Si avvia alla conclusione Aprile Libertario: festival antropologico dedicato alle minoranze arrivato alla sesta edizione ed ideato dall’associazione Heliogabalu.
L’edizione 2018 ha avuto come protagonisti importanti personalità e studiosi fra i quali spiccano lo psichiatra riluttante Piero Cipriano e il cantautore leader de Il Teatro degli Orrori Pierpaolo Capovilla, protagonisti di una delle date in programma, – svoltasi l’11 Aprile – dedicata al tema del disagio psichico in occasione del quarantennale della Legge 180. Un appuntamento importante, inserito nel fitto calendario dedicato alla ricorrenza, a livello nazionale.
Venerdi 18 Maggio alle ore 19:00, presso il Ticcu socialclub di Vicolo del Campanile a Sassari, sarà ospite in chiusura del festival Aprile Libertario, Alessandra Marchi protagonista di una conferenza dedicata alle pulsioni anarchiche di Alessandria D’egitto. La città ha ospitato, a cavallo tra XIX e XX secolo, una nutrita comunità di italiani. Molti di loro anarchici e esiliati politici, lavoratori e intellettuali, contribuiranno a scrivere pagine interessanti e appassionate delle lotte politiche del tempo. L’intervento seguirà in particolare le orme di alcuni italiani e italiane che hanno arricchito il cosmopolitismo alessandrino, ed anche il suo mito, unendo passione anarchica e riflessione sugli ultimi, poesia e letteratura, stampa e professioni liberali, religioni e ateismo. In particolare, fu a partire dalla Baracca Rossa, sorta di comune, che si propagavano idee politiche e ribelli, grazie ai tanti esuli di varie origini che qui si riunivano. Enrico Pea e Giuseppe Ungaretti ne furono animatori, e tanti altri si unirono nello sforzo di creare anche un’università popolare dove circolavano saperi e idee. Non manca la dimensione conflittuale in questo crogiolo di provenienze e appartenenze, ma il mito alessandrino ha resistito a lungo ed è un’eredità che ci spetta conoscere.
Alessandra Marchi: Dottorato in Antropologia Sociale all’Ecoe des Hautes Etudes en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi. Dopo aver studiato il sufismo e le conversioni all’islam ‘mistico’ si è recata in Egitto per delle ricerche sulla comunità italiana d’Egitto. Lo scoppio della rivoluzione del 2011 l’ha riportata in Sardegna, dove ha lavorato per 4 anni presso la Casa Museo di Antonio Gramsci a Ghilarza e nel 2013 ha iniziato a collaborare con la cattedra di Storia del mondo islamico della Facoltà di Scienze Politiche a Cagliari. Qui ha fondato, con Patrizia Manduchi e continua a lavorare, con altri membri, il Laboratorio di Studi internazionali gramsciani, GramsciLab. E da poco uscito il volume Gramsci nel mondo arabo, curato da P. Manduchi, A. Marchi e G. Vacca, per Il Mulino (2017).