli studiosi, rappresenta l’ultima testimonianza rimasta in Sicilia di tale fenomeno naturale, a eccezione di una piccola colonia di papiri nella sorgente del Fiumefreddo nel territorio di Catania.
A impreziosire la collezione conservata al Museo di Ortigia, sono i materiali lignei e i frammenti carbonizzati di papiri sopravvissuti all’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 a. c.
Il racconto della cultura del papiro è affidato anche all’esposizione di manufatti che documentano la versatilità della pianta tra cui recipienti, calzature, decorazioni parietali, stuoie e persino tre esemplari di imbarcazioni recuperate nei laghi Tana e Zwai in Etiopia e nel lago Ciad.
Inoltre, il Museo espone un erbario di infiorescenze di Cyperus papyrus L. raccolte sul fiume Nilo, lungo il lago israeliano Hula, lungo il lago Ciad e in Sicilia.
Le attività dell’istituzione non sono limitate al recupero e alla conservazione dei reperti papiracei, a queste si aggiunge una intensa attività di ricerca che negli anni ha trasformato il Museo del Papiro di Ortigia in un punto di riferimento per appassionati e studiosi.
Fin dagli anni ’60 il suo fondatore, Corrado Basile, conduce analisi e ricerche su esemplari di Cyperus papyrus L. provenienti da diversi habitat. In particolare lo studioso si occupa di antiche tecniche di manifattura della carta ricavata dalla pianta e del restauro conservativo dei documenti papiracei antichi. Gli studi compiuti nel corso degli anni hanno portato alla realizzazione del “Progetto restauro conservativo dei papiri in Egitto” con la finalità di favorire lo scambio di esperienze con gli esperti del settore egiziani.
Nell’ambito del progetto, ancora in corso, sono state intraprese numerose iniziative tra cui corsi di formazione in Egitto tenuti dai due fondatori del museo siracusano, Basile e Di Natale, rivolti a ricercatori, docenti e conservatori; inoltre nel 2004 il Museo del Papiro ha firmato il gemellaggio con la Bibliotheca Alexandrina, eretta in ricordo della Biblioteca Reale di Alessandria d’Egitto, andata distrutta nell’antichità, e considerata il centro della cultura del Mediterraneo. L’accordo tra le due istituzioni è stato sigillato per promuovere la salvaguardia e l’esposizione al pubblico dei papiri ancora esistenti.
Fiore all’occhiello del progetto, promosso dal Museo di Ortigia, è il “Laboratorio di restauro conservativo dei papiri” presso il Museo Egizio del Cairo, inaugurato ufficialmente nel 2005 alla presenza del mondo accademico e politico italiano, egiziano e di altre nazioni. Secondo quanto riferisce l’istituzione siciliana è il primo laboratorio di questo genere creato in Medio Oriente, con il contributo finanziario della Provincia Regionale di Siracusa.
Un ulteriore fatto che rafforza la collaborazione tra i due paesi è la nomina di Corrado Basile come Consulente del Consiglio Supremo delle Antichità Egiziane in riferimento a tutti i progetti di restauro sui papiri presenti nei musei e nei siti archeologici in Egitto.
Per concludere, i tempi che stiamo vivendo ci invitano a scoprire, o riscoprire, i nostri luoghi della cultura considerati “minori”, solitamente nascondono storie dall’alto valore formativo e divulgativo. La visita al Museo del Papiro è l’occasione per compiere un suggestivo viaggio nella storia di una pianta conosciuta quasi esclusivamente come materiale per la scrittura, e per alcuni solo all’epoca dei faraoni. Inoltre i reperti testimoniano che l’Egitto era il principale produttore e utilizzatore del papiro e non l’unico, ma è anche il paese che ne ha favorito l’ampia diffusione tra i popoli del bacino del Mediterraneo.
E proprio in Sicilia, la più grande isola del Mediterraneo, sorge il Museo del Papiro a testimoniare il il potere della cultura dei territori nel dialogo tra i popoli.
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