Spesso il persistere di radici antiche può rendere una cultura statica e chiusa.
Durante il mio corso di studi ho potuto toccare con mano quanto la Sardegna spesso rientri in quella categoria di culture che si contraggono in se stesse, riflettendo tutto questo anche nella visione che si ha di essa. Senza dubbio si tratta di una terra dalle origini forti, solide ed affascinanti, tuttavia sono molti coloro che reputano le antiche radici sarde (quelle dei bronzetti e dei nuraghi, per intenderci) le uniche forme di culture dell’Isola.
Rimanendo basita di fronte a sedicenti esperti che propinavano frasi come “la Sardegna ha solo nuraghi” “sono solo due pietre, tanto vale non restaurarle” “l’arte della penisola non ha paragoni con quella sarda”, ho maturato la conclusione che i sardi dovrebbero essere i primi a interessarsi e a conoscere ciò che la loro terra ha prodotto nel corso della storia, non solo le antichità, che benchè rappresentino un tesoro inestimabile, non sono l’unico patrimonio artistico.
Si tende sempre a tutti costi a voler infrangere i limiti immaginari che le nostre coste ci impongono, perchè “fuori pare tutto più bello, più grande e di più”.
Ma ci si ferma mai a guardarsi attorno? Il più delle volte si hanno opere d’arte dietro l’angolo e non ne si sa nulla.
Pare banale, ma questo è il primo passo per ignorare la propria terra.
Talvolta il patrimonio artistico sardo è maggiormente apprezzato dai turisti che non dai sardi stessi, che spesso lo snobbano.
La Sardegna possiede una preziosa lista di monumenti e di opere che sono decisamente poco apprezzate, non perchè non hanno un valore estetico o intrinseco, ma forse perchè poco conosciute a livello storico-artistico dalla stragrande maggioranza dei locali.
Sarebbe bello creare un percorso turistico sardo che tocchi tutti i punti di maggiore interesse, ma in questa sede sarebbe troppo prolisso. Pare molto più utile toccare un po’ la coscienza di tutti coloro che snobbano l’isola relegandola a ruoli agricoli o di intrattenimento vip.
Nei corsi di storia dell’arte la prima cosa che si insegna è quella di viaggiare. Non importa in che modo, nemmeno la distanza che si percorre: ogni opera vista dal vivo costituisce un elemento in più nel proprio bagaglio, perché si sa, le illustrazioni dei libri falsano sempre un po’ il prodotto.
Infatti vedere dal vivo le opere sarde, con una buona guida che fornisca le informazioni giuste (oltre alle solite date-luoghi-commissioni) e con una buona dose di passione per l’arte a prescindere dai pregiudizi locali -quelli che frenano la conoscenza ed impediscono la fioritura dell’arte stessa-, è sicuramente interessante o appagante quanto vederne una al di fuori dell’Isola.
I maestri e gli architetti che sono stati in Sardegna hanno svolto dei lavori molto appetibili, spesso con un linguaggio formale che non ha niente da invidiare a nessuno. Loro stessi hanno viaggiato, hanno osservato le opere dei loro contemporanei o perchè no, anche dei loro antecedenti ed il questo modo sono stati ispirati ed hanno arricchito il loro lessico artistico, potando nuovi influssi alla Sardegna. Ma è avvenuto anche il contrario, nel senso che tanti artisti stranieri sono giunti nell’Isola ed hanno esportato le sue caratteristiche nel loro paese.
Non sottovalutiamo il potere degli influssi, perché il dinamismo è una delle peculiarità che viene maggiormente negata nei confronti dell’arte sarda. Certo nell’isola tutti gli influssi arrivavano con un po’ di ritardo (ci lamentiamo tuttora di questo) ma rimane il fatto che siano arrivati, e che abbiano consentito di raggiungere dei risultati di ottima levatura.
Per non andare tanto lontano, basta visitare la Pinacoteca Nazionale di Cagliari per rendersene conto. La pittura sarda su tavola e su tela dal XIV in poi ha delle sfumature che pochi conoscono. I Cavaro rappresentano delle punte molto alte dell’età moderna.
Discorso analogo per l’architettura. Dietro l’angolo, sovente nascoste tra i palazzi moderni si celano perle di grande bellezza. Pensiamo alle chiese barocche, quelle che a colpo d’occhio risultano più appariscenti. Non basta guardarle da fuori, soprattutto per quanto riguarda le chiese, perché spesso le facciate sono ingannevoli. Mi viene in mente la Chiesetta di Sant’Antonio a Cagliari, della quale un portale barocco si affaccia sulla via Manno. Esso passa spesso inosservato vista la tendenza a considerare questa via esclusivamente per i negozi. Si provi a entrare in questo anonimo portale! È il contrasto per eccellenza con l’ambiente esterno. Anche lo stesso Duomo di Sassari è un affascinante esempio di quanto l’architettura sarda possa creare dei capolavori.
La visione degli interni di una qualsiasi chiesa permette di apprezzarne lo spazio nella sua totalità, ed è un discorso che è valido non solo a livello strutturale ma anche di arredi, di decorazione sia scultorea che pittorica. Non bisogna dimenticare che è proprio nelle chiese che venivano custodite la maggior parte delle opere, basti pensare alle sculture lignee, che presentano la tecnica comune solo a modelli spagnoli e napoletani, dell’estofado de oro, cioè la tecnica dell’applicazione della foglia d’oro che permetteva di dare l’illusione di stoffe ricche e sontuose, o agli altari marmorei, capolavori monumentali di grande valore che sostituiscono il modello ligneo, sulla base di modelli spagnoli.
Discorso a parte merita l’arte contemporanea isolana, che purtroppo non è mai apprezzata come dovrebbe, in primis per il fatto d’essere contemporanea ed avere dei punti di riferimento meno facilmente comprensibili vista la grande varietà dei modelli e degli influssi. Spesso ci si chiede per quale motivo l’arte e l’architettura moderna in Sardegna non siano gradite.
Tuttavia essa ha avuto un percorso abbastanza autonomo grazie alla volontà di rottura degli schemi degli artisti sardi, e merita dei riconoscimenti importanti. Basta osservare le opere di Francesco Ciusa, Costantino Nivola o Pietro Antonio Manca per capire che la Sardegna ha posseduto degli artisti capaci e determinati.
La Galleria Comunale di Cagliari dedicata tutta una sala agli artisti sardi; ed anche il MAN di Nuoro espone numerose opere locali.
Sarebbe comunque un elenco molto ricco.
Io penso che sia molto importante suscitare la curiosità nel visitatore che si accinge a un approccio culturale alla Sardegna, per mostrargli quella faccia dell’Isola che molti -sardi compresi- non conoscono.
Visitate i Musei e le Gallerie d’Arte sarde. Scoprirete che la Sardegna non possiede solo i Nuraghi.