Uno sguardo sul bacino del Mediterraneo e un percorso tra cambiamenti, migrazioni e tensioni fatto attraverso la produzione cinematografica dei paesi che sul Mare Nostrum si affacciano. Da questi punti prende il via il 20 novembre – presso il centro culturale di via Cattaneo a Iglesias – la rassegna cinematografica Le giornate del cinema del Mediterraneo, a cura del Centro iniziative culturali ARCI di Iglesias giunta alla sua VIII° edizione. Oltre i muri, identità e trasformazioni, il titolo, tre i filoni: il cinema nel Mediterraneo, innanzitutto, con la proiezione di pellicole diverse che raccontano in modo originale i propri paesi d’origine; cinema e Sardegna, con uno sguardo sulla produzione isolana e, infine, cinema e lavoro.
La manifestazione è patrocinata da Fondazione banco di Sardegna, Assessorato alla cultura del comune di Iglesias e Assessorato regionale alla cultura e si avvale di collaborazioni preziose che hanno contribuito a rendere il programma particolarmente ricco: Società umanitaria – Cineteca Sarda; Società umanitaria C.S.C. Carbonia; Arci Sardegna; Unione dei circoli cinematografici Arci; Rai Storia; NUES – Fumetti e cartoni nel Mediterraneo; Società operaia di Mutuo soccorso di Iglesias; Associazione Pozzo Sella
La manifestazione prevede musica, mostre, dibattiti e seminari, ma a far la parte da padrone è naturalmente il cinema: sono oltre 20 le pellicole in proiezione, tra film e documentari.
Due le mostre fotografiche previste, sempre negli spazi del centro culturale di Via Cattaneo: una a cura di Antonello Casu “Non son tempi” e una a cura della Caritas Diocesana, “Palestina”, visibili fino al 29 novembre, dalle 18 alle 21.
“Una delle cose affascinanti di questo festival è la capacità di scegliere dei film che non rifiutano lo “sguardo in camera” – dice Enrico Pau, regista e direttore artistico della rassegna – una delle inquadrature più difficili da realizzare per i registi perché coinvolge direttamente lo spettatore dentro la materia narrativa del film, lo richiama dentro ciò che viene raccontato con una forza che gli altri piani cinematografici più convenzionali non riescono ad avere. Questa rassegna guarda negli occhi gli spettatori e li invita a riflettere su temi che sono diventati dolorosi e universali e che ci riguardano perché quello che sta succedendo, l’idea dei confini come li conoscevamo sta cedendo il passo alla visione di un mondo globalizzato al quale finalmente bussano con forza tutti gli esclusi, coloro che la storia e la geografia hanno tenuto ai margini. Il loro sguardo in camera è doloroso ma anche pieno di speranza, è uno sguardo che non si può ignorare perché parla al nostro cuore e alla nostra mente di cittadini e spettatori, è un cinema nuovo, politico, solidale, creativo, anche duro, è un cinema pieno di storie tutte necessarie”.
Programma in allegato