Orienti, 20 aprile – 26 agosto 2018 al MAO Museo d’Arte Orientale Via San Domenico 11, Torino
La collaborazione avviata negli anni tra le due più importanti realtà museali italiane che hanno come oggetto d’interesse l’Asia, il MuCiv Museo delle Civiltà – Museo d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ di Roma e il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, ha trovato un naturale punto d’incontro nell’accordo che prevede la presentazione a Torino di una importante selezione di opere d’arte conservate a Roma.
La mostra presenterà al pubblico circa 180 opere della ricchissima collezione romana, opere tra le più significative dell’ex Museo Nazionale d’Arte Orientale che, dopo questa esposizione temporanea, approderanno alla nuova sede dell’EUR. La grande esposizione, come uno scrigno che si apre ai visitatori, metterà in luce l’arte di epoche e regioni poco rappresentate nel museo torinese, eccellenze della produzione artistica asiatica lungo sette millenni di storia, a partire dalla fine del VI millennio a.C.
Il progetto di mostra si svilupperà attraverso due filoni narrativi che nell’allestimento correranno paralleli.
Il primo filone riguarda la storia del Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma e delle collezioni che nel corso della lunga storia del museo sono entrate a farne parte. In ogni sezione il pubblico ripercorrendo la storia delle collezioni entrerà a far parte del museo attraverso campagne di scavo italiane in Asia, accordi internazionali o donazioni di importanti collezioni private.
Il secondo filone riguarda le diverse aree culturali e tradizioni artistiche presentate in mostra, quali il Vicino e Medio Oriente antico, l’arte sudarabica, l’arte regale degli Achemenidi, dei Parti e dei Sasanidi, l’arte islamica ghaznavide e quella dell’area persiana, per finire con l’Asia meridionale e l’Asia orientale. Il visitatore potrà apprezzare esempi straordinari che illustrano la Protostoria, l’Età del Ferro, l’arte sudarabica, delle culture imperiali iraniche, l’arte buddhista del Gandhāra, la tradizione religiosa dell’Induismo e del Jainismo. Miniature indiane e bronzi tibetani, statuine cinesi e dipinti giapponesi si susseguiranno nelle sale della mostra.
Tra le opere esposte una Testa funebre in alabastro del I secolo a.C. – I secolo d.C. proveniente dallo Yemen. Si tratta di una categoria di manufatti che fino alla metà del secolo scorso sebbene già musealizzati erano ancora avulsi dal loro contesto e la cui giusta collocazione è stata identificata a partire della missione del 1947 di Ahmed Fakhry. Tuttavia solo gli scavi della Missione Archeologica Tedesca a Mārib, alla fine degli anni Novanta, hanno scoperto per la prima volta che queste teste erano posizionate su stele e non collocate all’interno di templi, come erroneamente ritenuto fino a quel momento.
E ancora in mostra si potrà godere della raffinatezza di un piccolo Calice con serbatoio conico scanalato con terminazione a testa taurina in argento sbalzato proveniente da Qasr-e Shirin, Iran occidentale, del periodo achemenide, IV secolo a.C. Oggetti in metallo pregiato con terminazione zoomorfa erano impiegati nelle cerimonie e nei banchetti regali e la valenza rituale di questo tipo di manufatto è confermata dai testi, come dal cerimoniale di corte assiro. Il serbatoio conico fortemente rastremato con testa d’animale definisce la rarità di attestazione e l’originalità del modello.
Sempre iraniani, ma del periodo sasanide, VI-VII sec. d.C., sono gli Elementi di cintura: puntale, fibbia con ardiglione e placca, placche e pendenti in oro, manufatto realizzato unendo diverse tecniche come fusione, granulazione, battitura e incisione. L’arte dei Sasanidi ha svolto un ruolo fondamentale nella trasmissione al mondo tardoantico e medievale della più autentica eredità culturale e spirituale dell’Oriente antico, dell’Occidente ellenistico-romano e dell’Eurasia. Nel tardo periodo, con l’intensificarsi dei contatti commerciali e politici, si accentuò un particolare processo di globalizzazione artistica a forte connotazione iranica, che spiega l’originalità e la peculiarità formale e decorativa di alcuni modelli.
Dall’India, dal Rajasthan del XVIII secolo, arriva l’acquerello opaco su carta raffigurante un Diagramma cosmologico di ambito jainista. La dottrina jaina non prevede un dio creatore e ordinatore, considera l’universo non una forma illusoria ma una realtà regolata da proprie leggi, che esiste da sempre e sempre esisterà. La complessa cosmologia che ne deriva, caratterizzata dall’utilizzo dell’astronomia e della matematica e basata sulla teoria del karman, porta alla realizzazione di immagini per la meditazione sul rapporto tra il microcosmo e il macrocosmo e a manoscritti geografico-cosmologici sul mondo degli uomini denominati Kṣetrasamāsa.
Dalla Cina settentrionale del II millennio a.C. (cultura Qijia o dinastia Shang) arriva un Elemento decorativo o amuletoin giada. La giada, già importante per queste culture, nelle dinastie successive fu assunta tra i più alti simboli di nobiltà e di ricchezza dell’aristocrazia e la Scuola daoista ne esaltò le propietà taumaturgiche.
Museo Nazionale d’Arte Orientale in Roma
Il Museo Nazionale d’Arte Orientale in Roma venne istituito nel 1957 con Decreto del Presidente della Repubblica e aperto al pubblico nel 1958. Nel 2010 il museo è stato intitolato a Giuseppe Tucci (1894-1984), uno fra i massimi orientalisti del Novecento, che ne promosse la fondazione. Giuseppe Tucci, noto anche al pubblico non specialista per le ricerche compiute nell’area tibetana in occasione di spedizioni delle quali ha lasciato memorabili resoconti di viaggio, è stato inoltre Presidente dell’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (IsMEO) dal 1947 al 1978. Il Museo Nazionale d’Arte Orientale era un Istituto con finalità particolari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Le sue specificità si sostanziavano innanzitutto nella tutela delle collezioni statali d’arte orientale e al contempo nella promozione di sempre maggiori conoscenza e consapevolezza in Italia riguardo alle culture e civiltà d’Asia, attività di valorizzazione resa tanto più necessaria dall’incalzare dei più recenti sviluppi globali.
Insieme all’IsMEO-Istituto Italiano per il Medio e l’Estremo Oriente il Museo Nazionale d’Arte Orientale ha organizzato, per oltre cinquanta anni, missioni archeologiche ed etnografiche in diversi paesi asiatici: Afghanistan, Armenia, Cina, Giordania, Iran, Iraq, Kazakistan, Nepal, Oman, Pakistan, Tagikistan, Thailandia, Turkmenistan, Uzbekistan, Yemen. Oltre al rilievo posto sull’attività archeologica italiana in Oriente, il Museo è stato il naturale collettore di importanti donazioni e depositi d’opere d’arte asiatica presenti in Italia, nonché della fondamentale attività di sorveglianza, svolta in collaborazione con le Soprintendenze territoriali, per controllare il transito doganale dei beni culturali, evitando la dispersione delle collezioni private.
Dal settembre 2016, in un complesso piano di riforma e riassetto delle strutture del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo,il Museo Nazionale d’Arte Orientale in Roma è confluito nel nuovo Museo delle Civiltà, chiudendo definitivamente nell’ottobre del 2017 per il trasferimento nella nuova sede dell’EUR di Roma. L’istituzione del nuovo museo ha permesso di raggruppare in un unico organismo quattro importanti musei nazionali: il Museo Nazionale d’arte orientale ‘Giuseppe Tucci’, il Museo Nazionale Preistorico e Etnografico “Luigi Pigorini”, il Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari (ora intitolato a Lamberto Loria) e il Museo dell’Alto Medioevo (ora intitolato ad Alessandra Vaccaro).
MAO Museo d’Arte Orientale
Un viaggio in Oriente. Oltre 2200 opere provenienti da diversi Paesi dell’Asia, dal IV millennio a.C. fino al XX d.C., raccontano cinque diversi percorsi per cinque diverse aree culturali: Asia meridionale, Cina, Giappone, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia. Culture millenarie distanti e poco conosciute si avvicinano al pubblico. Il MAO, invita ad un viaggio affascinante di scambio, scoperta e conoscenza. In una realtà fatta di molte culture, il Museo contribuisce a costruire una comunità di cittadini che conoscono e amano le differenze. Al MAO tutti sono inevitabilmente stranieri, tutti hanno qualche cosa da imparare sugli altri e strumenti per riflettere su se stessi.
A partire dalla sua apertura il Museo organizza mostre, conferenze, concerti, dimostrazioni ed esibizioni, visite guidate e percorsi tematici, attività per le scuole e le famiglie, proponendo al pubblico un consistente calendario di appuntamenti che consentono di conoscere gli aspetti più vari delle culture rappresentate dalle collezioni. Numerose anche le occasioni di partecipazione a grandi eventi e di collaborazione con istituzioni Internazionali.
Info t. 011.4436927/8 – e-mail mao@fondazionetorinomusei.it – sito www.maotorino.it
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Orario mar-ven h 10 -18; sab-dom h 11 – 19; chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima.