Paulina
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Paulina

, di Giovanna Betto

Edizioni Portaparole

Edizioni Portaparole, mai così azzeccato il nome di una casa editrice. Da un social network ha trasportato le parole scritte fino all’isola di Sardegna, dove ho avuto il piacere di ricevere e leggere questo racconto, forte e delicato.

Un romanzo mediterraneo, nella forma e nella geografia del racconto. Un piccolo e prezioso libro, scritto da Giovanna Betto, scrittrice e giornalista siciliana, impegnata nell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri che decidono di vivere nel nostro paese, illustrato da nove tavole di Amerigo Lorini, disegni che presentano le immagini fondamentali del racconto. Attraverso il suo lavoro, la scrittrice ha la possibilità di conoscere molte storie, molte vite, molte speranze. Sogni spezzati a volte dalla realtà di miseria umana ed economica che gli immigrati clandestini si trovano a vivere.

Paulina è una storia di morte e pedofilia. Argomento che sconvolge, riempie di rabbia per queste maledizioni della natura. Un fenomeno che non smette di essere presente in Italia come in tutto il mondo, tra laici e religiosi, tra poveri e ricchi, tra uomini d’affari o politici. Tragedia umana alimentata dal silenzio dei testimoni, dalla immensa vergogna dei protagonisti a parlare. E i protagonisti sono bambini, sempre innocenti. Non riescono a difendersi da soli, devono per forza essere guidati, e un parente, a volte sembra l’ancora di salvezza. Ma così non è, i casi di pedofilia avvengono molto spesso all’interno delle mura domestiche, o grazie all’omertà della famiglia. Per paura o per guadagno, sulla pelle e sull’anima dei bambini e ragazzi. La protagonista è una bambina albanese che arriva in Italia come clandestina. Parte con la benevolenza della sua famiglia, insieme ad una zia. Una storia come migliaia ne succedono ogni anno, ogni mese, ogni volta che una nave trasporta qualche anima speranzosa di futuro sulle nostre coste.

Tutto si svolge in un contesto di apparente normalità, si lavora e si vive da clandestini. La persona che più aiuta le due sfortunate in Italia è anche il principio di tutto l’orrore. Il datore di lavoro della zia di Paulina, imprenditore e persona rispettata, padre di famiglia, la classica brava persona, sarà anche la causa di ogni male.

L’uomo guarda con sempre maggiore insistenza la bambina, che segue la zia sul posto di lavoro. L’uomo parla con la bambina con modi gentili, poi piano piano vuole di più. Si accorge del suo vizio e non rinuncia. Vuole la bambina, come uomo, come divertimento per la sua soddisfazione. La bambina non capisce perché l’uomo ha tutte queste attenzioni, è una bambina. La zia capisce invece, e accetta il denaro prima, e la custodia da parte della brava persona poi. Anche la bambina riceve qualcosa che conserva gelosamente, anche se non sa cosa farne. Sembra un gioco.

La bambina non andrà in famiglia dalla brava persona, ma in un appartamento pagato dalla brava persona, da sola. Le condizioni sono quelle di assoluto silenzio, divieto di uscire di casa o parlare con qualcuno. Il segreto doveva essere solo per lui, e dopo anche per i suoi amici. Invece Paulina trasgredisce, esce di casa a respirare, esce dalla sua prigione. Poi avviene un incontro casuale per strada tra la bambina e un importante politico. Anche lui una brava persona, molto religioso, padre e marito di una bella moglie. Anche lui vuole la bambina, e la avrà per molte occasioni.

La vita è terribile, e senza via d’uscita apparente. La bambina però disobbedisce sempre di più, esce fino a raggiungere un parco, dove conosce una sua coetanea italiana. In un attimo si ricorda della sua infanzia, perduta nell’incubo del presente. Si ricorda dei suoi giochi, della sua casa in Albania, della sua famiglia. La nostalgia e il desiderio di tornare è grande, ma mitigato da questo suo altro segreto, la bellezza dell’amicizia e del calore della famiglia italiana che conosce Paulina. Uno spiraglio di normalità, di felicità da nascondere in tutti i modi ai suoi aguzzini. La bambina diventa una ragazza matura, deve ragionare, deve riuscire a nascondere tutto e preparare la fuga. Tutto precipita quando la sua amica italiana segue di nascosto Paulina a casa sua, e sarà in quelle stanze che avverrà la tragedia.

Un libro che racconta con un linguaggio delicato una vicenda devastante. Sembra un fatto di cronaca, come se ne leggono solo nei verbali dei tribunali, un racconto che diventa romanzo. Personaggi che agiscono nell’ombra, dove un sottofondo di umanità ancora esiste, anche dove il buio acceca le menti. Da leggere con il piacere di una buona prosa, ma soprattutto per non dimenticare la forza della storia.

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